
Attualità
“Siamo in riserva”: Acquedotto Pugliese rilancia la campagna sulla crisi idrica
Alla vigilia della stagione calda le fonti di approvvigionamento sono ancora in deficit. Appello al contenimento dei consumi d’acqua per risparmiare
Bitonto - mercoledì 11 giugno 2025
Comunicato Stampa
Acquedotto Pugliese rilancia la campagna di sensibilizzazione "Siamo in riserva" con l'obiettivo di richiamare l'attenzione dei cittadini pugliesi sulla necessità di contenere i consumi per risparmiare più acqua possibile e fronteggiare una crisi idrica, che si conferma particolarmente severa alla vigilia della stagione calda.
A tutti i sindaci pugliesi l'appello dell'assessora regionale all'Ambiente, Serena Triggiani, a sostenere la campagna con un impegno comune reso indispensabile dalla "crisi idrica più dura che affrontiamo dall'inizio del millennio".
Di seguito il testo del comunicato stampa diffuso da Acquedotto Pugliese e una completa raccolta di domande su crisi idriche e gestione dell'acqua potabile in Puglia.
Le precipitazioni degli ultimi mesi sulle fonti sono state insufficienti e l'acqua a disposizione è poca: è necessario il contributo di tutti per superare la fase acuta della crisi idrica più dura da inizio millennio. In vista dell'estate, con temperature elevate e fabbisogno in aumento, ogni goccia diventa fondamentale. Da quelle risparmiate da Acquedotto Pugliese (AQP) con la tecnologia messa in campo negli ultimi anni e le riduzioni di pressione su tutta la rete attuate dal 21 ottobre scorso, che è necessario mantenere, a quelle che possono recuperare, con piccoli gesti quotidiani, i 4 milioni di cittadini serviti. Più acqua saremo capaci di risparmiare, tutti, più si allontanerà il rischio di un inasprimento delle restrizioni: è il messaggio al centro della campagna Siamo in riserva, che da oggi AQP rilancerà in tutti i territori serviti.
La Puglia e i comuni campani gestiti da AQP sono riusciti a superare il 2024 senza interruzioni al servizio, in controtendenza rispetto alle sofferenze registrate da ampie aree del Sud Italia. Un risultato frutto della particolare interconnessione del sistema gestito da Acquedotto Pugliese, fra i più grandi e complessi al mondo, e delle innovazioni gestionali e infrastrutturali attuate: rispetto al 2009, oggi AQP riesce a soddisfare il fabbisogno risparmiando oltre 100 milioni di metri cubi d'acqua all'anno, circa la quantità attualmente presente nell'invaso del Pertusillo, fondamentali per la resilienza del sistema.
Le crisi idriche, tuttavia, storicamente hanno uno sviluppo biennale e il secondo anno è il più difficile, poiché le precipitazioni autunnali e invernali non riescono a coprire gli ammanchi precedenti. Ad oggi, infatti, la disponibilità idrica totale degli invasi, da cui AQP copre oltre la metà del fabbisogno, è inferiore del 42% rispetto ai valori medi storici. E la portata media delle sorgenti irpine, che pesano per un terzo sul mix di fonti, è in calo di oltre il 29%. Il livello di severità idrica per il potabile in Puglia rilevato dall'Osservatorio permanente dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale resta medio tendente a elevato; alla vigilia dell'estate 2024 era medio. Nella contingenza, dunque, è necessario risparmiare più acqua possibile.
Le crisi idriche sono uno degli effetti della crisi climatica che sta interessando il pianeta e colpendo in particolare il bacino del Mediterraneo. Quella attuale è la quarta che colpisce la Puglia da inizio millennio, nonché la più severa. Acquedotto Pugliese, in coordinamento con Regione Puglia e Autorità Idrica Pugliese (AIP), affronta la sfida del cambiamento da diversi anni con un programma specifico che ha sviluppato modelli previsionali, tecnologie predittive e strategie di gestione basate su tre direttrici: il risanamento e la digitalizzazione delle reti, con interventi in corso per 800 milioni di euro su 1.300 chilometri di condotte; il riuso, con 45 depuratori già pronti a sostenere l'agricoltura con oltre 60 milioni di metri cubi d'acqua affinata; la ricerca di nuove fonti, con le interconnessioni ad altre regioni e la realizzazione di dissalatori, i quali potranno dare più autonomia e resilienza alla Puglia. Maggiori informazioni sulla gestione delle crisi idriche nella sezione dedicata del sito di AQP.
FAQ sulla crisi idrica in Puglia
Parliamo di crisi idrica quando l'acqua a disposizione di un determinato territorio è insufficiente, per un periodo prolungato, a soddisfare la domanda per i diversi usi: potabile, irriguo e industriale. Storicamente nel territorio pugliese le crisi idriche sono cicliche e hanno durata biennale. Nel nuovo millennio si sono già verificate nel 2001-2002, 2007-2008 e 2017-2018. Quella attuale è iniziata nel 2024 e si stima che duri per gran parte del 2025.
Da cosa è causata una crisi idrica?
Il fattore più importante è la crisi climatica e si manifesta con aumento delle temperature, siccità prolungate, diverse quantità e distribuzioni delle precipitazioni (nivali e meteoriche): è quello che sta avvenendo in questi mesi nel Sud Italia. Le crisi idriche possono essere scatenate anche da prelievi eccessivi rispetto alle disponibilità e da gestioni inefficienti.
