Comitati di Quartiere: «Esperienza utile, ma i bitontini e la politica non sono pronti»

Al termine del primo mandato i presidenti dei comitati fanno un bilancio delle attività

giovedì 18 ottobre 2018 11.11
Un'esperienza che è stata spesso utile per contribuire alla crescita della città, ma rispetto alla quale molti cittadini sono stati indifferenti, avvertendoli solo come riferimento per la segnalazione di disservizi, piuttosto che come apporto allo sviluppo del comune. È questo, in estrema sintesi, il bilancio tratto dai presidenti dei Comitati di Quartiere di Bitonto che, al termine del loro primo mandato, hanno voluto trarre alcune considerazioni sull'attività svolta a partire dal 2015.

«La 'visione' di puntare sui Comitati di Quartiere – spiegano Luciana Quarta, Annarita Priolo, Giuseppe Centrone, Fiorella Carbone e Saverio Ancona - senza ombra di dubbio, è stata un'idea opportuna e fuori da ogni qualsivoglia discussione. Essi sono nati esclusivamente come organismi apartitici, senza scopo di lucro, fondati unicamente sull'attività volontaristica e gratuita dei cittadini residenti, ai quali l'Amministrazione comunale riconosce il ruolo primario di promuovere la partecipazione democratica dei cittadini stessi. Essi svolgono, difatti, un ruolo propositivo e consultivo».

«A consuntivo – tengono però a precisare i responsabili dei vari comitati - si può certamente sostenere, senza ombra di dubbio, essere uno strumento opportuno e valido, pur se riteniamo che l'esperienza abbia presentato qualche criticità, imputabile anche all'essere novità per il nostro territorio. L'opinione diffusa sulla validità, o necessità, di tale 'scommessa' è stata messa spesso in discussione - purtroppo a volte anche dalle stesse testate giornalistiche, web o cartacee - facendo riversare le presunte inefficienze sui comitati stessi, ma, a termine mandato, si può sicuramente dichiarare ben altro».

Secondo i presidenti il progetto, pur essendo «validissimo» sarebbe arrivato per i bitontini «probabilmente troppo presto. Il confronto frequente e concreto tra i Presidenti e i rispettivi direttivi, rivelatosi in alcuni momenti prezioso, ha portato a constatare, molto spesso una limitata partecipazione dei cittadini. Molti di loro probabilmente non ne sentono l'esigenza ed alcuni hanno travisato l'utilizzo, non percependolo come uno strumento di partecipazione diretta, ma quasi come una continua segnalazione di disservizi».
«Utilissimo – si legge ancora nella nota dei presidenti - è stato il lavoro in rete tra i comitati, che ha permesso di raggiungere diversi obiettivi, uno tra tanti, l'analisi del regolamento, che sarà adottato, sulla gestione dei beni comuni, da parte dei cittadini: il LABSUS e tanti piccoli eventi di prossimità, che hanno creato momenti di coinvolgimento reale».

Resta in ogni caso un'esperienza da migliorare molto: «A tre anni dal loro insediamento, probabilmente, i comitati di quartiere sono ancora alla ricerca di una propria identità, ma con la maturità dell'esperienza e una miglior definizione degli obiettivi e del regolamento, riteniamo possa essere trovata. Quindi non era pronta la città, non erano pronti molti di noi. Ma, sempre secondo il nostro parere, cosa ancora più importante, non era pronta anche una parte della politica bitontina. In questi anni troppo spesso, ci si è sentiti non esistenti, se non fosse stato per una cocciuta perseveranza o per l'attenzione che ci è stata concessa da chi, a tratti, ha ascoltato le nostre richieste, esigenze ed osservazioni. In ultimo, vi è rammarico per non essere, a volte, stati informati o interrogati su scelte che potevano in maniera diretta o indiretta coinvolgere i nostri quartieri, le nostre strade o le nostre piazze, in qualità di intermediari diretti dei cittadini».