Debora Brascia al 35° Congresso Nazionale Sict
Debora Brascia al 35° Congresso Nazionale Sict
Attualità

Debora Brascia riceve il Premio Andrea Schiavino dedicato alla Chirurgia Toracica

È stata premiata per il migliore contributo scientifico edito a stampa nell’ultimo biennio

Un altro riconoscimento, in un curriculum già valoroso, per Debora Brascia, medico specializzando di Chirurgia Toracica presso il Policlinico di Bari, che a soli 29 anni ha ricevuto il Premio Andrea Schiavino, perché autrice del migliore contributo scientifico edito a stampa nell'ultimo biennio. È stata premiata dal SICT - Società Italiana di Chirurgia Toracica, durante il 35° congresso Nazionale, che si sta svolgendo a L'Aquila, per l'articolo Resectable IIIA-N2 non-small-cell lung cancer (NSCLC) in search for the proper treatment, pubblicato su Cancers, la prestigiosa rivista con Impact Factor 6.7.

L'articolo ripercorre la migliore letteratura sui più efficaci approcci terapeutici per i pazienti con tumore polmonare in stadio localmente avanzato, nel quale la Dott.ssa Brascia analizza la letteratura esistente per definire quando e come asportare chirurgicamente tumori in questo stadio e se associarvi una chemio o una radioterapia adiuvante o neoadiuvante. «È un argomento dibattuto in cui non c'è un consensus sul miglior trattamento da somministrare, per cui cerchiamo di riassumere tutte le evidenze scientifiche per trarre delle linee guida da utilizzare nella nostra pratica clinica e per offrire ai pazienti il miglior tipo di trattamento possibile ed esistente, a prescindere dal luogo in cui questo avvenga: Bari, Londra o New York» ha affermato a BitontoViva, «siamo nell'era della evidence based medicine e questo ci impone di rifarci ai dati in letteratura e di utilizzarli come guida della nostra pratica clinica».

«Sono molto orgogliosa, soprattutto perché far arrivare finalmente qualche riconoscimento al sud, ad una ventinovenne, e anche una donna - in un mondo come quello della chirurgia fatto di uomini - non è stato semplice. E questo è avvenuto, tra l'altro, nella sede più prestigiosa a livello nazionale del nostro campo. È stata una vittoria un po' di senso e di condivisione. A prescindere da dove si è, se si fa del proprio meglio e si lavora con serietà e determinazione, forse qualcosa può migliorare. Ho la fortuna di lavorare con il mio primario, il Prof. Marulli che mi ha sempre stimolata, assecondando il mio desiderio di fare ricerca. Questo è stato fondamentale. Sono orgogliosa di lavorare con lui perché è una persona eccezionale e un professionista preparatissimo, che ha portato a Bari grande qualità chirurgica e scientifica. Nel nostro lavoro esiste il singolo, ma senza il gruppo non siamo niente» ha affermato.

La giovanissima dottoressa sente la ricerca come una necessità, un bisogno, «per me è qualcosa di innato, come se avessi la necessità di farmi delle domande e cercare delle risposte. Scrivere e condividere poi con la Comunità Scientifica, tutta, offre un'opportunità di crescita e di sfida personale che mi aiuta a sentirmi migliore ogni giorno, perché voglio crescere con la consapevolezza di poter offrire ai miei pazienti la miglior medicina possibile ed esistente». Ad affascinarla l'aspetto dualistico della chirurgia toracica «la scelta di questo ramo chirurgico associa le mie due anime, di persona irrequieta ed esuberante e al contempo razionale, appassionata e studiosa. Essa infatti si articola in due ambiti: quello dell'urgenza toracica in cui ad ogni ora del giorno o della notte siamo reperibili per sanguinamenti in incidenti stradali, sparatorie, accoltellamenti e quello dell'oncologia che ci impone uno studio minuzioso del paziente, oltre che un approccio allo stesso che sia discreto e confortante». I tumori polmonari, tra l'altro, sono i primi in termini di mortalità a livello mondiale.
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