«Sospesi gli scontri tra il clan Cipriano e il clan Conte». Ma è davvero così?

Lo afferma l'Antimafia: «In particolare, le ostilità tra i due clan erano riprese a partire dall'autunno 2017»

sabato 20 luglio 2019 9.43
A cura di Nicola Miccione
In Puglia ormai è consolidato il principio che consente di parlare di "mafie" e non di "mafia": nel tacco dello stivale italiano, infatti, lungo e vasto, non avendo mai avuto una criminalità organizzata unita, «si è andata frastagliando a seconda della posizione geografica».

Quello che più allarma nella seconda relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia è «il diffuso e sistematico rinvenimento di armi, parallelamente agli svariati, gravi fatti di sangue delle cosche pugliesi, che non si fanno scrupolo di sparare nei centri cittadini. Si pensi al caso dell'anziana di Bitonto, uccisa il 30 dicembre 2017. Sparatorie che sono indicative delle profonde fibrillazioni tra le cosche, riferibili alle contese per il controllo del territorio».

Più nel dettaglio, secondo quanto evidenziato dall'Antimafia, «a Bitonto - si legge a pagina 233 della relazione del secondo semestre del 2018 - sembrerebbero temporaneamente sospesi gli scontri tra i diversi clan in lotta per il controllo delle attività illecite nelle varie zone della città di Bitonto. In particolare, le ostilità tra il clan Cipriano, già costola degli Strisciuglio e legato ai Parisi, ed il clan Conte (articolazione dei Caprati), erano riprese a partire dall'autunno 2017».

«In quel momento, alcuni soggetti del gruppo Cipriano - ricostruisce l'Antimafia - erano transitati nel clan Conte, il cui boss aveva dato loro l'incarico di aprire una nuova piazza di spaccio nel centro storico di Bitonto (denominata "del Ponte"). Ciò aveva determinato una serie di aggressioni, pestaggi e raid armati che hanno destato un forte clamore mediatico quando, nel corso dell'ennesimo scontro, il 30 dicembre 2017 era rimasta uccisa un'anziana pensionata».

«Le indagini sui menzionati fatti di sangue hanno portato, già nei primi mesi del 2018 - spiega ancora l'Antimafia - all'esecuzione di alcune misure cautelari anche nei confronti degli elementi di vertice dei due gruppi, alle quali hanno fatto seguito altre due concluse a settembre. La prima ha portato all'arresto di tre soggetti appartenenti al clan Cipriano, ritenuti responsabili del tentato duplice omicidio, registrato il 23 febbraio 2018, in danno di due elementi del clan Conte».

«La seconda - dice ancora la Direzione Investigativa Antimafia a pagina 233 - ha riguardato, invece, due elementi sempre del clan Conte, ritenuti rispettivamente il mandante (il capo clan) e l'esecutore materiale dell'attentato, commesso a Bitonto il 14 marzo 2018, in danno di elementi del clan Cipriano, evento in cui era rimasta ferita, altra vittima incolpevole, una ragazza che stava passeggiando per le strade della città di Bitonto».

Per l'Antimafia, «oltre ai clan Conte e Cipriano, - è scritto a pagina 233 - a Bitonto permangono il gruppo Cassano (o Cassano-Di Cataldo), legato ai Diomede di Bari, dedito alle estorsioni e allo spaccio di stupefacenti, e gruppi "minori" (originati da fratture nei sodalizi principali), tra cui il clan Modugno, legato ai Telegrafo di Bari, il cui capoclan è affiliato agli Strisciuglio», mentre «il clan Capriati, storicamente attivo nel borgo antico di Bari, ha collegamenti anche a Bitonto».

Numerosi, infine, sono stati, nel semestre in esame, gli episodi intimidatori in danno di imprenditori. Risulta elevato pure il numero dei reati predatori consumati. Spiccano le rapine, le "spaccate", gli assalti alle colonnine self - reati registrati in passato anche a Bitonto - nonché i furti di camion, auto e trattori.