Noemi Pasqualoni
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Cultura

Bullismo e Resilienza nel primo libro di Noemi Pasqualoni

‘Una canzone per Andrea’, edito da Infinito Edizioni, sarà pubblicato a partire dal 23 giugno

Un libro che attraversa il dolore, per approdare sulle rive della Resilienza. È questa la storia raccontata da Noemi Pasqualoni, in Una canzone per Andrea, edito da Infinito Edizioni, che sarà pubblicato a partire da oggi, 23 giugno. La musicista bitontina, classe 2001, racconta la sua metamorfosi delicata e faticosa, per diventare la versione migliore di se stessa, nonostante i traumi del passato. Infatti, la protagonista del libro, Andrea, nel corso della scuola media subisce molestie sessuali e atti di bullismo che la segnano profondamente. Solo grazie alla musica riuscirà a ricominciare e a superare quegli eventi traumatici senza rompersi.

«Il romanzo nasce dalla mia storia e dalle mie esperienze, si forma inizialmente come una raccolta di pensieri, scritti in un momento molto delicato della mia vita, in cui la scrittura si è rivelata una valvola di sfogo. Riordinandoli, il prodotto finale è stato questo breve racconto, che ha come filo conduttore la musica, un mezzo importantissimo di rinascita e consapevolezza - ha dichiarato l'autrice - successivamente ho pensato alla sua pubblicazione per poter contrastare il fenomeno del bullismo e per poter fare informazione in ambienti prevalentemente frequentati da ragazzi, infatti ho destinato la lettura di questo romanzo ad una fascia d'età che si estende dai 10 anni in poi, però vorrei che anche i genitori potessero leggerlo in modo tale da essere supporto costante per i proprio figli».

BitontoViva ha intervistato la giovane autrice.

La tua protagonista si chiama Andrea, un nome che ha subito evocato la canzone omonima di De Andrè: "Andrea s'è perso, e non sa tornare". Anche la tua Andrea si è persa. Quanto è difficile ritrovarsi?
Sì, anche la mia Andrea si è persa, per un periodo, e smarrire la propria strada in un'età, come quella adolescenziale, credo sia un problema molto rilevante. È una fase di transizione che, se saltato, porta via un passaggio importante che ci fa comprendere cosa siamo. Andrea questo non lo ha vissuto ed è diventata grande troppo in fretta. Ritrovare la sua strada è stato molto complicato, ma grazie alla speranza e all'aiuto della musica è riuscita a ritrovare la sua luce.

La vicenda raccontata è interamente bibliografica? C'è qualche parte del libro, in cui hai dato spazio alla tua creatività?
La vicenda del libro è interamente biografica, ho narrato delle vicende della mia vita molto particolari dando anche spazio alla mia creatività, inserendo poesie, disegni per rendere tutto più delicato e gradevole da leggere.

Quanto è importante, quanto è doloroso, per te, raccontare un episodio così brutale?
È importante perché sono dell'idea che queste vicende possano portare informazione tra la gente, il fenomeno del bullismo sembra ancora molto sottovalutato e le settimane dedicate al contrasto di questo fenomeno non portano ancora ai giusti risultati. Brutale lo è tanto. È sempre una ferita ancora parzialmente aperta, nonostante io sia andata avanti e abbia trovato il modo di reagire e ritrovarmi, quando ne parlo mi fa sempre tanto male, spesso penso alla piccola me e a quanto ha dovuto lottare per ricominciare a vivere, sono fiera e orgogliosa di quello che sono diventata, nonostante tutto questo dolore.

Andrea non si è sentita supportata dalle istituzioni scolastiche. Cosa avrebbero dovuto fare?
Credo che le istituzioni scolastiche siano fondamentali, quando vengono meno, crollano delle fondamenta importanti nel mondo di un ragazzo. In questo caso penso avrebbero potuto fare molto di più, proteggendo Andrea dalla brutalità degli episodi accaduti. Invece, hanno fatto l'esatto opposto, giustificando chi aveva commesso violenza.

Che consigli vorresti dare ai ragazzi e alle ragazze che oggi sono protagonisti di storie simili alla tua e a quella di Andrea?
In realtà i consigli sono pochi, gli direi di non buttarsi giù, resistiamo e denunciamo il più possibile, questi atti non devono restare impuniti. Se siamo vittime cerchiamo le mille addizioni che questa vita ci concede, nonostante tutto, ci sono tantissime cose meravigliose e non possiamo perdercele. Per chi invece ha osservato comportamenti violenti nei confronti di poveri ragazzi/ragazze dico di non far finta di nulla, di non essere omertosi e di essere sempre dalla parte del debole e del giusto, mai schierarsi accanto ai bulli perché diventano più forti. Ricordatevi che acquistano consensi proprio grazie a voi e si sentiranno autorizzati a compiere atti sempre peggiori di volta in volta.

Esiste una via di uscita?
La via di uscita siamo noi. Spetta a noi trovare il modo per cambiare la nostra condizione, per quanto sia difficile. I rapporti con le persone che sentiamo vicine sono marginali e consolatori, ci fanno sentire supportati, ma il cambiamento vero e proprio avviene dentro noi dopo una lunga e profonda riflessione. La via di uscita c'è. Basta volerla e trovarla.
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