Gennaro Sicolo durante la sua audizione in Parlamento
Gennaro Sicolo durante la sua audizione in Parlamento
Territorio e Ambiente

Xylella, il presidente del CNO Gennaro Sicolo applaudito in Commissione Agricoltura

Il suo intervento appassionato ha chiamato le istituzioni a un immediato intervento in Puglia

Ha terminato con la voce rotta dalla commozione dopo quasi 15 minuti di appassionati inviti a un deciso intervento dello Stato in favore degli agricoltori colpiti dalla xylella Gennaro Sicolo, il presidente del Consorzio Nazionale Olivicoltori, che oggi è stato ascoltato in Parlamento dalla Commissione Agricoltura per riferire proprio della situazione sull'avanzamento del batterio killer sugli ulivi pugliesi.

«Per anni la xylella è stata insabbiata – ha denunciato Sicolo nel suo intervento - quasi non fosse mai esistita, e se adesso finalmente affrontiamo la questione è solo perché qualcuno, pochissimi, tra cui il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori, ha tenuto alta l'attenzione».
Secondo il presidente del CNO, è «la politica, in tutte le sue articolazioni territoriali, centrali e periferiche, ad aver mancato clamorosamente in questa battaglia. Gli olivicoltori salentini e pugliesi sono stati lasciati soli in balìa di santoni nullafacenti, pseudoambientalisti e pseudoagricoltori, contestatori di professione, che sono riusciti a mettere in piedi un complesso sistema di fake news, alimentato dai social e dall'ignoranza in materia di tanti, nel quale molti sono colpevolmente cascati».

«La xylella – ha spiegato Sicolo - in poco più di cinque anni, da una zona circoscritta a pochi terreni e poche decine di piante, è arrivata a colpire tre province minacciando tutta la Puglia e l'Italia olivicola. A questa campagna di disinformazione si sono sommati comportamenti inadeguati, che in alcuni casi ritengo omissivi, da parte di chi era preposto alla gestione dell'emergenza».
«Non è accettabile – denuncia il presidente del CNO - che 29 ricorsi individuali dal 2015 ad oggi siano stati la presunta causa che ha impedito gli abbattimenti, quando sappiamo che sui nuovi focolai le notifiche di abbattimento vengono recapitate con mesi di ritardo o non vengono addirittura emesse, nonostante la disponibilità degli olivicoltori a procedere alla rimozione delle piante infette».
«Per noi tagliare un albero è un dolore atroce – ammette Sicolo - ma siccome ormai abbiamo maturato la consapevolezza di come sia necessario, per contenere la proliferazione del batterio, tagliare le piante malate, facciamolo. Facciamolo in fretta».
L'unico modo per farlo, secondo il numero uno del CNO è snellire le procedure, garantendo nel contempo un ristoro all'agricoltore costretto a tagliare una pianta, senza dover aspettare tempi biblici.

Le cause della diffusione del batterio, invece, sono soprattutto la mancata cura dei terreni, in cui la cicala sputacchina che veicola il virus, ha potuto proliferare.
«Togliamo gli aiuti pac a questa gente che abbandona i campi e insegue stupide teorie – è la proposta del presidente - e diamo quei soldi ai tanti olivicoltori salentini e pugliesi seri che fanno bene il loro lavoro».

Sicolo, invitando lo Stato a costringere gli amministratori locali a essere più severi con la pulizia dei campi, sia pubblici che privati, ha chiesto un aiuto per gli agricoltori a reimpiantare gli ulivi tagliati, magari con cultivar resistenti al batterio, attingendo ai fondi per lo sviluppo rurale e delle politiche di coesione 2014-2020.
«Abbiate il coraggio di approntare un nuovo Piano Olivicolo Nazionale che dia risposte anche a questa emergenza – ha concluso Sicolo - se l'obiettivo è quello di aumentare la produzione italiana, la Puglia non può essere abbandonata. Gli olivicoltori e i territori hanno bisogno di risposte certe».
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