La congiura Copertina
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Cultura

Federica Introna presenta oggi a Bitonto il suo romanzo storico 'La congiura'

Il riscatto di un genere attraverso la nuova luce sulla figura della liberta latina Epicari

Il romanzo storico è considerato spesso un genere che coinvolge una fascia di lettori per lo più maschile. Federica Introna, filologa barese, insegnante di Italiano e Latino e appassionata di storia è convinta, che questo genere possa essere, invece, una nuova frontiera della letteratura femminile.
La Congiura è il suo romanzo d'esordio, pubblicato dalla casa editrice Newton Compton Editori nella collana Nuova Narrativa Newton, vincitore del concorso ilmioesordio. 253 pagine, divise in 16 capitoli, scritte in modo avvincente in cui si narra la storia di una cospirazione ordita da un gruppo di senatori contro l'imperatore Nerone. Tra ricatti, omicidi e inganni, emerge la figura di una donna, Epicari, una liberta che vive a Baia, nel 65 d.C.

Federica Introna presenterà il suo romanzo oggi a Bitonto, alle ore 18.30 nel Salotto Letterario Centro Studi G. Degennaro (largo Teatro, 7). La presentazione sarà in occasione della VII edizione di Parco delle Arti, progetto comunale Bitonto Città dei Festival: Viaggi Letterari nel Borgo.
Publio Cornelio Tacito negli Annales cita questa donna in occasione della congiura pisoniana contro Nerone, il suo compito fu di cercare di convincere Volusio Proculo o Valerio Proculo, un ufficiale neroniano, ad uccidere l'imperatore. L'ufficiale invece svelò la congiura. Epicari fu arrestata ma non fece mai i nomi dei congiurati. Tacito la descrive come un esempio di grande coraggio: "Fulgido esempio di eroismo, dato da una donna, una liberta, che in un così grande pericolo volle proteggere degli estranei e quasi degli sconosciuti, mentre degli uomini nati liberi, dei cavalieri e dei senatori romani, senza essere sottoposti a tortura, tradivano ognuno le persone più care". Giovanni Boccaccio la cita nel suo libro sulle donne illustri "De mulieribus claris".

Federica Introna nel suo romanzo d'esordio ridona luce e memoria a questa figura femminile tra personaggi ambiziosi e avidi di potere, nobili meschini e indolenti, e figure capaci di gesti disinteressati. Introna racconta di una donna alle prese con il suo passato e il suo primo amore, capace di lottare per la libertà e la giustizia, seppur giovanissima. La citazione di Lisistrata, tratta da Arisofane con cui si apre il romanzo - «Io sono certo una donna, ma ho senno e non penso in modo comune, ho ascoltato molti discorsi dal padre e dagli anziani e non sono perciò meno istruita» - rivela già il meticoloso lavoro filologico fatto da Federica Introna nellaricostruzione sociale e umana di un personaggio, scomparso del tutto dai libri di storia.
«Per La Congiura mi sono ispirata a una vicenda reale narrata da Tacito negli Annales - racconta l'autrice - in cui brevemente parla della liberta Epicari. Ho poi arricchito la storia romanzandola, perché mi interessava molto la figura di questa giovane donna, emblema di coraggio e libertà e perciò attualissima. Ho iniziato a scrivere questo romanzo nel 2011, volevo coniugare al genere storico, che prediligo, anche una storia ricca di emozioni».

Il romanzo è stato pubblicato nel 2017, classificandosi primo tra 2400 opere al concorso nazionale ilmioesordio, creato in collaborazione da Newton Compton Editori e Scuola Holden, con l'obiettivo di selezionare e premiare i migliori racconti inediti.
Coraggio, rischio e amore per la libertà, oggi come nell'antico Impero Romano. Federica Introna, come Epicari, insegna a tutte le donne che non bisogna mai rinunciare a difendere la propria identità e la propria libertà, anche quando tutto pare contro.

SINOSSI
Baia, 65 d.C.
Mentre gli aristocratici romani si rilassano nel lussuoso centro termale, fra laute cene e bagni rigeneranti, una liberta di nome Epicari prende parte attiva alla congiura ordita contro Nerone. Pronta e determinata, sorprende tutti incitando all'azione attraverso un discorso di grande efficacia ed esponendosi in prima persona per coinvolgere quante più forze possibile. Ma un inatteso colpo di scena rischia di compromettere il piano: un omicidio atroce e misterioso sconvolgerà gli animi dei congiurati, svelando il doppio volto di alcuni tra coloro che partecipano all'impresa. Personaggi ambiziosi e avidi di potere, nobili meschini e indolenti. Eppure tra di loro ci sono anche figure capaci di gesti disinteressati e coerenti. Mentre si tesse la trama contro un imperatore colpevole di atti crudeli e azioni scellerate, Epicari dovrà fare i conti col suo passato e con il suo primo amore, conoscerà la paura e il tradimento, ma non rinuncerà mai a lottare con tutta se stessa per la libertà. Per la propria e per quella di Roma.

Federica Introna, nata a Bari dove si è laureata in Lettere e ha poi conseguito il Dottorato di ricerca in Filologia greca e latina. Ha pubblicato diversi saggi scientifici fra cui "La retorica nell'antica Roma". Ha da sempre anche una passione per la poesia, infatti ha pubblicato due sillogi, Terre di sole (Il Filo 2007) e nel 2014 Sull'orlo del cerchio (Stilo Editrice). Attualmente insegna materie letterarie e Latino nei licei e continua la sua attività di ricerca. Per promuovere la lettura e la scrittura partecipa all'organizzazione di eventi e concorsi. "La congiura" è il suo primo romanzo.

«Trama subito avvincente, scorrevole e coinvolgente, ambientazioni descritte in maniera molto viva, come fosse una sceneggiatura».
«Questa storia dovrebbe essere raccontata alle donne di oggi. Epicari ha saputo interpretare al meglio ciò che una donna è e può essere. Donna di coraggio, di principi, ma anche capace di amare profondamente un uomo».
«Si vede chiaramente un grande lavoro di ricerca, la scrittura è chiara e coinvolgente».
«Se amate la Storia non potete perdervi anche questo stralcio di storia romana. Ma anche se non l'amate sarà Epicari a farvene innamorare con la sua tenacia e con il suo coraggio».
«Non so dire se Epicari fosse una prescelta - confesserà a un certo punto Anneo Mela - ma so che quell'aria di selva se la portava ancora dentro: era il respiro della libertà».

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