Migrazioni, Marco Omizzolo ospite a Bitonto

L'autore di "Essere migranti in Italia" ha dialogato con Savino Carbone alla Biblioteca "Rogadeo"

mercoledì 19 febbraio 2020
A cura di Gianluca Battista
Interrogarsi sui flussi migratori in Italia vuol dire sostanzialmente interrogarsi sul presente e sul futuro del nostro Paese. Un argomento imprescindibile nel dibattuto e nell'agenda dei partiti politici. Da qualunque angolazione lo si guardi, il fenomeno migratorio non può essere ridotto ad un retaggio meramente ideologico e deve essere affrontato dati alla mano.

Ieri sera, 18 febbraio, la Biblioteca "E.Rogadeo" di Bitonto ha ospitato uno degli appuntamenti del corso di conferenze "Le migrazioni nel Mediterraneo e in Italia" volute dall'Ordine dei Giornalisti della Puglia. Ospite dell'evento bitontino l'autore del libro "Essere migranti in Italia", Marco Omizzolo, che ha dialogato con il reportagista Savino Carbone, partendo dai suoi scritti e cercando di dare risposte sulla stretta attualità del nostro Paese.

Ne è emerso un quadro sconfortante per alcuni versi, almeno per quanto attiene il breve periodo, visto che per Omizzolo il Decreto Sicurezza "griffato" Matteo Salvini non serviva e non serve a rendere migliore l'Italia. Non serve perché interrompe buone pratiche d'integrazione o le limita fortemente, ridimensionando un complesso di servizi volti a garantire ai richiedenti asilo formazione e inclusione figlie di percorsi portati avanti da professionisti qualificati. Vi sarebbe dunque una «narrazione che ha contribuito a costruire la paura nei confronti del diverso, di chi viene da fuori. Chi sbarca sulle nostre coste - ha sottolineato l'autore - entra in un sistema che produce invisibilità ed emarginazione».

Il provvedimento, avrebbe dunque «prodotto una forma di accoglienza "parcheggio", che a sua volta produce emarginazione e rende strutturalmente fragili i suoi ospiti, agevolandone lo sfruttamento per mezzo di datori di lavoro senza scrupoli, caporali e speculatori vari». E non è un caso che la Puglia sia diventata, come la Calabria, la terra dei "ghetti" del ventunesimo secolo, quelli in cui la dignità, soprattutto durante le stagioni dei raccolti, resta una parola astratta, con le mafie ad ingrassare i loro proventi sulla carne di gente venuta da lontano che sembra non poter sperare in un domani migliore.

«Il Decreto Sicurezza boicotta anche le espressioni ed esperienze più virtuose e inclusive», si pensi allo SPRAR che ha visto giovanissimi richiedenti asilo giungere in piccoli e grandi centri della penisola per "ricominciare" una vita che prima, forse, non avevano mai avuto nelle loro nazioni di provenienza, minacciati di morte o costretti a "fare la guerra".

I Decreti Sicurezza sono uno dei punti di svolta possibili, pertanto, se cambiati da istituzioni che, tuttavia, per lo scrittore, hanno in questo momento storico legittimato le paure, rimanendo di fatto paralizzate.

Ne è emerso che si può e si deve fare di più collettivamente, non solo a livello di coscienza civile, ma lo si può fare con un'Europa che guardi con reale interesse ai flussi migratori e sappia essere accogliente senza creare contrasti tra poveri, senza alzare muri o chiudere porti, senza pensare di perdere la propria identità culturale.

Se arrivano da noi, se guardano alle nostre coste come ad un approdo salvifico, ci sono tanti buoni motivi. È dunque tempo di un nuovo Umanesimo.