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Pontificale, Mons. Satriano: «Non possiamo lasciare spazi della nostra città a persone di malaffare»
Stamattina la celebrazione e la Supplica a Maria SS Immacolata in Cattedrale
Bitonto - lunedì 26 maggio 2025
11.05
Bitonto è in festa per Maria SS Immacolata e questa mattina, lunedì 26 maggio, tutta la comunità di fedeli si è ritrovata nella Concattedrale per la celebrazione del solenne pontificale in suo onore, presieduto da Monsignor Giuseppe Satriano, Arcivescovo della diocesi di Bari-Bitonto, con tutto il clero, in testa il parroco don Marino Cutrone.
Di particolare forza, a margine della messa e prima della Supplica, invocazione potente di protezione della Vergine sulla città, e del "Salve Regina", le puntualizzazioni del prelato dopo la consegna delle chiavi da parte del sindaco, Francesco Paolo Ricci, alla Madonna. Un rito nient'affatto vuoto, non una ripetizione di un gesto secondo ataviche tradizioni, ma un gesto con una forza pregnante tutta attuale.
«Questa consegna delle chiavi alla nostra Madre Santissima - ha spiegato Satriano - non è solo un momento simbolico. Non consegniamo a Lei solo le chiavi genericamente della città, ma le consegniamo le chiavi delle nostre case e della nostra vita. Non possiamo lasciare spazi della nostra bellissima Bitonto a persone di malaffare. Con l'azione di Dio e la comunione tra noi - ne sono certo - tutto questo si può realizzare», sono state le sue parole forti, a rimarcare l'importanza di creare una comunità attiva nella salvaguardia dei diritti dei cittadini, della lotta alla violenza, al malaffare, alla sopraffazione ed al crimine che spesso macchiano l'immagine di Bitonto. Sul finire un ulteriore passaggio importantissimo: «Vogliamo che Bitonto si continui a popolare di turisti. Far passare turisti per le strade del centro storico - ha concluso mons. Satriano - significa sottrarre territorio a chi il centro storico lo vorrebbe deserto. Noi desideriamo promuovere questa città e per fare questo c'è bisogno di un lavoro sinergico». LE PAROLE DI RICCI
«Grazie a monsignore, al clero, vere sentinelle del nostro territorio con cui c'è un continuo dialogo, soprattutto per combattere una grande sfida, quella della povertà educativa. Grazie a don Marino ed a Nicola Pice, per l'opera nel Comitato, che resta aperto, lo ricordo, ad un'attività di volontariato fatto col cuore per la comunità».
Quindi Ricci ha di fatto omaggiato le forze dell'ordine e la Polizia Locale per il grande impegno in queste giornate di festa, ma soprattutto ha ricordato l'episodio di sabato sera, quando lui ed un agente vennero intimiditi ed offesi verbalmente da un gruppo di persone solo per aver fermato minori che sfrecciavano con biciclette elettriche in zona pedonalizzata.
«Lei dice bene, eccellenza - ha evidenziato quindi il primo cittadino rivolgendosi direttamente a Mons. Satriano - Bitonto è una cittadina straordinariamente bella e forse per questo ci sentiamo offesi quando ci viene persino impedito di farci in tranquillità una passeggiata. Bitonto merita di essere vissuta 24 ore su 24. Dobbiamo pertanto avere tutti la forza di dire che un futuro migliore, proprio a partire da questa città, c'è. E quindi non posso che associarmi a quanto ha detto l'arcivescovo: sentiamoci tutti quanti protagonisti di questa nostra meravigliosa città», è stata la chiosa finale di Francesco Paolo Ricci.
Di particolare forza, a margine della messa e prima della Supplica, invocazione potente di protezione della Vergine sulla città, e del "Salve Regina", le puntualizzazioni del prelato dopo la consegna delle chiavi da parte del sindaco, Francesco Paolo Ricci, alla Madonna. Un rito nient'affatto vuoto, non una ripetizione di un gesto secondo ataviche tradizioni, ma un gesto con una forza pregnante tutta attuale.
«Questa consegna delle chiavi alla nostra Madre Santissima - ha spiegato Satriano - non è solo un momento simbolico. Non consegniamo a Lei solo le chiavi genericamente della città, ma le consegniamo le chiavi delle nostre case e della nostra vita. Non possiamo lasciare spazi della nostra bellissima Bitonto a persone di malaffare. Con l'azione di Dio e la comunione tra noi - ne sono certo - tutto questo si può realizzare», sono state le sue parole forti, a rimarcare l'importanza di creare una comunità attiva nella salvaguardia dei diritti dei cittadini, della lotta alla violenza, al malaffare, alla sopraffazione ed al crimine che spesso macchiano l'immagine di Bitonto. Sul finire un ulteriore passaggio importantissimo: «Vogliamo che Bitonto si continui a popolare di turisti. Far passare turisti per le strade del centro storico - ha concluso mons. Satriano - significa sottrarre territorio a chi il centro storico lo vorrebbe deserto. Noi desideriamo promuovere questa città e per fare questo c'è bisogno di un lavoro sinergico». LE PAROLE DI RICCI
«Grazie a monsignore, al clero, vere sentinelle del nostro territorio con cui c'è un continuo dialogo, soprattutto per combattere una grande sfida, quella della povertà educativa. Grazie a don Marino ed a Nicola Pice, per l'opera nel Comitato, che resta aperto, lo ricordo, ad un'attività di volontariato fatto col cuore per la comunità».
Quindi Ricci ha di fatto omaggiato le forze dell'ordine e la Polizia Locale per il grande impegno in queste giornate di festa, ma soprattutto ha ricordato l'episodio di sabato sera, quando lui ed un agente vennero intimiditi ed offesi verbalmente da un gruppo di persone solo per aver fermato minori che sfrecciavano con biciclette elettriche in zona pedonalizzata.
«Lei dice bene, eccellenza - ha evidenziato quindi il primo cittadino rivolgendosi direttamente a Mons. Satriano - Bitonto è una cittadina straordinariamente bella e forse per questo ci sentiamo offesi quando ci viene persino impedito di farci in tranquillità una passeggiata. Bitonto merita di essere vissuta 24 ore su 24. Dobbiamo pertanto avere tutti la forza di dire che un futuro migliore, proprio a partire da questa città, c'è. E quindi non posso che associarmi a quanto ha detto l'arcivescovo: sentiamoci tutti quanti protagonisti di questa nostra meravigliosa città», è stata la chiosa finale di Francesco Paolo Ricci.