L'operazione
L'operazione "Porta Robustina"
Cronaca

Operazione "Porta Robustina", chiuso il cerchio sul clan Cipriano: 25 arresti

Le indagini partite nel 2017 dopo gli omicidi Sadiku e Tarantino. Contestata l'aggravante del metodo e delle finalità mafiose

Maxi blitz stamane all'alba a Bitonto con una ordinanza di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari nei confronti di 25 persone. Il reato contestato è quello di associazione per delinquere dedita al traffico e alla commercializzazione al dettaglio di varie sostanze stupefacenti. Contestata l'aggravante mafiosa.

Si è svolta nella notte, infatti, una vasta operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bari. Oltre 100 i militari impegnati nell'area metropolitana di Bari (in particolare nei comuni di Bitonto, Palo del Colle e Cassano delle Murge), a Rimini e presso diversi istituti penitenziari del territorio nazionale, con il supporto di un elicottero del 6° Nucleo, dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Puglia e di unità cinofile del Nucleo di Modugno, per chiudere il cerchio sul clan Cipriano, sodalizio criminale operante a Bitonto e Palo del Colle.

Sono 25 i soggetti raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere dedita al traffico ed alla commercializzazione al dettaglio di ogni tipo di sostanza stupefacente, avvalendosi del metodo e delle finalità mafiose e avendo la disponibilità di armi.L'attività investigativa, denominata "Porta Robustina" e condotta dal Nucleo Investigativo di Bari dal 2017 al 2019 - poi integrata fino all'attualità - consegue al procedimento penale inerente all'omicidio dell'albanese Edvin Sadiku, avvenuto a Binetto il 4 febbraio 2017, proprio nel contesto dello spaccio di stupefacenti, e al successivo omicidio dell'anziana Anna Rosa Tarantino, avvenuto il 31 dicembre 2017 in un contesto più ampio di "guerra" tra due clan rivali operanti nell'area di Bitonto.

Secondo l'impostazione accusatoria accolta dal giudice per le indagini preliminari (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), gli elementi raccolti dagli inquirenti, per mezzo di attività tecniche, servizi di osservazione, controllo e pedinamento e le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, hanno consentito di ricostruire le modalità esecutive di un'associazione, nell'ambito del clan Cipriano, dedita al traffico e alla commercializzazione al dettaglio di sostanze stupefacenti di vario tipo, come confermato anche dai sequestri di circa 1 chilogrammo di marijuana, 500 grammi di hashish, 400 grammi di cocaina e 90 grammi di eroina, eseguiti nel corso dell'indagine.

Il tutto, con l'aggravante del metodo e delle finalità mafiose, avendo commesso i fatti, così come si legge nell'ordinanza «con modalità tipiche della minaccia mafiosa» («in quanto poste in essere in maniera eclatante, in pieno giorno, in zone frequentate da gente, anche avvalendosi di azioni armate») e con «finalità palesemente intimidatorie» («in quanto idonee a mirate a esercitare nelle vittime, appartenenti al clan rivale in conflitto, una particolare coartazione psicologica e uno stato di assoggettamento dovuti alla capacità dell'azione commessa di evocare l'esistenza di consorterie e sodalizi amplificatori della valenza criminale del reato commesso»).

Oltre all'associazione, ai 43 indagati, di cui 25 raggiunti dal provvedimento cautelare odierno, gli inquirenti contestano, a vario titolo, plurimi episodi di detenzione e spaccio di droga, porto e detenzione di armi, un episodio di estorsione con il metodo del cavallo di ritorno e diverse violazioni degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale. Nel corso dell'attività, sono state sequestrate anche una pistola semiautomatica modello 85 e circa un centinaio di cartucce di vario calibro.

Il quadro indiziario raccolto dai Carabinieri è stato condiviso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari che ha avanzato richiesta di emissione di misura cautelare, a seguito della quale il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari ha disposto l'arresto di 25 soggetti, dei quali 24 tradotti in carcere e uno agli arresti domiciliari.
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