
Attualità
Parco fotovoltaico di Bitonto, le critiche di Gennaro Sicolo
Il presidente regionale e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani avanza proposte concrete all'amministrazione comunale
Bitonto - martedì 24 giugno 2025
Gennaro Sicolo, presidente regionale e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, torna sulla realizzazione di un enorme parco fotovoltaico a Bitonto a seguito del consiglio comunale monotematico, il cui esito viene definito «infruttuoso».
Di seguito la lunga nota di Sicolo in cui evidenzia criticità e avanza proposte concrete all'amministrazione comunale.
«L'esito, purtroppo infruttuoso, del consiglio comunale monotematico aperto alle associazioni ambientaliste e a quelle del mondo agricolo, tenutosi venerdì 20 giugno in ordine al problema dell'avvenuto e consentito espianto di ben 2.100 alberi di ulivo per far posto a un impianto fotovoltaico, richiede e impone alcuni doverosi chiarimenti in ordine alla necessità di sottolineare l'importanza della tutela del nostro territorio.
Le associazioni agricole e i singoli agricoltori hanno da subito fatto conoscere il proprio dissenso e il proprio sdegno in ordine alla scelta amministrativa che, senza alcun tipo di coinvolgimento delle predette associazioni agricole e ambientaliste, ha consentito questo gravissimo scempio del nostro territorio e della nostra storia.
La voce e la denuncia coraggiosa del mondo agricolo hanno consentito di portare alla luce quanto accaduto, sollecitando una presa di coscienza collettiva, così superando insabbiamenti burocratici ammantati di presunti alibi legati ad astratte, inconferenti e meramente formali disquisizioni.
La verità è la desolazione e la rabbia di un territorio deturpato e privato di imparagonabili immagini e colori che 2.100 piante di ulivo potevano offrire, soprattutto in un contesto fatto di lavoro, fatica e speranza. Nessuno - tantomeno noi agricoltori - poteva rimanere insensibile di fronte a questa aggressione che è anche una offesa al lavoro e a tanti sacrifici quotidiani.
Gli ulivi sono la nostra storia, la nostra speranza, il nostro avvenire, la nostra ricchezza, il simbolo e l'immagine indelebile di un territorio che è la nostra vita. Questo e solo questo ha animato e giustificato la nostra protesta, fatta con toni, a volte crudi e duri, ma con tanta, tanta passione, che solo chi opera quotidianamente può avere e può comprendere.
Non ci sono attacchi personali, ma solo l'amore per la nostra terra! Battaglie del genere, e questa in particolare, non possono essere subordinate né a steccati né ad appartenenze; né essa può essere immiserita in inutili e patetiche strumentalizzazioni che finirebbero per offendere la nostra storia e i legami con il nostro territorio.
L'unica bandiera che sventoliamo e sventoleremo sempre è quella della tutela della nostra terra. Questi sono i valori che tuteliamo e tuteleremo contro chiunque non dimostrerà nei confronti degli stessi rispetto e volontà di tutela. Quanto accaduto diventa ancora più grave laddove va a interessare il territorio di una città, simbolo nel mondo dell'olio e degli ulivi e, soprattutto, ad incidere negativamente nei confronti di svariati progetti in essere per la tutela e la valorizzazione del nostro tessuto e patrimonio storico e culturale.
L'attenzione e l'interesse che ci stiamo sforzando di costruire intorno al nostro territorio, e a Bitonto in particolare, offrendo l'immagine di una collettività virtuosa e operosa e di un mondo economico in espansione, non possono essere frustrati da atti come quelli denunciati frutto di sciatteria e disinteresse. La voce di questa protesta è stata portata in consiglio comunale senza peraltro aver trovato, almeno per ora, risposte convincenti.
