Un'aula del Tribunale
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Cronaca

Omicidio Caprio, per la difesa la morte «non fu causata dai pugni, ma dalla caduta»

Questa mattina sono stati ascoltati i consulenti della difesa, dell’accusa e delle parti civili

Si è tenuta questa mattina a Bari una nuova udienza del processo di primo grado per l'omicidio di Paolo Caprio, l'imbianchino 40enne di Bitonto aggredito nella notte tra il 4 e il 5 settembre dello scorso anno all'esterno del bar di un'area di servizio, la Dill's, lungo l'arteria provinciale che conduce verso la città di Modugno.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini Caprio, dopo essere stato colpito, cadde sbattendo la testa sul marciapiede e morì. Con l'accusa di omicidio volontario è imputato il 21enne Fabio Giampalmo, ex pugile bitontino, ritenuto dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Bari, Ignazio Abadessa, responsabile del pestaggio. Stamane in aula sono stati ascoltati i consulenti della difesa, dell'accusa e delle parti civili, che hanno svolto la perizia medico legale sul 40enne.

Le perizie serviranno a chiarire se si sia trattato di omicidio volontario, come ritiene l'accusa (le parti civili sono assistite dal legale Rossana Fallacara), oppure di omicidio preterintenzionale come intende provare la difesa (il 21enne di Bitonto, rinchiuso in carcere, è difeso dagli avvocati Giovanni Capaldi e Nicola Quaranta) i cui consulenti ritengono che i quattro pugni inferti non siano stati idonei a cagionare la morte che sarebbe avvenuta per il trauma occipitale dovuto alla caduta.

Nell'atto di convalida del fermo in carcere il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Marco Galesi, rimarcò la profonda conoscenza delle tecniche di combattimento di Giampalmo. La prossima udienza è fissata per il 30 gennaio, mentre la sentenza di primo grado è attesa entro i primi mesi del nuovo anno.
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