Qual è la differenza tra crisi ed emergenza idrica?
L'emergenza idrica è una situazione critica che si verifica quando la crisi idrica raggiunge un livello tale da mettere a rischio immediato la salute, la sicurezza e il benessere della popolazione, la sopravvivenza delle colture, le attività industriali e l'ambiente. È una condizione che richiede interventi urgenti e straordinari per fronteggiare la scarsità di acqua e mitigarne gli effetti negativi.
Acquedotto Pugliese gestisce il Servizio Idrico Integrato (SII) in Puglia e in 12 comuni della Campania. Significa che si occupa di tutte le fasi del ciclo dell'acqua potabile (quella che utilizziamo nelle nostre case): dalla sua captazione e potabilizzazione, al trasporto e distribuzione alle utenze, alla raccolta e depurazione delle acque reflue, fino alla restituzione all'Ambiente. Il sistema si sviluppa su oltre 24 mila chilometri di rete idrica (di cui 5 mila per la sola adduzione e 3.500 di allacci), circa 1.500 opere tra serbatoi, partitori e impianti di sollevamento, a cui si aggiungono gli oltre 13 mila chilometri di reti fognarie e 700 impianti di sollevamento. AQP conta inoltre su 5 potabilizzatori ubicati in tre regioni, 10 laboratori di analisi, 185 depuratori e 45 impianti d'affinamento.
AQP gestisce anche l'acqua per usi irrigui e industriali?
No, AQP si occupa del ciclo potabile. Il servizio idrico per agricoltura e industria è gestito da soggetti diversi con reti di distribuzione dedicate e acque con un grado di trattamento diverso. Tuttavia, spesso le fonti, come gli invasi, sono comuni ai tre settori. In questo caso di parla di fonti a uso plurimo.
Acquedotto Pugliese può sostenere l'approvvigionamento idrico dell'agricoltura?
Non è compito istituzionale di AQP garantire l'approvvigionamento idrico per gli usi irrigui. Nonostante ciò, in un'ottica di economia circolare, già oggi Acquedotto Pugliese mette gratuitamente a disposizione le acque affinate dei suoi depuratori.
Dove sono le principali fonti di approvvigionamento di AQP? Come funziona il sistema?
Acquedotto Pugliese attinge circa il 58% di acqua da 5 invasi (Sinni, Pertusillo, Conza, Occhito e Locone) che servono anche l'agricoltura e, in alcuni casi, l'industria, il 28% dalle sorgenti irpine, che servono anche altri gestori del SII diversi da AQP, e la restante parte, il 14%, da 169 pozzi dislocati soprattutto nella parte meridionale della Puglia e dedicati esclusivamente all'uso potabile. Questo mix di fonti viene reso disponibile mediante 6 schemi idrici che attraversano 3 territori regionali (Campania, Basilicata e Puglia) e sono fortemente interconnessi tra loro, consentendo ad Acquedotto Pugliese di colmare eventuali carenze idriche di uno schema con l'altro. Questa gestione ottimizzata anche grazie alla digitalizzazione della rete, unitamente agli investimenti continui per la riduzione delle perdite idriche, consente ad AQP di efficientare la risorsa idrica e sviluppare resilienza rispetto alle crisi.
Quanta acqua degli invasi a uso plurimo è destinata al potabile e quanta agli altri usi?
Il 50% circa dell'acqua è destinata a usi irrigui, il 45% circa al potabile e il 5% circa all'industria.
Chi regola il prelievo delle acque per i diversi usi?
L'attività di pianificazione e gestione delle risorse idriche di un'ampia area del Sud Italia, di cui fa parte anche la Puglia, è di competenza dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale. Le regioni italiane su cui ha competenza sono sette: Basilicata, Calabria, Campania e Puglia per intero; Abruzzo, Lazio e Molise parzialmente. Sulla distribuzione delle risorse idriche per i vari usi e per i diversi territori incidono inoltre accordi tra regioni.
Chi gestisce operativamente gli invasi a uso plurimo da cui si rifornisce AQP?
La gestione degli invasi di Sinni e Pertusillo in Basilicata e di Conza in Campania è di Acque del Sud, la società che da gennaio 2024 ha preso il posto del soppresso Ente per lo Sviluppo dell'Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia (E.I.P.L.I.). La gestione della diga di Occhito, fra Puglia e Molise, è del Consorzio per la Bonifica della Capitanata. La gestione dell'invaso del Locone, in Puglia, è del Consorzio di Bonifica Centro Sud Puglia.
L'acqua potabile ha una tutela particolare rispetto agli altri usi?
Sì, il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, noto come Testo Unico Ambientale, stabilisce che "gli usi diversi dal consumo umano sono consentiti nei limiti in cui le risorse idriche siano sufficienti e a condizione che non ne pregiudichino la qualità".
Perché gli agricoltori pugliesi lamentano la mancanza di acqua mentre nelle case dei cittadini scorre?
Nonostante alcune fonti di approvvigionamento in comune (come gli invasi del Sinni, Pertusillo, Conza, Occhito e Locone in misura marginale), l'acqua potabile e quella per usi irrigui hanno reti e gestioni totalmente diverse e altrettanto diverso livello di efficienza. Inoltre, fatto salvo il bisogno del potabile, spesso il livello delle riserve non garantisce la totalità del fabbisogno dell'agricoltura, che è più del doppio rispetto a quello del potabile ed è concentrato nei mesi più siccitosi.