Né ci si può accontentare di un mero richiamo agli strumenti urbanistici e alla suddivisione in zone di intervento, dal momento che è preliminare la conoscenza del singolo territorio e, soprattutto, della sua attuale vocazione; in altri termini un territorio, sia pur ricompreso in zona ASI, ma costituito da un insediamento di ben 2100 alberi di ulivo in buone condizioni di produttività, non può non costituire un ostacolo insormontabile per la realizzazione di un impianto fotovoltaico.
La cosa strana è che, nonostante quanto innanzi descritto, e soprattutto, nonostante il parere negativo espresso dalla Sezione Regionale Tutela e Valorizzazione del paesaggio, il nostro comune, che era il soggetto più fortemente interessato a tutelare il suo territorio, ha invece consentito la realizzazione dell'impianto e l'espianto degli ulivi.
Né si dimentichi che, come appreso, peraltro, nelle valutazioni rassegnate negli atti, stranamente i 2100 alberi di ulivo, che la stessa parte richiedente la realizzazione dell'impianto descrive essere in buone condizioni, vengono poi ritenuti in pessime condizioni. Se vero quanto sopra, è di tutta evidenza l'importanza delle diverse valutazioni soprattutto in riferimento dell'espianto e possibile reimpianto degli ulivi.
Anche per effettuare queste verifiche e individuare altre lamentate incongruenze, abbiamo chiesto l'accesso agli atti; ad oggi, però, nonostante siano decorsi oltre 24 giorni, nessun riscontro si è ancora avuto. Continuiamo e continueremo a chiedere con forza di conoscere gli atti. Né si possono tollerare gli atteggiamenti di disinteresse sostanziale o di irresponsabile fuga dalle proprie responsabilità e doveri istituzionali.
Ho utilizzato nel mio intervento il termine lanzichenecchi, criticato da qualcuno, ma sostanzialmente confortato dalle parole dei tecnici che sono intervenuti che, senza remore, hanno parlato dell'esistenza di numerosi altri progetti del tipo di quelli già autorizzati: almeno abbiamo avuto il merito di aver bloccato queste ulteriori aggressioni al nostro territorio.
Il mondo agricolo e i suoi svariati interpreti sono una grande realtà e una grande e decisiva risorsa per la nostra terra e il suo sviluppo. Tutelarne gli interessi e le ragioni è un dovere non solo istituzionale e politico, ma anche e soprattutto civile e sociale, a cui non ci sottrarremo mai. La volontà politica in queste scelte ha una valenza decisiva anche nei confronti di norme e regolamenti, dovendo rappresentare la voce del territorio e tutela dell'ambiente, che, è bene ricordare, essere un valore di rango costituzionale e quindi di interesse preminente.
La nostra protesta non è, né è stata fine a sé stessa; si è sollevato un problema, si è aperta una discussione che non può non comportare la richiesta rivolta alle istituzioni e in primis al comune di Bitonto a provvedere:
1) alle dovute rettifiche di ordine urbanistico al fine di individuare siti idonei per impianti fotovoltaici preservando i suoli a chiara ed evidente vocazione agricola;
2) al censimento delle aree dismesse degradate industriali e non degradate come possibile sede di impianti di energie rinnovabili;
3) a istituire una consulta per la tutela del paesaggio agricolo che veda il coinvolgimento delle associazioni del mondo agricolo e ambientale quale preliminare presupposto per ogni ulteriore scelta in materia di destinazione delle aree;
4) infine, a farsi parte attiva presso la Regione Puglia per la emanazione di una legge quadro che disciplini aree, interventi, presupposti, limiti e vincoli, così dando maggior forza a identiche iniziative già portate avanti dalla Confederazione Italiana Agricoltori.
Questo è, e rimane, il senso della nostra proposta e della nostra battaglia, che, come detto, travalica appartenenza anche politiche, mirando a tutelare solo ed esclusivamente il mondo e la nostra comunità agricola.
