Un'aula del Tribunale
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Cronaca

Accusato di aver calunniato la pm che indagava su di lui: assolto il boss Conte

La gup del Tribunale di Lecce l'ha assolto dal reato di calunnia e oltraggio a magistrato in udienza: «voleva solo difendersi, non offendere»

La giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Lecce, Valeria Fedele, ha assolto il boss Domenico Conte dal reato di calunnia e di oltraggio ad un magistrato in udienza «perché il fatto non costituisce reato», trattandosi solo «di uno sfogo nell'esercizio del diritto di difesa». La vicenda contestata è del 16 marzo 2023.

Nel processo in cui era imputato per traffico di droga (conclusosi con la condanna a 20 anni), il pluripregiudicato rese dichiarazioni spontanee accusando di falso il pubblico ministero Ettore Cardinali che aveva indagato su di lui. «Su di me il pubblico ministero sta dicendo un sacco di bugie» è una delle frasi pronunciate dal boss Conte in aula. Dinanzi ai magistrati salentini, il pregiudicato bitontino, difeso dall'avvocato Pino Giulitto, ha scelto di essere processato col rito abbreviato.

Secondo il giudice che l'ha assolto, «nel corso delle sue dichiarazioni l'imputato ripete più volte di non voler offendere, accusare o calunniare alcuno» e «le parole usate per esternare le sue considerazioni risentono del suo basso livello di istruzione». Nelle frasi ritenute oltraggiose, il boss faceva anche riferimento all'accusa di essere ritenuto il mandante dell'omicidio della anziana sarta Anna Rosa Tarantino, uccisa il 30 dicembre 2017 mentre camminava nel borgo antico di Bitonto.

Per questo processo a febbraio si celebrerà l'appello ter. «Il pm sa perfettamente che nell'omicidio non c'entro niente» diceva il boss. Secondo il gup «tutte le frasi di Conte sono solo il frutto del suo tentativo di difendersi dalle accuse rivoltegli, negando la verità dei fatti sostenuti dal pm attraverso al critica del suo operato».
  • Domenico Conte
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