
Attualità
Il cammino dei pellegrini, le attività di accoglienza e orientamento del Comitato “Via Francigena del Sud”
Le dichiarazioni della presidente Adele Mintrone
Bitonto - giovedì 9 ottobre 2025
Attivo sul territorio dal 2019 negli aspetti culturali e di valorizzazione del nostro patrimonio artistico e naturale, il Comitato "Via Francigena del Sud – Corato, Andria, Ruvo, Bitonto" nasce come soggetto del terzo settore ed è costituito da volontari che profondono il loro impegno in azioni specificatamente rivolte alla Via Francigena, in cammini e nell'accoglienza e l'orientamento di pellegrini e camminatori. È riconosciuto finanche dall'Associazione Europea delle Vie Francigene ed è Punto Credenziale per la "Via Francigena".
«Ci occupiamo di accogliere e assistere lungo il cammino i pellegrini, fornendo servizi di informazione, distribuzione credenziali, individuazione degli alloggi. Provvediamo anche a monitorare la tratta Francigena, con segnalazioni agli uffici comunali competenti, circa eventuali rifiuti abbandonati, presenze di cani randagi, segnaletica mancante o non completa» spiega la presidente del Comitato, Adele Mintrone «La nostra è un'attività di coordinamento su quattro tappe Francigene che risponde a diversi bisogni che ogni pellegrino può esprimere».
L'idea del Comitato sorge dalla necessità di una realtà che possa riconoscere un fenomeno spontaneo, quello del cammino, insieme ai suoi camminatori e pellegrini, i quali viaggiando a piedi per lunghi chilometri abbisognano di essere immediatamente compresi nelle loro esigenze, diverse da quelle meramente turistiche.
«Il nostro Comitato è ormai una realtà ampia, articolata, flessibile in cui ognuno dei membri e dei soci offre la sua disponibilità in vari modi e nella misura in cui gli è possibile» prosegue Mintrone.
Il "cammino" in quanto tale rompe alcuni schemi in cui solitamente si considera il territorio nella sua dimensione geografica: nella filosofia del cammino, cioè, non esistono confini di province e regioni e vengono peraltro arginate sfumature di individualismo o campanilismo di paese. Il cammino mette insieme, una dopo l'altra, tappe francigene accomunate da una storia di identità comune.
«Questo nostro approccio è risultato vincente, perché riusciamo a promuovere un territorio ampio e ricco in una formula nuova e aderente al ritmo di cammino» chiosa la presidente.
Il Comitato si spende in molteplici attività: sensibilizzazione e animazione sul territorio attraverso eventi come, ad esempio, "I cammini giubilari 2025" ideati a tema sulle quattro tappe francigene, performance musicali con il cantautore Massimo Donno, nonché itinerari medioevali nei centri storici collegati alla storia del pellegrinaggio.
In agenda anche l'accoglienza agli arrivi dei pellegrini e l'organizzazione delle loro permanenze: a giugno scorso, è giunto il gruppo di quindici camminatori, proveniente da Roma, dell'associazione "I Pontieri del Dialogo", per i quali è stata messa a punto un'ospitalità di quattro giorni, oltre a percorsi esplorativi ed esperienziali.
Soltanto pochi giorni fa, inoltre, in questo mese di ottobre, è stata effettuata l'accoglienza per il gruppo di diciannove camminatori del CAI di Gavardo (in provincia di Brescia), sezione dell'escursionismo adattato, i quali si fanno portavoce del pensiero secondo cui «i cammini devono essere accessibili a tutti». Per tale occasione sono state, peraltro, individuate le strutture adatte per la disabilità del camminatore speciale del CAI, oltre a guidare l'intera squadra alla scoperta dei centri storici.
Lo sguardo, infine, è rivolto al futuro. «Stiamo già raccogliendo le prenotazioni di arrivi di pellegrini per il 2026 e stiamo preparando una campagna di sensibilizzazione per contrastare l'abbandono dei rifiuti sulla Via Francigena, sui viali delle zone extraurbane, perché la via pulita è il primo segno di accoglienza e sviluppo».
«Ci occupiamo di accogliere e assistere lungo il cammino i pellegrini, fornendo servizi di informazione, distribuzione credenziali, individuazione degli alloggi. Provvediamo anche a monitorare la tratta Francigena, con segnalazioni agli uffici comunali competenti, circa eventuali rifiuti abbandonati, presenze di cani randagi, segnaletica mancante o non completa» spiega la presidente del Comitato, Adele Mintrone «La nostra è un'attività di coordinamento su quattro tappe Francigene che risponde a diversi bisogni che ogni pellegrino può esprimere».
L'idea del Comitato sorge dalla necessità di una realtà che possa riconoscere un fenomeno spontaneo, quello del cammino, insieme ai suoi camminatori e pellegrini, i quali viaggiando a piedi per lunghi chilometri abbisognano di essere immediatamente compresi nelle loro esigenze, diverse da quelle meramente turistiche.
«Il nostro Comitato è ormai una realtà ampia, articolata, flessibile in cui ognuno dei membri e dei soci offre la sua disponibilità in vari modi e nella misura in cui gli è possibile» prosegue Mintrone.
Il "cammino" in quanto tale rompe alcuni schemi in cui solitamente si considera il territorio nella sua dimensione geografica: nella filosofia del cammino, cioè, non esistono confini di province e regioni e vengono peraltro arginate sfumature di individualismo o campanilismo di paese. Il cammino mette insieme, una dopo l'altra, tappe francigene accomunate da una storia di identità comune.
«Questo nostro approccio è risultato vincente, perché riusciamo a promuovere un territorio ampio e ricco in una formula nuova e aderente al ritmo di cammino» chiosa la presidente.
Il Comitato si spende in molteplici attività: sensibilizzazione e animazione sul territorio attraverso eventi come, ad esempio, "I cammini giubilari 2025" ideati a tema sulle quattro tappe francigene, performance musicali con il cantautore Massimo Donno, nonché itinerari medioevali nei centri storici collegati alla storia del pellegrinaggio.
In agenda anche l'accoglienza agli arrivi dei pellegrini e l'organizzazione delle loro permanenze: a giugno scorso, è giunto il gruppo di quindici camminatori, proveniente da Roma, dell'associazione "I Pontieri del Dialogo", per i quali è stata messa a punto un'ospitalità di quattro giorni, oltre a percorsi esplorativi ed esperienziali.
Soltanto pochi giorni fa, inoltre, in questo mese di ottobre, è stata effettuata l'accoglienza per il gruppo di diciannove camminatori del CAI di Gavardo (in provincia di Brescia), sezione dell'escursionismo adattato, i quali si fanno portavoce del pensiero secondo cui «i cammini devono essere accessibili a tutti». Per tale occasione sono state, peraltro, individuate le strutture adatte per la disabilità del camminatore speciale del CAI, oltre a guidare l'intera squadra alla scoperta dei centri storici.
Lo sguardo, infine, è rivolto al futuro. «Stiamo già raccogliendo le prenotazioni di arrivi di pellegrini per il 2026 e stiamo preparando una campagna di sensibilizzazione per contrastare l'abbandono dei rifiuti sulla Via Francigena, sui viali delle zone extraurbane, perché la via pulita è il primo segno di accoglienza e sviluppo».