Il vescovo Savino invita i migranti della nave Diciotti nella sua Diocesi

«Vengano qui: su quella nave una delle storie più tristi della storia del nostro tempo»

lunedì 27 agosto 2018 14.42
Alcuni dei migranti raccolti dalla nave Diciotti poi "bloccata" dal ministero degli Interni e infine autorizzata a sbarcare dopo un accordo con la Conferenza Episcopale Italiana finiranno nella diocesi del vescovo bitontino di Cassano allo Ionio, Francesco Savino. Già nelle scorse ore "Don Ciccio", com'è meglio noto ai suoi compaesani, aveva dichiarato di aver dato alla CEI «la disponibilità ad accogliere alcuni immigrati sbarcati dalla nave "Diciotti". Nelle prossime ore sapremo quanti saranno. Anch'io ritengo che su quella nave si sia consumata una delle pagine più tristi della storia del nostro tempo. Ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza di umanità. Sono profondamente convinto che la questione dell'immigrazione va affrontata dall'intera Europa, ma non si possono strumentalizzare gli immigrati per fini politici o per pura propaganda. Non si può giocare sulla pelle, sulla vita degli immigrati. È in gioco la civiltà e direi anche una democrazia più responsabile. Non è buonismo ma è una questione di democrazia. È chiaro che l'accoglienza senza integrazione è fallimentare. L'accoglienza è una sfida e per un cristiano è anche una questione di fedeltà al Vangelo, che va preso nella sua totalità»

«Gli immigrati – ha detto al Corriere della Calabria mons. Savino – non vengono in Italia in crociera, fuggono da Paesi dove ci sono guerre, fame e persecuzione, lasciando anche gli affetti più cari. La Diocesi di Cassano ha nell'anno scorso aperto due centri per immigrati minori non accompagnati, ha accolto, nell'ambito del progetto Cei "Corridoi Umanitari" due famiglie eritree che sono ospitate a Morano Calabro presso la Parrocchia S. Maria Maddalena. Il sogno che ci abita è vivere una chiesa tutta missionaria e inclusiva. L'inclusione è una sfida e anche un'opportunità, sia per lo Stato che per la Chiesa. L'immigrazione è una strada per realizzare la convivialità delle differenze».