
Politica
Gala dell'Olio a Bari, Franco Natilla: «Bitonto non è una succursale»
Le parole del consigliere comunale dopo la notizia del trasferimento dell'evento nel capoluogo
Bitonto - martedì 17 giugno 2025
Anche il consigliere Franco Natilla (I Riformisti - Fronte del Lavoro) interviene sulla vicenda del trasferimento del Galà dell'Olio da Bitonto a Bari. «Apprendiamo con sconcerto e profonda amarezza le dichiarazioni dell'Assessore all'Agricoltura Francesco Brandi in merito al trasferimento del Galà dell'Olio dalla sua storica sede di Bitonto alla città di Bari. Un evento nato nella nostra comunità, cresciuto grazie all'impegno di produttori locali, associazioni e cittadini, viene oggi sottratto al territorio che l'ha ideato e sostenuto con orgoglio per anni», scrive Natilla.
«Ciò che lascia ancora più sgomenti è il tono trionfalistico con cui l'assessore presenta questa scelta come "una grande opportunità". Invece di assumersi la responsabilità di un evidente passo falso, che penalizza Bitonto e la sua filiera olivicola, l'assessore preferisce vantarsene pubblicamente, come se la perdita di un simbolo identitario fosse una conquista da celebrare. È fortemente irrispettoso per il lavoro e i sacrifici di generazioni e generazioni di produttori e lavoratori agricoli e dei continui sforzi i che a tutti i livelli si stanno facendo per portare il nostro olio alle eccellenze che merita», commenta.
«Bitonto non è una succursale di Bari né un serbatoio da cui attingere a piacimento: è capitale dell'olio extravergine d'oliva, riconosciuta e apprezzata ben oltre i confini regionali. Trasferire il Galà equivale a sradicare un pezzo della nostra anima agricola e culturale. Il concetto di "superamento dei campanilismi" non può essere usato come foglia di fico per mascherare l'abbandono delle nostre tradizioni e la rinuncia al protagonismo del nostro territorio. Se davvero crede nella valorizzazione della filiera olivicola pugliese, cominci dal rispetto della sua culla naturale: Bitonto», conclude.
«Ciò che lascia ancora più sgomenti è il tono trionfalistico con cui l'assessore presenta questa scelta come "una grande opportunità". Invece di assumersi la responsabilità di un evidente passo falso, che penalizza Bitonto e la sua filiera olivicola, l'assessore preferisce vantarsene pubblicamente, come se la perdita di un simbolo identitario fosse una conquista da celebrare. È fortemente irrispettoso per il lavoro e i sacrifici di generazioni e generazioni di produttori e lavoratori agricoli e dei continui sforzi i che a tutti i livelli si stanno facendo per portare il nostro olio alle eccellenze che merita», commenta.
«Bitonto non è una succursale di Bari né un serbatoio da cui attingere a piacimento: è capitale dell'olio extravergine d'oliva, riconosciuta e apprezzata ben oltre i confini regionali. Trasferire il Galà equivale a sradicare un pezzo della nostra anima agricola e culturale. Il concetto di "superamento dei campanilismi" non può essere usato come foglia di fico per mascherare l'abbandono delle nostre tradizioni e la rinuncia al protagonismo del nostro territorio. Se davvero crede nella valorizzazione della filiera olivicola pugliese, cominci dal rispetto della sua culla naturale: Bitonto», conclude.