Violati i sigilli dell'impero di Mena, indagano i Carabinieri

I malviventi si sono intrufolati e sono andati diretti alle slot. Ma sono stati immortalati dalle telecamere

giovedì 5 aprile 2018 13.59
Un'attività d'indagine per violazione di sigilli di area sottoposta a sequestro e furto è stata avviata dai Carabinieri della Stazione di Bitonto dopo il raid, avvenuto nella notte fra il 3 ed il 4 aprile scorsi, nel rinomato complesso di intrattenimento sequestrato all'imprenditore bitontino Francesco Mena.

Gli accertamenti sono stati avviati dopo che nel sopralluogo di ieri all'interno della vasta area ubicata lungo la strada provinciale 231 e comprendente un bowling, un casinò per slot machine, una discoteca, un'ampia sala biliardo, un ristorante, un american bar ed un pub, i militari hanno scoperto che i malviventi, dopo aver violato i sigilli, sono andati diretti alle slot machine e alle macchine cambia monete, danneggiandole e rubandone tutto il contenuto.

I ladri, però, sono stati immortalati dalle telecamere di videosorveglianza, ancora attive: il raid è durato pochi minuti. Ad agire, secondo la ricostruzione svolta dai militari, sono stati in quattro, tutti incappucciati. Il loro obiettivo erano le slot machine e le macchine cambia monete presenti nella struttura e che erano ancora cariche delle monete (circa 4mila euro) inserite dai clienti prima del sequestro effettuato dai Carabinieri.

I militari del Comando Provinciale di Bari, infatti, il 28 marzo scorso, hanno dato esecuzione ad una misura patrimoniale di sequestro anticipato di beni, ai sensi della normativa antimafia, emesso dal Tribunale barese, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia a carico del 62enne di Bitonto, indagato negli anni per reati contro il patrimonio e la persona, e che svolgeva la propria attività nel settore ludico-ricreativo.

Il provvedimento è scaturito dagli esiti delle indagini patrimoniali condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bari e coordinate dalla magistratura antimafia del capoluogo, che hanno consentito di accertare come il destinatario della misura patrimoniale di sequestro avesse accumulato un ingente patrimonio immobiliare e aziendale, reimpiegando i capitali conseguiti illecitamente nel corso di decenni.

Tra questi, a Bitonto, oltre ad una fiorente società di capitali operante nella gestione di importanti attività dei settori ludico-ricreativo, della ristorazione e della somministrazione (beni per ben 20 milioni di euro, ndr), anche il rinomato complesso di intrattenimento che sorgeva lungo la strada provinciale 231. L'ipotesi dei Carabinieri è che ad agire siano stati dei semplici criminali balordi, alla ricerca di soldi facili.

Ma non è escluso che chi abbia violato i sigilli dell'area sotto sequestro lo abbia fatto per danneggiare le attrezzature, mentre appare poco probabile che si tratti di un furto su commissione come spesso accade quando le ditte finiscono sotto sequestro.