La situazione per il potabile oggi in Puglia
La Puglia è in emergenza idrica per il potabile?
No, attualmente per il potabile la situazione non è di emergenza perché l'acqua disponibile è ancora sufficiente a soddisfare il fabbisogno dei 4 milioni di cittadini serviti da Acquedotto Pugliese. Nonostante la situazione di crisi, il servizio continua ad essere regolarmente erogato in tutto il territorio grazie ad alcune misure gestionali adottate da AQP. Una di queste è la riduzione della pressione idrica attuata dal 21 ottobre 2024. La manovra, funzionale a ottimizzare l'acqua distribuita nel rispetto degli standard di qualità previsti dalla Carta del servizio idrico integrato, sta consentendo alla Puglia di allontanare il rischio di ulteriori restrizioni. L'attuale regime pressorio sarà dunque mantenuto fino al cessare delle esigenze. AQP mantiene un attento e continuo monitoraggio della situazione in quanto è necessario affrontarla con un approccio dinamico che tenga conto di analisi e previsioni che vengono elaborate in continuo.
Qual è l'attuale livello delle disponibilità idriche di AQP?
Per gli invasi, che nel 2024 hanno pesato sull'approvvigionamento potabile complessivo della Puglia il 58%, la disponibilità idrica stimata è del 42% inferiore rispetto ai valori medi degli ultimi 10 anni. Il deficit idrico delle sorgenti, che nel 2024 hanno coperto il 28% del fabbisogno, è del 29%. Il prelievo dai pozzi inoltre (14% dell'approvvigionamento nel 2024) negli anni si è costantemente ridotto al fine di contrastare il deterioramento quali-quantitativo della falda, per cui i margini di incremento di prelievo sono molto limitati. Acquedotto Pugliese pubblica regolarmente sul sito aziendale i bollettini della disponibilità idrica giornaliera.
Le piogge di questi mesi in Puglia hanno migliorato la situazione?
No, le piogge nel territorio regionale sono poco utili ai fini dell'approvvigionamento potabile. Oltre il 70% dell'acqua potabile al servizio della Puglia proviene da fonti delle regioni limitrofe, soprattutto Campania e Basilicata. Le piogge in Puglia presentano solo due vantaggi minimi: ricaricano la falda (che nel mix di fonti di AQP pesa circa il 14%) e irrigano naturalmente parte delle colture regionali, riducendo potenzialmente – in piccola parte - il fabbisogno irriguo. E comunque tali vantaggi sono stati fortemente limitati dall'andamento delle temperature che sono state mediamente superiori alla media del periodo.
Quali sono le fonti da cui si approvvigiona Acquedotto Pugliese più esposte a una crisi idrica?
Tutte le fonti di approvvigionamento di AQP sono esposte agli effetti dei cambiamenti climatici. La differenza dei comportamenti è rappresentata dalle finestre temporali all'interno delle quali si manifestano gli impatti di tali cambiamenti: stagionali per le sorgenti, annuali per gli invasi e su diversi anni per quanto riguarda la falda.
Quali sono i territori più esposti?
Le aree più esposte alle crisi idriche sono quelle per cui sono ancora in corso di realizzazione le opere di potenziamento dell'approvvigionamento idrico. La provincia di Taranto, ad esempio, attualmente è alimentata prevalentemente dallo schema idrico extraregionale Sinni-Pertusillo: l'avvio nel 2026 del dissalatore migliorerà la resilienza idrica di 385 mila persone. La provincia di Foggia, oggi alimentata per il 75% dall'invaso di Occhito e per il 25% dallo schema Sele-Calore, da quello del Locone/Ofanto e dai pozzi, grazie ai progetti di interconnessione degli schemi idrici già a partire dal 2026 potrà beneficiare di ulteriore risorsa; il completamento dell'intervento è previsto nel 2030. Nell'area tra Manfredonia e Margherita di Savoia, inoltre, si sta studiano la realizzazione di un impianto di dissalazione.
Nel 2025 potrebbe verificarsi un'emergenza idrica per il potabile?
È una possibilità che siamo tutti chiamati a contrastare. Dipende da diverse variabili. Le più importanti sono la quantità e la distribuzione delle precipitazioni nei territori da cui si approvvigiona AQP, la quantità di prelievi irrigui dalle fonti a uso plurimo e la capacità di contenimento dei consumi dei cittadini. In base alle ultime previsioni, a meno di situazioni critiche allo stato non prevedibili, con un prelievo irriguo standard e precipitazioni nella media, la quantità di risorsa potrà soddisfare la domanda potabile complessiva fino all'inizio dell'autunno; in caso di precipitazioni al di sotto della media, il deficit tra domanda e offerta potrebbe incominciare a manifestarsi verso i primi di settembre. Inoltre, anche in caso di saldo complessivo positivo della risorsa, situazioni di deficit idrico potrebbero verificarsi in specifici territori.
Acquedotto Pugliese ha un piano per gestire un'eventuale emergenza idrica?
Sì, Acquedotto Pugliese aggiorna periodicamente il Piano di Emergenza e lo condivide con la Regione Puglia e l'Autorità Idrica Pugliese (AIP). Il Piano definisce analiticamente le azioni da mettere in campo per gestire un'eventuale crisi idrica e sopperire a eventuali disservizi.
