
Politica
La Lega di Bitonto contro la consegna delle chiavi della Città di Bari a Francesca Albanese
"Non in mio nome" lo slogan scelto per il dissenso
Bitonto - mercoledì 6 agosto 2025
Comunicato Stampa
La Lega bitontina in prima fila, con Sandro Pellegrino — responsabile organizzativo provinciale — tra i rappresentanti del centrodestra metropolitano contro la consegna delle chiavi a Francesca Albanese.
Anche la Lega Salvini Premier ha manifestato ieri, lunedì 4 agosto, la propria contrarietà alla scelta del sindaco di Bari, Vito Leccese, di consegnare simbolicamente le chiavi della città a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati.
Una delegazione della Lega della provincia di Bari — di cui il leghista cittadino ha fatto parte in qualità di responsabile organizzativo per l'intera area metropolitana — era presente, composta e silenziosa, per esprimere dissenso in maniera civile, istituzionale e rispettosa, a testimonianza di un territorio che non accetta scelte imposte dall'alto.
«Già nella giornata di venerdì 1° agosto, in occasione della conferenza stampa e della consegna della lettera ufficiale al sindaco Vito Leccese, ero presente in rappresentanza della Lega bitontina, come firmatario insieme agli altri esponenti della delegazione del centrodestra dell'area metropolitana di Bari» è il pensiero di Sandro Pellegrino «Un impegno costante, chiaro, che si è tradotto in una posizione unitaria e coerente contro un atto che riteniamo profondamente sbagliato. "Non in mio nome" è stato il nostro messaggio. Un messaggio chiaro, opposto alle urla e agli insulti lanciati dal fronte opposto: parole come "assassini", "fascisti", "tornate nella fogna" che nulla hanno a che vedere con una città che dovrebbe unire, non dividere».
Bari non può essere teatro di scelte ideologiche e divisive. La politica estera non è competenza di un sindaco, ma dello Stato, attraverso il Governo e il Ministero degli Esteri. Ancor più grave è il fatto che tale decisione non sia stata né condivisa con la cittadinanza né discussa con i rappresentanti della maggioranza e dell'opposizione nella massima assise.
«Francesca Albanese è una figura divisiva, non solo tra israeliani e palestinesi, ma anche all'interno della stessa area metropolitana di Bari. Una persona già sanzionata dagli Stati Uniti per le sue posizioni estreme e, a mio avviso, incapace di distinguere la difesa dei diritti umani dalla necessaria condanna del terrorismo di Hamas» prosegue Pellegrino.
La Lega ha scelto un'altra via: la via del silenzio e della presenza, per dire no a gesti simbolici usati come atti politici unilaterali. «La città metropolitana di Bari merita equilibrio, non propaganda. Le chiavi della città non andavano consegnate. "Non in mio nome"».
Anche la Lega Salvini Premier ha manifestato ieri, lunedì 4 agosto, la propria contrarietà alla scelta del sindaco di Bari, Vito Leccese, di consegnare simbolicamente le chiavi della città a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati.
Una delegazione della Lega della provincia di Bari — di cui il leghista cittadino ha fatto parte in qualità di responsabile organizzativo per l'intera area metropolitana — era presente, composta e silenziosa, per esprimere dissenso in maniera civile, istituzionale e rispettosa, a testimonianza di un territorio che non accetta scelte imposte dall'alto.
«Già nella giornata di venerdì 1° agosto, in occasione della conferenza stampa e della consegna della lettera ufficiale al sindaco Vito Leccese, ero presente in rappresentanza della Lega bitontina, come firmatario insieme agli altri esponenti della delegazione del centrodestra dell'area metropolitana di Bari» è il pensiero di Sandro Pellegrino «Un impegno costante, chiaro, che si è tradotto in una posizione unitaria e coerente contro un atto che riteniamo profondamente sbagliato. "Non in mio nome" è stato il nostro messaggio. Un messaggio chiaro, opposto alle urla e agli insulti lanciati dal fronte opposto: parole come "assassini", "fascisti", "tornate nella fogna" che nulla hanno a che vedere con una città che dovrebbe unire, non dividere».
Bari non può essere teatro di scelte ideologiche e divisive. La politica estera non è competenza di un sindaco, ma dello Stato, attraverso il Governo e il Ministero degli Esteri. Ancor più grave è il fatto che tale decisione non sia stata né condivisa con la cittadinanza né discussa con i rappresentanti della maggioranza e dell'opposizione nella massima assise.
«Francesca Albanese è una figura divisiva, non solo tra israeliani e palestinesi, ma anche all'interno della stessa area metropolitana di Bari. Una persona già sanzionata dagli Stati Uniti per le sue posizioni estreme e, a mio avviso, incapace di distinguere la difesa dei diritti umani dalla necessaria condanna del terrorismo di Hamas» prosegue Pellegrino.
La Lega ha scelto un'altra via: la via del silenzio e della presenza, per dire no a gesti simbolici usati come atti politici unilaterali. «La città metropolitana di Bari merita equilibrio, non propaganda. Le chiavi della città non andavano consegnate. "Non in mio nome"».