Francesco Paolo Ricci. <span>Foto Anna Verriello</span>
Francesco Paolo Ricci. Foto Anna Verriello
Cronaca

Kebabbaro accoltellato, Ricci: «Nessuna malamovida, è un episodio isolato»

L'episodio di violenza è avvenuto nella notte fra sabato e domenica in piazza Moro. Il ferito non è in pericolo, si cerca uno straniero

Tutto per non pagare il conto. A Bitonto uno straniero ha accoltellato ad un braccio il gestore di una kebabberia perché quest'ultimo gli aveva chiesto di saldare il conto non pagato nel locale. Lui, di certo, ha sostenuto di essere stato accoltellato. In effetti, quando è stato soccorso dal 118, perdeva molto sangue.

Il giovane, un 35enne di origini pakistane, è stato trasportato in ospedale. Non è particolarmente grave, dato che al Policlinico di Bari, prima di essere dimesso, vi è arrivato con un codice giallo (prognosi conclusiva, 15 giorni), ma grave è stata l'intera situazione: perché tutto s'è verificato nel cuore della notte fra sabato e domenica e nel pieno del centro cittadino, in piazza Moro. «Nessuna malamovida, ma un episodio isolato», ci ha tenuto a precisare Francesco Paolo Ricci.

L'episodio è avvenuto poco dopo le ore 02.30 all'interno di Alibaba Kebab, dove un nordafricano, «un uomo di origini tunisine o marocchine», forse residente in città, secondo i primi accertamenti, dopo essersi seduto e aver consumato un kebab e qualche birra, avrebbe chiesto di nuovo da bere, cercando poi di allontanarsi senza pagare il conto. Era solo: il gestore dell'attività, a questo punto, gli avrebbe chiesto di tirare fuori i soldi. Forse ha ottenuto un rifiuto.

Fatto sta che ne sarebbe venuto fuori uno di quegli alterchi epocali, alimentato dai fumi dell'alcool dell'uomo, che, di sicuro, non hanno aiutato ad arrivare da soli a più miti consigli. Poi, all'improvviso, dopo uno scambio animato di parole e la lite, è spuntato un piccolo coltello. Lo straniero, dopo averlo estratto dalla tasca dei suoi pantaloni, lo avrebbe usato per colpire il gestore della kebabberia, colpendolo al braccio sinistro.

Non è stato un fendente inferto fino ad andare in profondità, ma tale da provocargli, a detta degli operatori sanitari del 118 giunti sul posto, la lacerazione del deltoide. L'uomo è subito fuggito a piedi, mentre in piazza Moro, forze dell'ordine e ambulanze sono arrivate dopo pochi minuti, trovando il ferito e alcune macchie di sangue.

Il 35enne pakistano è stato trasportato al pronto soccorso del Policlinico di Bari dove è stato sottoposto ad una serie di accertamenti medici, ascoltato dai poliziotti del locale Commissariato di Pubblica Sicurezza e infine dimesso nel corso della mattinata. Non è fortunatamente in pericolo di vita.

Gli agenti, intanto, guidati dal vice questore Vittorio Di Lalla, hanno avviato l'attività investigativa per ricostruire l'accaduto, nato, secondo i primi riscontri, per «futili motivi», visionato i filmati dei sistemi di videosorveglianza installati nelle immediate vicinanze, fra piazza Moro e piazza Marconi e attendono di raccogliere la denuncia del ferito, non appena si sarà ripreso.

Tutto questo, mentre le investigazioni vanno avanti a spron battuto (gli investigatori, per ora, hanno nelle mani dei sospetti) e sono forse prossime ad una svolta già nelle prossime ore.

Il sindaco Francesco Paolo Ricci, intanto, non parla di «malamovida», un fenomeno doloroso che rende sempre più arduo il conflitto tra il degrado e la bellezza che si combatte in città, ma di «un episodio isolato nel contesto di un'azione inqualificabile da parte di uno straniero che ha utilizzato un'arma per aggredire un esercente che - ha rimarcato il primo cittadino - stava facendo il proprio dovere. Le forze dell'ordine sono tempestivamente intervenute, ora la magistratura farà il suo corso».

Proprio a Bitonto, lo scorso 14 agosto, i titolari della norcineria Lilò sarebbero stati aggrediti dai componenti di una baby-gang. Un episodio che sarebbe stato seguito da altre minacce e sguardi di sfida e che avrebbe convinto il gestore a chiudere l'attività, mentre le indagini sono andate avanti e hanno portato la Questura di Bari a disporre il Daspo urbano per sette giovanissimi di età compresa fra i 15 e i 17 anni che per sei mesi, dalle ore 12.00 alle 03.00, non possono accedere agli esercizi pubblici e ai locali di pubblico intrattenimento nel borgo antico di Bitonto.

«Anche questa volta - ha concluso Ricci - non rimarremo a guardare, anzi sarà l'ennesima occasione per sollecitare agli organi competenti un rafforzamento del presidio sul nostro territorio rispetto a questi episodi, seppur isolati».

La speranza di un intervento dello Stato, anche dopo gli ultimi comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, è nelle dichiarazioni del sindaco secondo cui «occorre un maggiore coordinamento tra le forze dell'ordine per assicurare - ha concluso - la massima tranquillità ai bitontini e a chi fruisce degli spazi della nostra città».
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