Cosa potrebbe accadere in caso di emergenza idrica?
Qualora la disponibilità idrica dovesse essere inferiore alla domanda si procederebbe in maniera mirata con riduzioni di pressione e razionamento dell'erogazione.
Cosa fa Acquedotto Pugliese per contrastare le crisi idriche?
AQP agisce principalmente su sei fronti:
· Studio del clima e delle disponibilità idriche > per prevedere gli scenari futuri
· Efficientamento delle reti e dei processi > per migliorare la gestione
· Ricerca di fonti alternative > per aumentare e diversificare la disponibilità
· Riuso > per ridurre la competizione con altri settori e quindi il prelievo dall'ambiente
· Sensibilizzazione sui consumi > per tutelare una risorsa sempre più scarsa
· Cooperazione nazionale e internazionale > per lo scambio di best practice
AQP studia il clima e le disponibilità idriche per contrastare le crisi?
Sì, AQP nel tempo ha sviluppato, anche in collaborazione con primari istituti universitari, strumenti previsionali che forniscono informazioni in merito alla disponibilità idrica garantita dalle sorgenti e dagli invasi nel breve e medio termine. Questi modelli supportano una pianificazione ottimizzata delle risorse idriche, la definizione di scenari di crisi, valutazioni di interventi infrastrutturali e l'analisi del comportamento idraulico dei vettori modellati. È attualmente in corso uno studio, l'AQP climate change, realizzato in collaborazione con il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), che analizza con orizzonte 2050 i cambiamenti climatici in corrispondenza degli invasi che servono Acquedotto Pugliese. Abbiamo inoltre realizzato, in collaborazione con The European House - Ambrosetti, il paper Water for the Mediterranean: quale Agenda per i prossimi anni sul rischio di povertà idrica nel Mediterraneo allargato.
Qual è lo scenario climatico al 2050?
Guardando ai nostri territori, come emerso dall'AQP climate change realizzato con il CMCC, la tendenza climatica attuale prevede fino al 2050 un alternarsi di siccità e alluvioni. Questi eventi estremi non varieranno tanto la quantità totale di risorsa idrica disponibile, quanto la sua distribuzione nel corso dell'anno. In particolare, si registrerà un aumento graduale delle temperature, specie nel periodo autunnale. E nello stesso periodo si registrerà anche un aumento delle precipitazioni a discapito del periodo primaverile. Una distribuzione meno omogenea dell'acqua nel corso dell'anno che richiede un nuovo approccio al fine di garantire quotidianamente le stesse quantità agli utenti. Lo stesso scenario si prevede anche nell'area del Mediterraneo allargato: dallo studio realizzato con Ambrosetti emerge che la maggior parte dei Paesi dell'area, già soggetti a uno stress idrico elevato, entro il 2050 saranno colpiti da impoverimento idrico oltre il 75%, valore che rappresenta il rapporto tra il consumo totale di acqua e le riserve idriche rinnovabili disponibili.
Cosa fa Acquedotto Pugliese per efficientare le reti e i processi?
AQP ha messo in campo numerosi investimenti volti al miglioramento delle reti e in particolare al controllo e al contenimento delle perdite idriche. I progetti di risanamento, insieme a tutte le altre iniziative attuate (ad esempio la sostituzione delle condotte deteriorate, il monitoraggio delle pressioni in rete ed il loro controllo mediante valvole automatiche di controllo e la distrettualizzazione, il rinnovamento del parco misuratori installati, ecc.) hanno portato nel corso degli anni a una significativa riduzione del tasso di perdita nelle reti di distribuzione. Acquedotto Pugliese sta inoltre realizzando, dal giugno 2022, il progetto Smart Water Management, che ha permesso la creazione di un gemello digitale della rete idrica utilizzando nuove tecnologie predittive a tutela della risorsa idrica. Lo Smart Water Management è di importanza strategica: una maggiore e fondamentale tempestività nel ripristino della rete e conseguente contenimento delle perdite, oltre che a un approccio in ottica di sostenibilità, rende la gestione idrica sempre più sicura, efficiente e consapevole.
Cosa fa Acquedotto Pugliese per ridurre le perdite idriche?
Acquedotto Pugliese ha in corso da anni un imponente piano basato su innovazioni gestionali e risanamento delle reti idriche. Alla continua mappatura, interconnessione e digitalizzazione dei sistemi, ad esempio con l'installazione di sensori elettroacustici (noise logger) che intercettano le perdite prima che si manifestino, sin dal 2005 si è affiancato il piano Risanamento Reti. Le prime tre commesse sono state già completate e, con un investimento di 293 milioni di euro, sono stati rinnovati quasi 700 chilometri di reti in tutta la Puglia. Sono attualmente in corso gli interventi del Risanamento 4 che interessano, fino al 2029, quasi 1.300 chilometri di condotte in 143 comuni per un investimento di 800 milioni di euro. È già programmato inoltre, ma soggetto all'individuazione di linee di finanziamento, il quinto step del progetto.
Che effetto hanno queste politiche di efficientamento e riduzione perdite?
Grazie all'efficientamento dei processi gestionali e al recupero perdite, Acquedotto Pugliese riesce sempre più a risparmiare acqua. Nel 2024 ad esempio siamo riusciti a soddisfare il fabbisogno idrico di tutte le comunità servite prelevando circa 100 milioni di metri cubi di acqua in meno rispetto al 2009: è la quantità di risorsa di un invaso di medie dimensioni. Il risparmio idrico proseguirà anche nel 2025 con un'ulteriore riduzione del prelievo dall'ambiente stimata in 10 milioni di metri cubi.
