
Religioni
Mons. Ciccio Savino: "Alle 20 di sera suoniamo le campane per la tragedia a Gaza"
L'invito del prelato bitontino, vescovo di Cassano allo Jonio
Bitonto - giovedì 8 maggio 2025
Comunicato Stampa
"Dopo la conoscenza e la preghiera, propongo un gesto concreto: alle 20 di sera suoniamo le campane di tutte le chiese d'Italia per ricordare la tragedia che si sta consumando a Gaza. E mentre suoniamo le campane, attiviamo anche i nostri canali umanitari. Cerchiamo di far arrivare derrate alimentari, beni di prima necessità".
Lo ha detto all'AGI monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio e vicepresidente della Cei, commentando l'appello lanciato da padre Gabriel Romanelli, parroco della Striscia, che ha chiesto al mondo cristiano di non dimenticare chi vive sotto le bombe e nella fame.
"Lì si muore non solo per le bombe o i missili: si muore anche di fame e di sete", ha sottolineato monsignor Savino, parlando di "una nuova Auschwitz, ma diciamo 'no' netto ad ogni forma di antisemitismo. Probabilmente i vostri figli, i miei nipoti e pronipoti, studieranno quello che sta accadendo a Gaza, in Ucraina, nel Sud del Sudan..., studieranno 'una nuova Auschwitz', come metafora della disumanità a cui si può giungere. Quando sento parlare, da parte di qualcuno, che dobbiamo tornare a fare la selezione genetica ed etnica delle persone, io mi dico 'Cosa sta accadendo nel mondo?'. Dobbiamo ribellarci".
Il prelato spiega come sia stata "superata ogni soglia di indecenza. Abbiamo più di 50.000 morti, di cui oltre 25.000 bambini. Le nostre coscienze devono essere graffiate da questi eventi: dobbiamo reagire, raccontare ciò che succede, senza retorica né propaganda. Senza verità non saremo mai uomini e donne liberi". E continua: "Non possiamo restare indifferenti. La nostra prima responsabilità è far conoscere la verità dei fatti, oltre ogni retorica e propaganda, per scuotere le coscienze. Poi dobbiamo pregare, una preghiera vera, abitata dallo Spirito della libertà".
"Ma non basta: bisogna anche attivare canali umanitari, provare a far arrivare derrate alimentari e beni di prima necessità. Permettetemi di dirlo: è l'inferno qui sulla Terra", ha detto ancora monsignor Savino.
Il vicepresidente della Cei ha quindi lanciato la proposta: "Chiedo a tutte le parrocchie italiane di suonare le campane ogni sera, alle 20, in segno di solidarietà e comunione con padre Gabriel e con tutto il popolo di Gaza. È un piccolo gesto, ma carico di significato. Serve a ricordarci che l'umanità viene prima di ogni schieramento".
"Spero che questo suono - ha concluso - diventi una chiamata alla coscienza per tutti. E dobbiamo interrogarci su come aprire, se possibile, corridoi umanitari per portare aiuto concreto a chi oggi vive l'orrore". (AGI)
Lo ha detto all'AGI monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio e vicepresidente della Cei, commentando l'appello lanciato da padre Gabriel Romanelli, parroco della Striscia, che ha chiesto al mondo cristiano di non dimenticare chi vive sotto le bombe e nella fame.
"Lì si muore non solo per le bombe o i missili: si muore anche di fame e di sete", ha sottolineato monsignor Savino, parlando di "una nuova Auschwitz, ma diciamo 'no' netto ad ogni forma di antisemitismo. Probabilmente i vostri figli, i miei nipoti e pronipoti, studieranno quello che sta accadendo a Gaza, in Ucraina, nel Sud del Sudan..., studieranno 'una nuova Auschwitz', come metafora della disumanità a cui si può giungere. Quando sento parlare, da parte di qualcuno, che dobbiamo tornare a fare la selezione genetica ed etnica delle persone, io mi dico 'Cosa sta accadendo nel mondo?'. Dobbiamo ribellarci".
Il prelato spiega come sia stata "superata ogni soglia di indecenza. Abbiamo più di 50.000 morti, di cui oltre 25.000 bambini. Le nostre coscienze devono essere graffiate da questi eventi: dobbiamo reagire, raccontare ciò che succede, senza retorica né propaganda. Senza verità non saremo mai uomini e donne liberi". E continua: "Non possiamo restare indifferenti. La nostra prima responsabilità è far conoscere la verità dei fatti, oltre ogni retorica e propaganda, per scuotere le coscienze. Poi dobbiamo pregare, una preghiera vera, abitata dallo Spirito della libertà".
"Ma non basta: bisogna anche attivare canali umanitari, provare a far arrivare derrate alimentari e beni di prima necessità. Permettetemi di dirlo: è l'inferno qui sulla Terra", ha detto ancora monsignor Savino.
Il vicepresidente della Cei ha quindi lanciato la proposta: "Chiedo a tutte le parrocchie italiane di suonare le campane ogni sera, alle 20, in segno di solidarietà e comunione con padre Gabriel e con tutto il popolo di Gaza. È un piccolo gesto, ma carico di significato. Serve a ricordarci che l'umanità viene prima di ogni schieramento".
"Spero che questo suono - ha concluso - diventi una chiamata alla coscienza per tutti. E dobbiamo interrogarci su come aprire, se possibile, corridoi umanitari per portare aiuto concreto a chi oggi vive l'orrore". (AGI)