Maxi sequestro a noto imprenditore bitontino: sigilli a beni per circa 20 milioni di euro

Secondo i Carabinieri avrebbe reinvestito capitali illeciti dichiarando peraltro redditi bassissimi

mercoledì 28 marzo 2018 11.18
Questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno dato esecuzione a una misura patrimoniale antimafia di sequestro anticipato di beni, ai sensi della normativa antimafia, emesso dal Tribunale barese, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di Francesco Mena, 62enne imprenditore di Bitonto, indagato negli anni per reati contro il patrimonio e la persona.

«Il provvedimento – spiegano i militari - scaturisce dagli esiti dell'articolata manovra investigativa patrimoniale, condotta dal Nucleo Investigativo e coordinata dalla magistratura antimafia, che ha consentito di accertare come il destinatario della misura ablativa avesse accumulato un ingente patrimonio immobiliare e aziendale, reimpiegando i capitali conseguiti illecitamente nel corso di decenni. Del resto, è stata documentata come tali sostanze rientrino di fatto nella sua disponibilità, malgrado i modesti redditi dichiarati, sebbene intestati a congiunti prestanome».

I Carabinieri hanno quindi messo i sigilli a «una fiorente società di capitali operante nella gestione di importanti attività dei settori ludico-ricreativo, della ristorazione e della somministrazione, un rinomato complesso di intrattenimento ricomprendente un bowling, un casinò per slot machine, una discoteca, un'ampia sala biliardo, un ristorante, un american bar e un pub, inoltre, 4 rapporti di conto corrente bancario», tutti situati a Bitonto.

«Saranno per di più oggetto d'espoliazione – prosegue la nota del Comando Provinciale - tre noti bar, due dei quali ubicati sempre a Bitonto e recanti anche ampi spazi destinati alle slot machine, il restante situato nel centro di Palo del Colle, infine, rispettivamente, in Bitonto e nel suo agro, un locale commerciale esteso oltre 320 metri quadrati e 14 terreni edificabili».

«Si tratta, complessivamente, - conclude il comunicato stampa dell'Arma dei Carabinieri - di una universalità di beni del valore totale stimato pari a circa 20 milioni di euro».