A tutti i sindaci pugliesi l'appello dell'assessora regionale all'Ambiente, Serena Triggiani, a sostenere la campagna con un impegno comune reso indispensabile dalla "crisi idrica più dura che affrontiamo dall'inizio del millennio".
Di seguito il testo del comunicato stampa diffuso da Acquedotto Pugliese e una completa raccolta di domande su crisi idriche e gestione dell'acqua potabile in Puglia.
Le precipitazioni degli ultimi mesi sulle fonti sono state insufficienti e l'acqua a disposizione è poca: è necessario il contributo di tutti per superare la fase acuta della crisi idrica più dura da inizio millennio. In vista dell'estate, con temperature elevate e fabbisogno in aumento, ogni goccia diventa fondamentale. Da quelle risparmiate da Acquedotto Pugliese (AQP) con la tecnologia messa in campo negli ultimi anni e le riduzioni di pressione su tutta la rete attuate dal 21 ottobre scorso, che è necessario mantenere, a quelle che possono recuperare, con piccoli gesti quotidiani, i 4 milioni di cittadini serviti. Più acqua saremo capaci di risparmiare, tutti, più si allontanerà il rischio di un inasprimento delle restrizioni: è il messaggio al centro della campagna Siamo in riserva, che da oggi AQP rilancerà in tutti i territori serviti.
La Puglia e i comuni campani gestiti da AQP sono riusciti a superare il 2024 senza interruzioni al servizio, in controtendenza rispetto alle sofferenze registrate da ampie aree del Sud Italia. Un risultato frutto della particolare interconnessione del sistema gestito da Acquedotto Pugliese, fra i più grandi e complessi al mondo, e delle innovazioni gestionali e infrastrutturali attuate: rispetto al 2009, oggi AQP riesce a soddisfare il fabbisogno risparmiando oltre 100 milioni di metri cubi d'acqua all'anno, circa la quantità attualmente presente nell'invaso del Pertusillo, fondamentali per la resilienza del sistema.
Le crisi idriche, tuttavia, storicamente hanno uno sviluppo biennale e il secondo anno è il più difficile, poiché le precipitazioni autunnali e invernali non riescono a coprire gli ammanchi precedenti. Ad oggi, infatti, la disponibilità idrica totale degli invasi, da cui AQP copre oltre la metà del fabbisogno, è inferiore del 42% rispetto ai valori medi storici. E la portata media delle sorgenti irpine, che pesano per un terzo sul mix di fonti, è in calo di oltre il 29%. Il livello di severità idrica per il potabile in Puglia rilevato dall'Osservatorio permanente dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale resta medio tendente a elevato; alla vigilia dell'estate 2024 era medio. Nella contingenza, dunque, è necessario risparmiare più acqua possibile.
Le crisi idriche sono uno degli effetti della crisi climatica che sta interessando il pianeta e colpendo in particolare il bacino del Mediterraneo. Quella attuale è la quarta che colpisce la Puglia da inizio millennio, nonché la più severa. Acquedotto Pugliese, in coordinamento con Regione Puglia e Autorità Idrica Pugliese (AIP), affronta la sfida del cambiamento da diversi anni con un programma specifico che ha sviluppato modelli previsionali, tecnologie predittive e strategie di gestione basate su tre direttrici: il risanamento e la digitalizzazione delle reti, con interventi in corso per 800 milioni di euro su 1.300 chilometri di condotte; il riuso, con 45 depuratori già pronti a sostenere l'agricoltura con oltre 60 milioni di metri cubi d'acqua affinata; la ricerca di nuove fonti, con le interconnessioni ad altre regioni e la realizzazione di dissalatori, i quali potranno dare più autonomia e resilienza alla Puglia. Maggiori informazioni sulla gestione delle crisi idriche nella sezione dedicata del sito di AQP.
FAQ sulla crisi idrica in Puglia
Crisi ed emergenze idriche
Cosa si intende per crisi idrica?Parliamo di crisi idrica quando l'acqua a disposizione di un determinato territorio è insufficiente, per un periodo prolungato, a soddisfare la domanda per i diversi usi: potabile, irriguo e industriale. Storicamente nel territorio pugliese le crisi idriche sono cicliche e hanno durata biennale. Nel nuovo millennio si sono già verificate nel 2001-2002, 2007-2008 e 2017-2018. Quella attuale è iniziata nel 2024 e si stima che duri per gran parte del 2025.
Da cosa è causata una crisi idrica?
Il fattore più importante è la crisi climatica e si manifesta con aumento delle temperature, siccità prolungate, diverse quantità e distribuzioni delle precipitazioni (nivali e meteoriche): è quello che sta avvenendo in questi mesi nel Sud Italia. Le crisi idriche possono essere scatenate anche da prelievi eccessivi rispetto alle disponibilità e da gestioni inefficienti.
Qual è la differenza tra crisi ed emergenza idrica?
L'emergenza idrica è una situazione critica che si verifica quando la crisi idrica raggiunge un livello tale da mettere a rischio immediato la salute, la sicurezza e il benessere della popolazione, la sopravvivenza delle colture, le attività industriali e l'ambiente. È una condizione che richiede interventi urgenti e straordinari per fronteggiare la scarsità di acqua e mitigarne gli effetti negativi.