Le amministrazioni interessate e, quindi, anche quella di Bitonto troveranno in queste battaglie sicuramente al loro fianco gli agricoltori, tutte le forze sane della città e soprattutto tutti i cittadini gelosi della loro storia, della loro cultura e della loro appartenenza al proprio territorio. Sono fiducioso che questo messaggio fatto di cuore e passione, possa trovare nel sindaco di Bitonto dovuto e rispettoso ascolto».
Di seguito la lunga nota di Sicolo in cui evidenzia criticità e avanza proposte concrete all'amministrazione comunale.
«L'esito, purtroppo infruttuoso, del consiglio comunale monotematico aperto alle associazioni ambientaliste e a quelle del mondo agricolo, tenutosi venerdì 20 giugno in ordine al problema dell'avvenuto e consentito espianto di ben 2.100 alberi di ulivo per far posto a un impianto fotovoltaico, richiede e impone alcuni doverosi chiarimenti in ordine alla necessità di sottolineare l'importanza della tutela del nostro territorio.
Le associazioni agricole e i singoli agricoltori hanno da subito fatto conoscere il proprio dissenso e il proprio sdegno in ordine alla scelta amministrativa che, senza alcun tipo di coinvolgimento delle predette associazioni agricole e ambientaliste, ha consentito questo gravissimo scempio del nostro territorio e della nostra storia.
La voce e la denuncia coraggiosa del mondo agricolo hanno consentito di portare alla luce quanto accaduto, sollecitando una presa di coscienza collettiva, così superando insabbiamenti burocratici ammantati di presunti alibi legati ad astratte, inconferenti e meramente formali disquisizioni.
La verità è la desolazione e la rabbia di un territorio deturpato e privato di imparagonabili immagini e colori che 2.100 piante di ulivo potevano offrire, soprattutto in un contesto fatto di lavoro, fatica e speranza. Nessuno - tantomeno noi agricoltori - poteva rimanere insensibile di fronte a questa aggressione che è anche una offesa al lavoro e a tanti sacrifici quotidiani.
Gli ulivi sono la nostra storia, la nostra speranza, il nostro avvenire, la nostra ricchezza, il simbolo e l'immagine indelebile di un territorio che è la nostra vita. Questo e solo questo ha animato e giustificato la nostra protesta, fatta con toni, a volte crudi e duri, ma con tanta, tanta passione, che solo chi opera quotidianamente può avere e può comprendere.
Non ci sono attacchi personali, ma solo l'amore per la nostra terra! Battaglie del genere, e questa in particolare, non possono essere subordinate né a steccati né ad appartenenze; né essa può essere immiserita in inutili e patetiche strumentalizzazioni che finirebbero per offendere la nostra storia e i legami con il nostro territorio.
L'unica bandiera che sventoliamo e sventoleremo sempre è quella della tutela della nostra terra. Questi sono i valori che tuteliamo e tuteleremo contro chiunque non dimostrerà nei confronti degli stessi rispetto e volontà di tutela. Quanto accaduto diventa ancora più grave laddove va a interessare il territorio di una città, simbolo nel mondo dell'olio e degli ulivi e, soprattutto, ad incidere negativamente nei confronti di svariati progetti in essere per la tutela e la valorizzazione del nostro tessuto e patrimonio storico e culturale.
L'attenzione e l'interesse che ci stiamo sforzando di costruire intorno al nostro territorio, e a Bitonto in particolare, offrendo l'immagine di una collettività virtuosa e operosa e di un mondo economico in espansione, non possono essere frustrati da atti come quelli denunciati frutto di sciatteria e disinteresse. La voce di questa protesta è stata portata in consiglio comunale senza peraltro aver trovato, almeno per ora, risposte convincenti.
Né ci si può accontentare di un mero richiamo agli strumenti urbanistici e alla suddivisione in zone di intervento, dal momento che è preliminare la conoscenza del singolo territorio e, soprattutto, della sua attuale vocazione; in altri termini un territorio, sia pur ricompreso in zona ASI, ma costituito da un insediamento di ben 2100 alberi di ulivo in buone condizioni di produttività, non può non costituire un ostacolo insormontabile per la realizzazione di un impianto fotovoltaico.
