De Santis: "Il Bitonto è la migliore del campionato"

A colloquio con il ds del Barletta, odierno avversario al "Città degli Ulivi"

domenica 12 marzo 2017 9.17
A cura di Filippo Luigi Fasano
Di Bitonto è originario e a Bitonto ha cominciato le sue due vite nel mondo del calcio. Da giocatore prima, debuttendo fra i dilettanti prima di spiccare il volo in serie C, da dirigente poi, in Promozione con la Libertas, vincendo il campionato. Al "Città degli Ulivi" Vincenzo De Santis, 44 anni da compiere a novembre, ci ritorna oggi, da direttore sportivo di un Barletta che nel pomeriggio (inizio ore 15) affronterà l'Us Bitonto 1921 nell'incrocio più interessante della 26^ giornata di Eccellenza pugliese.
"Anche se sono bitontino – spiega il diretto interessato – per me è una partita come tutte le altre. Vivo ad Andria ormai da due anni. Certo, in paese ho ancora tanti amici che avrò il piacere di salutare in occasione della partita".
Che gara sarà?
"Una bella gara. Una gara fra due squadre votate al gioco, che vogliono vincere".
Da addetto ai lavori, come vede il duello in vetta? Il meno due si manterrà sino allo scontro diretto?
"Tutto può accadere: sia Cerignola che Bitonto sono due ottime squadre. Sarà comunque un campionato combattuto sino alla fine".
Quale la squadra più forte?
"Il Bitonto mi sembra la squadra migliore, quella che più di tutte mi ha impressionato per qualità di gioco. Il Cerignola, oltre al vantaggio, vanta però più giocatori esperti, che sanno già come si vince".
Se il Bitonto non dovesse centrare la promozione diretta, quali possibilità avrebbe ai playoff?
"E' una squadra che ha tutte le qualità per imporsi anche dopo la stagione regolare. Come già capitato ad altre pugliesi nelle ultime stagioni. Ma è presto per parlarne".
E il suo Barletta?
"La questione impianto è un freno a qualsiasi ambizione. Giocare al Manzi-Chiapulin è controproducente per chiunque: su un campo così piccolo, è difficile fare la partita. Speriamo di tornare il prima possibile al Puttilli, anche se la burocrazia deve fare il suo corso".
Cos'altro serve alla sua squadra per tornare grande?
"Unità d'intenti fra le risorse locali. L'attuale proprietà non ci fa mancare davvero nulla ma per puntare in alto servono partner solidi".