La gestione dell'acqua potabile in Puglia
Di cosa si occupa Acquedotto Pugliese (AQP)?Acquedotto Pugliese gestisce il Servizio Idrico Integrato (SII) in Puglia e in 12 comuni della Campania. Significa che si occupa di tutte le fasi del ciclo dell'acqua potabile (quella che utilizziamo nelle nostre case): dalla sua captazione e potabilizzazione, al trasporto e distribuzione alle utenze, alla raccolta e depurazione delle acque reflue, fino alla restituzione all'Ambiente. Il sistema si sviluppa su oltre 24 mila chilometri di rete idrica (di cui 5 mila per la sola adduzione e 3.500 di allacci), circa 1.500 opere tra serbatoi, partitori e impianti di sollevamento, a cui si aggiungono gli oltre 13 mila chilometri di reti fognarie e 700 impianti di sollevamento. AQP conta inoltre su 5 potabilizzatori ubicati in tre regioni, 10 laboratori di analisi, 185 depuratori e 45 impianti d'affinamento.
AQP gestisce anche l'acqua per usi irrigui e industriali?
No, AQP si occupa del ciclo potabile. Il servizio idrico per agricoltura e industria è gestito da soggetti diversi con reti di distribuzione dedicate e acque con un grado di trattamento diverso. Tuttavia, spesso le fonti, come gli invasi, sono comuni ai tre settori. In questo caso di parla di fonti a uso plurimo.
Acquedotto Pugliese può sostenere l'approvvigionamento idrico dell'agricoltura?
Non è compito istituzionale di AQP garantire l'approvvigionamento idrico per gli usi irrigui. Nonostante ciò, in un'ottica di economia circolare, già oggi Acquedotto Pugliese mette gratuitamente a disposizione le acque affinate dei suoi depuratori.
Dove sono le principali fonti di approvvigionamento di AQP? Come funziona il sistema?
Acquedotto Pugliese attinge circa il 58% di acqua da 5 invasi (Sinni, Pertusillo, Conza, Occhito e Locone) che servono anche l'agricoltura e, in alcuni casi, l'industria, il 28% dalle sorgenti irpine, che servono anche altri gestori del SII diversi da AQP, e la restante parte, il 14%, da 169 pozzi dislocati soprattutto nella parte meridionale della Puglia e dedicati esclusivamente all'uso potabile. Questo mix di fonti viene reso disponibile mediante 6 schemi idrici che attraversano 3 territori regionali (Campania, Basilicata e Puglia) e sono fortemente interconnessi tra loro, consentendo ad Acquedotto Pugliese di colmare eventuali carenze idriche di uno schema con l'altro. Questa gestione ottimizzata anche grazie alla digitalizzazione della rete, unitamente agli investimenti continui per la riduzione delle perdite idriche, consente ad AQP di efficientare la risorsa idrica e sviluppare resilienza rispetto alle crisi.
Quanta acqua degli invasi a uso plurimo è destinata al potabile e quanta agli altri usi?
Il 50% circa dell'acqua è destinata a usi irrigui, il 45% circa al potabile e il 5% circa all'industria.
Chi regola il prelievo delle acque per i diversi usi?
L'attività di pianificazione e gestione delle risorse idriche di un'ampia area del Sud Italia, di cui fa parte anche la Puglia, è di competenza dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale. Le regioni italiane su cui ha competenza sono sette: Basilicata, Calabria, Campania e Puglia per intero; Abruzzo, Lazio e Molise parzialmente. Sulla distribuzione delle risorse idriche per i vari usi e per i diversi territori incidono inoltre accordi tra regioni.
Chi gestisce operativamente gli invasi a uso plurimo da cui si rifornisce AQP?
La gestione degli invasi di Sinni e Pertusillo in Basilicata e di Conza in Campania è di Acque del Sud, la società che da gennaio 2024 ha preso il posto del soppresso Ente per lo Sviluppo dell'Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia (E.I.P.L.I.). La gestione della diga di Occhito, fra Puglia e Molise, è del Consorzio per la Bonifica della Capitanata. La gestione dell'invaso del Locone, in Puglia, è del Consorzio di Bonifica Centro Sud Puglia.
L'acqua potabile ha una tutela particolare rispetto agli altri usi?
Sì, il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, noto come Testo Unico Ambientale, stabilisce che "gli usi diversi dal consumo umano sono consentiti nei limiti in cui le risorse idriche siano sufficienti e a condizione che non ne pregiudichino la qualità".
Perché gli agricoltori pugliesi lamentano la mancanza di acqua mentre nelle case dei cittadini scorre?
Nonostante alcune fonti di approvvigionamento in comune (come gli invasi del Sinni, Pertusillo, Conza, Occhito e Locone in misura marginale), l'acqua potabile e quella per usi irrigui hanno reti e gestioni totalmente diverse e altrettanto diverso livello di efficienza. Inoltre, fatto salvo il bisogno del potabile, spesso il livello delle riserve non garantisce la totalità del fabbisogno dell'agricoltura, che è più del doppio rispetto a quello del potabile ed è concentrato nei mesi più siccitosi.
La situazione per il potabile oggi in Puglia
La Puglia è in emergenza idrica per il potabile?
