Santi Medici
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Bitonto e i Santi Medici: un legame ultrasecolare che continua a rinnovarsi

Un culto popolare che richiama in città decine di migliaia di fedeli e che affonda le sue radici al XIV secolo

I Santi Medici e Bitonto: un legame che parte da molto lontano e che, di anno in anno, si consolida sempre più. Domenica 20 ottobre, come da tradizione, si rinnoveranno i festeggiamenti in onore di san Cosma e san Damiano, i due medici vissuti durante il III secolo d.C che operarono in Siria prima del loro brutale martirio sotto l'impero di Diocleziano.

Secondo le fonti più accreditate, furono fratelli – probabilmente gemelli – e abili guaritori. Curavano le persone senza chiedere in cambio denaro: di qui, infatti, l'appellativo di anàrgiri (dal greco anargyroi, "senza argento"). Il forte sentimento che unisce Bitonto ai Taumaturghi è dovuto soprattutto alla presenza, nella città degli ulivi, di una preziosa reliquia delle braccia dei Santi Medici. Al 1572, data di svolgimento della visita pastorale di monsignor Cornelio Musso, è datato il primo documento ufficiale che attesta tale presenza.

Il culto dei santi anàrgiri, tuttavia, secondo quanto si apprende da alcune testimonianze iconografiche, era probabilmente attivo a Bitonto sin dal XIV secolo, sebbene col tempo abbia raggiunto un'espansione notevole coinvolgendo non soltanto fedeli e pellegrini di Bitonto, ma anche forestieri. In particolar modo, nello corso del '900, l'immagine dei Santi Medici di Bitonto ha varcato i confini nazionali giungendo sino agli Stati Uniti e all'America del Sud, soprattutto grazie ai tantissimi bitontini migrati oltreoceano alla ricerca di maggiori fortune. In alcune località come il New Jersey, negli USA, e La Boca, in Argentina, il culto di Cosma e Damiano è molto popolare, specialmente tra coloro che vantano un'ascendenza pugliese, e la loro immagine particolarmente presente in abitazioni e luoghi di fede.

Le prime tracce della venerazione dei Taumaturghi in città rinviano a un dipinto del '300, che in un primo momento era custodito nel catino absidale della chiesa di San Leucio Vecchio, nel centro antico, a pochi passi dalla Cattedrale. Oggi, invece, la rappresentazione è conservata presso il Museo Diocesano. Allo stesso periodo, inoltre, risale anche il bassorilievo in pietra che raffigura San Cosma e San Damiano con alcuni devoti, i quali molto probabilmente invocano la loro intercessione. L'opera, originariamente situata nella cappella della nobile famiglia Rogadeo, è presente oggi nella cripta della Basilica dei Santi Medici di Bitonto.
Nel XIV secolo, peraltro, sorse la prima chiesa bitontina dedicata ai santi anàrgiri, ubicata nei pressi della chiesa di San Giorgio – sempre nel centro antico – e aperta al culto sino al 31 gennaio 1631. Proprio in questo luogo, secondo gli Atti della Visita Pastorale compiuta da monsignor Carafa nel 1624, furono inizialmente esposte in venerazione le due statue in pietra policroma di media statura che raffigurano i santi, poi collocate nella cripta della Cattedrale e oggi custodite nel Museo Diocesano. Nel 1631 il culto dei Santi si trasferisce nell'antica chiesa dei Santi Cosma e Damiano, vicina alla chiesa parrocchiale di San Giorgio: luogo in cui, ogni anno, le immagini in processione sostano per alcuni brevi, ma sentitissimi, momenti di preghiera e riflessione.

Ma il notevole e continuo afflusso di fedeli e pellegrini nella città di Bitonto rese la chiesetta ubicata nel centro antico troppo piccola per accoglierli tutti. Nel 1973, pertanto, dopo quindici anni di lavori, fu inaugurata l'attuale Basilica dei Santi Medici in piazza XXVI maggio 1734, dove oggi sono custodite sia la sacra immagine dei Taumaturghi sia la reliquia delle braccia. Ogni terza domenica d'ottobre, dunque, l'immagine di San Cosma e San Damiano viene portata in processione tra le strade di Bitonto, seguita da decine di migliaia di fedeli che giungono in città da tutto il sud Italia. Molti tra loro, durante l'intero percorso che dura circa 12 ore, portano con sé pesanti ceri e camminano scalzi, intonando un tradizionale canto.

Un culto intriso di fede e passione che, oltre a colorare a festa un'intera comunità, esprime un sentimento popolare di grande portata, che continua a rinnovarsi e ad essere tramandato di generazione in generazione. Un sentimento che rinvigorisce quel profondo legame che unisce i Santi Medici e Bitonto.
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