Studenti
Studenti "Galilei" di Bitonto a Barbiana
Scuola e Lavoro

I Care. Gli studenti del "Galilei" di Bitonto sulle orme di Don Milani

Di ritorno da un viaggio scolastico a Barbiana, hanno distribuito la cena ai senzatetto nella parrocchia di Sant’Antonio di Bari. Il racconto di una studentessa

Scuola palestra di vita. Quante volte lo avremo sentito dire, quante volte lo abbiamo pensato, senza però dare un valore reale a questa frase. La messa in pratica di questo principio è rintracciabile nel percorso affrontato da studentesse e studenti del Liceo Scientifico "G. Galilei" sulle tracce dell'insegnamento etico (prima che religioso) di don Milani.
Ed il racconto di questo percorso lo affidiamo ad una studentessa, Michela Maria Sannicandro.

«Nell'anno scolastico che si è appena concluso, molti studenti del Liceo Scientifico "G. Galilei" hanno seguito un percorso dall'alto valore etico e formativo, straordinariamente guidati dalla professoressa Clementina Chirico.
Il punto di partenza è stato il "Progetto I care: oltre la legge nella libertà di coscienza. Visita a Barbiana sulle tracce di Don Lorenzo Milani". Visitare i luoghi in cui Don Milani ha creato la scuola sperimentale e applicato principi didattici innovativi e rivoluzionari è stato molto coinvolgente e ci ha fatto riflettere sul vero valore dell'educazione personalizzata, sullo sviluppo completo della personalità, sull'importanza dell'educazione civica e della formazione critica.
Il motto I care condensa mirabilmente il concetto del "prendersi cura" dell'altro. Questi luoghi solitari, in cui trionfa la natura solitaria e silenziosa, inducono alla riflessione e ci fanno rivivere le azioni compiute da Don Milani.
Leit motiv di ogni sua azione è stato il concetto di solidarietà, sperimentato concretamente nella sua vita con l'attenzione verso i poveri, gli ultimi, i bisognosi. Da giovane non tollerava che ci fossero trattamenti diversi tra sé e i figli dei contadini. Si risentiva quando la cameriera gli portava la merenda, perché i figli dei contadini ne erano privi e, quando il fattore affettava il prosciutto per la sua merenda, Lorenzo apriva porte e cancelli e chiedeva che fosse offerto a tutti.
La tappa successiva, guidati da padre Guarino Valentino ad Assisi, sulle orme di San Francesco, ha completato il percorso di riflessione sul concetto di povertà e bisogno. Tali esperienze, intensamente vissute, hanno fatto sorgere in noi la consapevolezza che la povertà cambia volto, ma persiste ancora nella nostra società. Tutto ciò l'abbiamo sperimentato nell'esperienza di volontariato presso la Parrocchia di Sant'Antonio di Bari, dove, per oltre due mesi, guidati dallo stesso padre Guarino, abbiamo collaborato nella distribuzione della cena ai senza fissa dimora.
Un nostro compagno ha affermato "Non immaginavo che questa esperienza mi avrebbe cambiato la vita". L'esperienza per noi si è conclusa con la cena di venerdì 7 giugno. È stata una grande festa, allietata da musica e per la prima volta abbiamo servito noi la cena ai senza dimora.Sono tanti i bisognosi che brancolano nelle nostre città, ricchi solo di speranza. La Chiesa di Sant'Antonio si pone come punto di riferimento per coloro che non hanno nessun posto in cui andare e il venerdì la piccola piazza prende vita e attua il miracolo. Ognuno di loro è portavoce di una storia tragica, fatta di errori, talvolta irreparabili, ma non per questo le loro vite devono essere meno importanti. A tutti dovrebbe essere concessa una seconda possibilità e l'occasione di rinascere al mondo come essere umani e non reietti della società. Sono gli emarginati ed esclusi che quotidianamente sperimentano l'assenza di fiducia, di accoglienza e cura, in una società protesa verso l'egoismo narcisistico e ipertrofico. Chiedono solo di non essere invisibili, in questa rutilante civiltà dell'immagine e dell'apparire, che offusca e cancella l'essenza della vita, in nome di falsi valori e disvalori imperanti.
L'ispirazione di questa esperienza proviene dagli insegnamenti di Don Milani: reduci dalla faticosa salita delle colline del Mugello, per raggiungere la scuola di Barbiana, noi ragazzi abbiamo cercato di restituire la dignità di esseri umani ai poveri, in nome del meraviglioso principio sancito dall'art. 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani approvata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza».
L'esperienza vissuta a Barbiana ci ha trasformato e ci ha offerto una prospettiva diversa dello sguardo sul mondo degli ultimi: la narrazione degli episodi di generosità e accoglienza di don Milani, la frequentazione dei suoi luoghi, avvolti da un'aura sacra e carica di umanità, sono stati la nostra fonte ispiratrice.
Il suo messaggio di giustizia sociale ed uguaglianza è più che mai attuale e ha indotto in noi una riflessione profonda che si è tradotta in un servizio di volontariato reale. Siamo stati felici di aver scritto una pagina di storia di accoglienza e prossimità.
I care dovrebbe essere il motto che ispira le nostre giornate: prendersi cura dell'altro da sé, dal vicino all'infinitamente lontano, porsi in ascolto e in atteggiamento di accoglienza, con delicatezza e sensibilità, con umiltà e generosità».
  • Liceo Galileo Galilei
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