La cosa strana è che, nonostante quanto innanzi descritto, e soprattutto, nonostante il parere negativo espresso dalla Sezione Regionale Tutela e Valorizzazione del paesaggio, il nostro comune, che era il soggetto più fortemente interessato a tutelare il suo territorio, ha invece consentito la realizzazione dell'impianto e l'espianto degli ulivi.
Né si dimentichi che, come appreso, peraltro, nelle valutazioni rassegnate negli atti, stranamente i 2100 alberi di ulivo, che la stessa parte richiedente la realizzazione dell'impianto descrive essere in buone condizioni, vengono poi ritenuti in pessime condizioni. Se vero quanto sopra, è di tutta evidenza l'importanza delle diverse valutazioni soprattutto in riferimento dell'espianto e possibile reimpianto degli ulivi.
Anche per effettuare queste verifiche e individuare altre lamentate incongruenze, abbiamo chiesto l'accesso agli atti; ad oggi, però, nonostante siano decorsi oltre 24 giorni, nessun riscontro si è ancora avuto. Continuiamo e continueremo a chiedere con forza di conoscere gli atti. Né si possono tollerare gli atteggiamenti di disinteresse sostanziale o di irresponsabile fuga dalle proprie responsabilità e doveri istituzionali.
Ho utilizzato nel mio intervento il termine lanzichenecchi, criticato da qualcuno, ma sostanzialmente confortato dalle parole dei tecnici che sono intervenuti che, senza remore, hanno parlato dell'esistenza di numerosi altri progetti del tipo di quelli già autorizzati: almeno abbiamo avuto il merito di aver bloccato queste ulteriori aggressioni al nostro territorio.
Il mondo agricolo e i suoi svariati interpreti sono una grande realtà e una grande e decisiva risorsa per la nostra terra e il suo sviluppo. Tutelarne gli interessi e le ragioni è un dovere non solo istituzionale e politico, ma anche e soprattutto civile e sociale, a cui non ci sottrarremo mai. La volontà politica in queste scelte ha una valenza decisiva anche nei confronti di norme e regolamenti, dovendo rappresentare la voce del territorio e tutela dell'ambiente, che, è bene ricordare, essere un valore di rango costituzionale e quindi di interesse preminente.
La nostra protesta non è, né è stata fine a sé stessa; si è sollevato un problema, si è aperta una discussione che non può non comportare la richiesta rivolta alle istituzioni e in primis al comune di Bitonto a provvedere:
1) alle dovute rettifiche di ordine urbanistico al fine di individuare siti idonei per impianti fotovoltaici preservando i suoli a chiara ed evidente vocazione agricola;
2) al censimento delle aree dismesse degradate industriali e non degradate come possibile sede di impianti di energie rinnovabili;
3) a istituire una consulta per la tutela del paesaggio agricolo che veda il coinvolgimento delle associazioni del mondo agricolo e ambientale quale preliminare presupposto per ogni ulteriore scelta in materia di destinazione delle aree;
4) infine, a farsi parte attiva presso la Regione Puglia per la emanazione di una legge quadro che disciplini aree, interventi, presupposti, limiti e vincoli, così dando maggior forza a identiche iniziative già portate avanti dalla Confederazione Italiana Agricoltori.
Questo è, e rimane, il senso della nostra proposta e della nostra battaglia, che, come detto, travalica appartenenza anche politiche, mirando a tutelare solo ed esclusivamente il mondo e la nostra comunità agricola.
Le amministrazioni interessate e, quindi, anche quella di Bitonto troveranno in queste battaglie sicuramente al loro fianco gli agricoltori, tutte le forze sane della città e soprattutto tutti i cittadini gelosi della loro storia, della loro cultura e della loro appartenenza al proprio territorio. Sono fiducioso che questo messaggio fatto di cuore e passione, possa trovare nel sindaco di Bitonto dovuto e rispettoso ascolto».