No, attualmente per il potabile la situazione non è di emergenza perché l'acqua disponibile è ancora sufficiente a soddisfare il fabbisogno dei 4 milioni di cittadini serviti da Acquedotto Pugliese. Nonostante la situazione di crisi, il servizio continua ad essere regolarmente erogato in tutto il territorio grazie ad alcune misure gestionali adottate da AQP. Una di queste è la riduzione della pressione idrica attuata dal 21 ottobre 2024. La manovra, funzionale a ottimizzare l'acqua distribuita nel rispetto degli standard di qualità previsti dalla Carta del servizio idrico integrato, sta consentendo alla Puglia di allontanare il rischio di ulteriori restrizioni. L'attuale regime pressorio sarà dunque mantenuto fino al cessare delle esigenze. AQP mantiene un attento e continuo monitoraggio della situazione in quanto è necessario affrontarla con un approccio dinamico che tenga conto di analisi e previsioni che vengono elaborate in continuo.
Qual è l'attuale livello delle disponibilità idriche di AQP?
Per gli invasi, che nel 2024 hanno pesato sull'approvvigionamento potabile complessivo della Puglia il 58%, la disponibilità idrica stimata è del 42% inferiore rispetto ai valori medi degli ultimi 10 anni. Il deficit idrico delle sorgenti, che nel 2024 hanno coperto il 28% del fabbisogno, è del 29%. Il prelievo dai pozzi inoltre (14% dell'approvvigionamento nel 2024) negli anni si è costantemente ridotto al fine di contrastare il deterioramento quali-quantitativo della falda, per cui i margini di incremento di prelievo sono molto limitati. Acquedotto Pugliese pubblica regolarmente sul sito aziendale i bollettini della disponibilità idrica giornaliera.
Le piogge di questi mesi in Puglia hanno migliorato la situazione?
No, le piogge nel territorio regionale sono poco utili ai fini dell'approvvigionamento potabile. Oltre il 70% dell'acqua potabile al servizio della Puglia proviene da fonti delle regioni limitrofe, soprattutto Campania e Basilicata. Le piogge in Puglia presentano solo due vantaggi minimi: ricaricano la falda (che nel mix di fonti di AQP pesa circa il 14%) e irrigano naturalmente parte delle colture regionali, riducendo potenzialmente – in piccola parte - il fabbisogno irriguo. E comunque tali vantaggi sono stati fortemente limitati dall'andamento delle temperature che sono state mediamente superiori alla media del periodo.
Quali sono le fonti da cui si approvvigiona Acquedotto Pugliese più esposte a una crisi idrica?
Tutte le fonti di approvvigionamento di AQP sono esposte agli effetti dei cambiamenti climatici. La differenza dei comportamenti è rappresentata dalle finestre temporali all'interno delle quali si manifestano gli impatti di tali cambiamenti: stagionali per le sorgenti, annuali per gli invasi e su diversi anni per quanto riguarda la falda.
Quali sono i territori più esposti?
Le aree più esposte alle crisi idriche sono quelle per cui sono ancora in corso di realizzazione le opere di potenziamento dell'approvvigionamento idrico. La provincia di Taranto, ad esempio, attualmente è alimentata prevalentemente dallo schema idrico extraregionale Sinni-Pertusillo: l'avvio nel 2026 del dissalatore migliorerà la resilienza idrica di 385 mila persone. La provincia di Foggia, oggi alimentata per il 75% dall'invaso di Occhito e per il 25% dallo schema Sele-Calore, da quello del Locone/Ofanto e dai pozzi, grazie ai progetti di interconnessione degli schemi idrici già a partire dal 2026 potrà beneficiare di ulteriore risorsa; il completamento dell'intervento è previsto nel 2030. Nell'area tra Manfredonia e Margherita di Savoia, inoltre, si sta studiano la realizzazione di un impianto di dissalazione.
Nel 2025 potrebbe verificarsi un'emergenza idrica per il potabile?
È una possibilità che siamo tutti chiamati a contrastare. Dipende da diverse variabili. Le più importanti sono la quantità e la distribuzione delle precipitazioni nei territori da cui si approvvigiona AQP, la quantità di prelievi irrigui dalle fonti a uso plurimo e la capacità di contenimento dei consumi dei cittadini. In base alle ultime previsioni, a meno di situazioni critiche allo stato non prevedibili, con un prelievo irriguo standard e precipitazioni nella media, la quantità di risorsa potrà soddisfare la domanda potabile complessiva fino all'inizio dell'autunno; in caso di precipitazioni al di sotto della media, il deficit tra domanda e offerta potrebbe incominciare a manifestarsi verso i primi di settembre. Inoltre, anche in caso di saldo complessivo positivo della risorsa, situazioni di deficit idrico potrebbero verificarsi in specifici territori.
Acquedotto Pugliese ha un piano per gestire un'eventuale emergenza idrica?
Sì, Acquedotto Pugliese aggiorna periodicamente il Piano di Emergenza e lo condivide con la Regione Puglia e l'Autorità Idrica Pugliese (AIP). Il Piano definisce analiticamente le azioni da mettere in campo per gestire un'eventuale crisi idrica e sopperire a eventuali disservizi.
Cosa potrebbe accadere in caso di emergenza idrica?
Qualora la disponibilità idrica dovesse essere inferiore alla domanda si procederebbe in maniera mirata con riduzioni di pressione e razionamento dell'erogazione.
