
Cronaca
«A Bitonto restano consolidati i clan Conte e Cipriano»
Lo scrive l'Antimafia nella relazione semestrale al Parlamento. «I Parisi possono contare sulle espressioni criminali dei Cipriano»
Bitonto - venerdì 8 aprile 2022
«A Bitonto, città dove restano consolidati i clan Conte e Cipriano, i Parisi possono contare sulle efferate espressioni criminali del gruppo Cipriano ora uscito dalla sfera protettiva degli Strisciuglio». È un passaggio della relazione semestrale elaborata dalla Direzione Investigativa Antimafia relativa al primo semestre 2021.
In questi sei mesi lo scenario criminale della città di Bari è stato incisivamente segnato dagli esiti giudiziari dell'inchiesta "Vortice-Maestrale" che ha fotografato «la perdurante operatività» degli Strisciuglio. Ma nell'area di Bari altri tre clan storici quali i Parisi-Palermiti, i Capriati e i Mercante-Diomede «sarebbero ancora in grado di insinuarsi nei centri nevralgici del tessuto sociale manifestando pure mire espansionistiche in provincia». E fra questi territori, l'Antimafia cita Bitonto.
«L'interconnessione esistente tra le dinamiche criminali del capoluogo barese e quelle dei paesi limitrofi - scrive la Direzione Investigativa Antimafia a pagina 201 - caratterizza lo scenario della provincia dove la presenza dei numerosi gruppi sarebbe diretta espressione delle "agenzie mafiose" della città che perseguono tal scopo attraverso l'opera sia di mafiosi, sia di fidati referenti in loco, sia con l'affiliazione di soggetti apicali delle compagini delinquenziali operanti nei territori».
A Bitonto, dunque, «dove restano consolidati i clan Conte e Cipriano, i Parisi possono contare sulle efferate espressioni criminali del gruppo Cipriano uscito dalla sfera protettiva degli Strisciuglio Di interesse al riguardo è la sentenza di condanna del 4 marzo 2021 emessa dal Tribunale di Bari nei confronti di 3 pregiudicati riconducibili ai clan Cipriano e Parisi imputati per tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso ai danni di un imprenditore del posto», è scritto.
Altrettanto significativa, a Bitonto, è la misura preventiva del sequestro anticipato di beni del 28 maggio 2021 fatta dalla Guardia di Finanza nei confronti di un soggetto vicino al clan Parisi indagato nell'inchiesta "Do ut Des" del 2016 per concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione ed illecita concorrenza con violenza e minaccia con l'aggravante della mafiosità. Ma Bitonto è la città in cui sono presenti «qualificati referenti dei Capriati e anche dei Mercante-Diomede».
Partiamo dal clan Capriati, attivo nel borgo antico di Bari. «Le fibrillazioni interne al sodalizio sarebbero causa del tentativo di una scalata da parte di giovani leve vogliose di guadagnare posizioni di vertice. Non meno importante sotto i profili evolutivi è la scarcerazione del figlio dello storico capoclan Capriati». Passiamo al clan Mercante-Diomede che «sembra operativo non solo a Bari, ma anche in vari comuni come Altamura, Adelfia, Bitonto, Gravina in Puglia sino a Triggiano».
Secondo l'Antimafia «il traffico di sostanze stupefacenti - è scritto a pagina 200 - resta una delle principali risorse per la criminalità organizzata che sfrutterebbe i canali di approvvigionamento nazionali e quelli esteri dimostrando una elevata propensione alla collaborazione con organizzazioni criminali straniere soprattutto albanesi le quali riescono a gestire, anche in forma autonoma - si legge - una fetta del particolare mercato criminale senza sovrapporsi alla malavita autoctona».
Persistono, nel barese, i furti perpetrati in danno delle attività commerciali così come continuano gli incendi riguardanti vetture o attività. Sui furti di auto è stato documentato il modus operandi di un gruppo che destinava le auto rubate a un centro di demolizione dove venivano smontate e immesse nel mercato parallelo.
In questi sei mesi lo scenario criminale della città di Bari è stato incisivamente segnato dagli esiti giudiziari dell'inchiesta "Vortice-Maestrale" che ha fotografato «la perdurante operatività» degli Strisciuglio. Ma nell'area di Bari altri tre clan storici quali i Parisi-Palermiti, i Capriati e i Mercante-Diomede «sarebbero ancora in grado di insinuarsi nei centri nevralgici del tessuto sociale manifestando pure mire espansionistiche in provincia». E fra questi territori, l'Antimafia cita Bitonto.
«L'interconnessione esistente tra le dinamiche criminali del capoluogo barese e quelle dei paesi limitrofi - scrive la Direzione Investigativa Antimafia a pagina 201 - caratterizza lo scenario della provincia dove la presenza dei numerosi gruppi sarebbe diretta espressione delle "agenzie mafiose" della città che perseguono tal scopo attraverso l'opera sia di mafiosi, sia di fidati referenti in loco, sia con l'affiliazione di soggetti apicali delle compagini delinquenziali operanti nei territori».
A Bitonto, dunque, «dove restano consolidati i clan Conte e Cipriano, i Parisi possono contare sulle efferate espressioni criminali del gruppo Cipriano uscito dalla sfera protettiva degli Strisciuglio Di interesse al riguardo è la sentenza di condanna del 4 marzo 2021 emessa dal Tribunale di Bari nei confronti di 3 pregiudicati riconducibili ai clan Cipriano e Parisi imputati per tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso ai danni di un imprenditore del posto», è scritto.
Altrettanto significativa, a Bitonto, è la misura preventiva del sequestro anticipato di beni del 28 maggio 2021 fatta dalla Guardia di Finanza nei confronti di un soggetto vicino al clan Parisi indagato nell'inchiesta "Do ut Des" del 2016 per concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione ed illecita concorrenza con violenza e minaccia con l'aggravante della mafiosità. Ma Bitonto è la città in cui sono presenti «qualificati referenti dei Capriati e anche dei Mercante-Diomede».
Partiamo dal clan Capriati, attivo nel borgo antico di Bari. «Le fibrillazioni interne al sodalizio sarebbero causa del tentativo di una scalata da parte di giovani leve vogliose di guadagnare posizioni di vertice. Non meno importante sotto i profili evolutivi è la scarcerazione del figlio dello storico capoclan Capriati». Passiamo al clan Mercante-Diomede che «sembra operativo non solo a Bari, ma anche in vari comuni come Altamura, Adelfia, Bitonto, Gravina in Puglia sino a Triggiano».
Secondo l'Antimafia «il traffico di sostanze stupefacenti - è scritto a pagina 200 - resta una delle principali risorse per la criminalità organizzata che sfrutterebbe i canali di approvvigionamento nazionali e quelli esteri dimostrando una elevata propensione alla collaborazione con organizzazioni criminali straniere soprattutto albanesi le quali riescono a gestire, anche in forma autonoma - si legge - una fetta del particolare mercato criminale senza sovrapporsi alla malavita autoctona».
Persistono, nel barese, i furti perpetrati in danno delle attività commerciali così come continuano gli incendi riguardanti vetture o attività. Sui furti di auto è stato documentato il modus operandi di un gruppo che destinava le auto rubate a un centro di demolizione dove venivano smontate e immesse nel mercato parallelo.