Le azioni messe in campo da AQP
Cosa fa Acquedotto Pugliese per contrastare le crisi idriche?
AQP agisce principalmente su sei fronti:
· Studio del clima e delle disponibilità idriche > per prevedere gli scenari futuri
· Efficientamento delle reti e dei processi > per migliorare la gestione
· Ricerca di fonti alternative > per aumentare e diversificare la disponibilità
· Riuso > per ridurre la competizione con altri settori e quindi il prelievo dall'ambiente
· Sensibilizzazione sui consumi > per tutelare una risorsa sempre più scarsa
· Cooperazione nazionale e internazionale > per lo scambio di best practice
AQP studia il clima e le disponibilità idriche per contrastare le crisi?
Sì, AQP nel tempo ha sviluppato, anche in collaborazione con primari istituti universitari, strumenti previsionali che forniscono informazioni in merito alla disponibilità idrica garantita dalle sorgenti e dagli invasi nel breve e medio termine. Questi modelli supportano una pianificazione ottimizzata delle risorse idriche, la definizione di scenari di crisi, valutazioni di interventi infrastrutturali e l'analisi del comportamento idraulico dei vettori modellati. È attualmente in corso uno studio, l'AQP climate change, realizzato in collaborazione con il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), che analizza con orizzonte 2050 i cambiamenti climatici in corrispondenza degli invasi che servono Acquedotto Pugliese. Abbiamo inoltre realizzato, in collaborazione con The European House - Ambrosetti, il paper Water for the Mediterranean: quale Agenda per i prossimi anni sul rischio di povertà idrica nel Mediterraneo allargato.
Qual è lo scenario climatico al 2050?
Guardando ai nostri territori, come emerso dall'AQP climate change realizzato con il CMCC, la tendenza climatica attuale prevede fino al 2050 un alternarsi di siccità e alluvioni. Questi eventi estremi non varieranno tanto la quantità totale di risorsa idrica disponibile, quanto la sua distribuzione nel corso dell'anno. In particolare, si registrerà un aumento graduale delle temperature, specie nel periodo autunnale. E nello stesso periodo si registrerà anche un aumento delle precipitazioni a discapito del periodo primaverile. Una distribuzione meno omogenea dell'acqua nel corso dell'anno che richiede un nuovo approccio al fine di garantire quotidianamente le stesse quantità agli utenti. Lo stesso scenario si prevede anche nell'area del Mediterraneo allargato: dallo studio realizzato con Ambrosetti emerge che la maggior parte dei Paesi dell'area, già soggetti a uno stress idrico elevato, entro il 2050 saranno colpiti da impoverimento idrico oltre il 75%, valore che rappresenta il rapporto tra il consumo totale di acqua e le riserve idriche rinnovabili disponibili.
Cosa fa Acquedotto Pugliese per efficientare le reti e i processi?
AQP ha messo in campo numerosi investimenti volti al miglioramento delle reti e in particolare al controllo e al contenimento delle perdite idriche. I progetti di risanamento, insieme a tutte le altre iniziative attuate (ad esempio la sostituzione delle condotte deteriorate, il monitoraggio delle pressioni in rete ed il loro controllo mediante valvole automatiche di controllo e la distrettualizzazione, il rinnovamento del parco misuratori installati, ecc.) hanno portato nel corso degli anni a una significativa riduzione del tasso di perdita nelle reti di distribuzione. Acquedotto Pugliese sta inoltre realizzando, dal giugno 2022, il progetto Smart Water Management, che ha permesso la creazione di un gemello digitale della rete idrica utilizzando nuove tecnologie predittive a tutela della risorsa idrica. Lo Smart Water Management è di importanza strategica: una maggiore e fondamentale tempestività nel ripristino della rete e conseguente contenimento delle perdite, oltre che a un approccio in ottica di sostenibilità, rende la gestione idrica sempre più sicura, efficiente e consapevole.
Cosa fa Acquedotto Pugliese per ridurre le perdite idriche?
Acquedotto Pugliese ha in corso da anni un imponente piano basato su innovazioni gestionali e risanamento delle reti idriche. Alla continua mappatura, interconnessione e digitalizzazione dei sistemi, ad esempio con l'installazione di sensori elettroacustici (noise logger) che intercettano le perdite prima che si manifestino, sin dal 2005 si è affiancato il piano Risanamento Reti. Le prime tre commesse sono state già completate e, con un investimento di 293 milioni di euro, sono stati rinnovati quasi 700 chilometri di reti in tutta la Puglia. Sono attualmente in corso gli interventi del Risanamento 4 che interessano, fino al 2029, quasi 1.300 chilometri di condotte in 143 comuni per un investimento di 800 milioni di euro. È già programmato inoltre, ma soggetto all'individuazione di linee di finanziamento, il quinto step del progetto.
Che effetto hanno queste politiche di efficientamento e riduzione perdite?
Grazie all'efficientamento dei processi gestionali e al recupero perdite, Acquedotto Pugliese riesce sempre più a risparmiare acqua. Nel 2024 ad esempio siamo riusciti a soddisfare il fabbisogno idrico di tutte le comunità servite prelevando circa 100 milioni di metri cubi di acqua in meno rispetto al 2009: è la quantità di risorsa di un invaso di medie dimensioni. Il risparmio idrico proseguirà anche nel 2025 con un'ulteriore riduzione del prelievo dall'ambiente stimata in 10 milioni di metri cubi.