Scontri verbali e ritorsioni a colpi di pistola. La pax mafiosa è ormai lontana

I recenti fatti di cronaca dimostrano come sia in corso una faida tra due gruppi, quello dei Conte e dei Cipriano

lunedì 1 gennaio 2018 21.00
La pace sembra ormai essere lontana. L'avvisaglia delle ore 07.30 sotto l'arco di Sant'Andrea, i colpi di arma da fuoco sparati alle ore 08.15 in via Pertini e l'agguato delle ore 08.32, in via delle Marteri, preceduti da scontri verbali e fisici avvenuti nei giorni scorsi dimostrano come sia in corso una faida tra due gruppi, quello tra i Conte e i Cipriano.

Ed è proprio in questo contesto, fatto di lotte per la conquista del territorio, che si inseriscono, secondo gli investigatori, gli ultimi tre episodi avvenuti in città. Una vera e propria pioggia di colpi in strada. Due, entrambi esplosi da una pistola calibro 9, hanno colpito lateralmente al fianco destro un'anziana passante, uccidendola. La donna, Anna Rosa Tarantino, di 84 anni, si è trovata per caso lungo la traiettoria dei colpi destinati al 20enne Giuseppe Casadibari.

Il giovane, con precedenti per droga, è stato inseguito tra i vicoli del borgo antico dai sicari, almeno due in sella ad altrettante moto Honda SH 300, che sparavano con due armi, una pistola automatica ed un revolver. Il ragazzo, che probabilmente non era armato, è rimasto ferito: è stato colpito ad una clavicola e al torace subendo la perforazione del polmone destro e si è recato da solo al punto di primo intervento di Bitonto dove è stato medicato.

Ritenuto legato al clan Cipriano, le cui attività si concentrano proprio nel centro storico di Bitonto, il 20enne è stato poi trasferito al Policlinico di Bari dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico ed è ancora piantonato dagli uomini della Polizia di Stato. L'episodio è avvenuto in strada, in via Le Martiri, proprio dove camminava Anna Rosa Tarantino: l'84enne era andata a messa alla chiesa delle Vergini e stava andando a casa di sua sorella, ipovedente.

Alle ore 08.32, è stata raggiunta al fianco destro - accidentalmente o a causa del 20enne che l'ha utilizzata come scudo umano - ed è poi morta nell'ambulanza del Servizio 118 che la stava trasportando nell'ospedale San Paolo di Bari. Secondo accertamenti fatti sul posto da Squadra Mobile e Carabinieri, coordinati dai pm Marco d'Agostino e Ettore Cardinali della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, sarebbero stati sparati almeno 17 colpi.

Poco prima dell'agguato avvenuto nel centro storico, alle ore 08.15, altri colpi di arma da fuoco erano stati sparati in via Pertini, nella zona 167, roccaforte del clan Conte, contro il portone, i locali al piano terra e il primo piano di un palazzone di edilizia popolare dove abitano la madre del presunto capoclan Domenico Conte, i suoi uomini e Rocky, il pastore tedesco che, abbaiando, allertava le vedette della presenza in zona delle forze dell'ordine.

Ed è proprio lì che il commando, in sella a tre scooter, esplodendo 31 colpi (i militari ne hanno contati 12 a terra e 19 contro lo stabile) provenienti da tre armi, un'automatica, un revolver e una mitraglietta, ha ucciso il cane che viveva in un box deposito. Ma tutto sarebbe cominciato alle 07.30 nei pressi dell'arco di Sant'Andrea, ad una decina di metri da Porta Robustina, dove sarebbero stati sparati colpi di arma da fuoco che non avrebbero colpito nessuno.

Tutti gli episodi (ad indagare sulle due sparatorie di via delle Marteri e arco Sant'Andrea, la Polizia di Stato del Commissariato di Bitonto, coadiuvata dalla Squadra Mobile di Bari, mentre le indagini su quanto avvenuto in via Pertini, alla 167, sono state affidate alla Compagnia dei Carabinieri di Molfetta) sono stati un "botta e risposta" tra clan rivali ed il movente - secondo gli investigatori - sarebbe legato al controllo dello spaccio della droga a Bitonto.

Ad armare la mano degli autori vi sarebbe proprio lo spaccio al minuto di sostanze stupefacenti. Un "botta e risposta", dunque, legato indissolubilmente al mercato della droga. Nel corso di controlli a tappeto messi in atto dai Carabinieri della Compagnia di Molfetta subito dopo l'agguato avvenuto nella città vecchia, in alcune palazzine di via Pertini sono state scoperte una serie di porte blindate che, di fatto, impedivano l'accesso ai tetti.

Sono stati chiamati i Vigili del Fuoco che hanno abbattuto le porte, e su uno dei tetti è stato scoperto un nascondiglio della droga: sono stati trovati quantitativi di marijuana, cocaina, hashish in parte già suddivisa in dosi e circa 4.000 euro, numerosi bilancini di precisione e materiale destinato al confezionamento della droga. Ieri, poi, ancora un intervento dei Carabinieri della locale Stazione, sempre in via Pertini.

I militari hanno arrestato un 21enne e un minore ed effettuato ulteriori verifiche notando che parte delle protezioni abusive erano state nuovamente ricostruite. Durante i controlli, però, è scattato un inseguimento nei confronti di un ragazzo che, alla vista dei militari, ha lanciato una serie di fischi, cercando di fuggire per le scale di un edificio. I militari si sono quindi imbattuti in due compari del giovane: due sono stati bloccati, il terzo è riuscito a fuggire.

Recuperato un borsone contenente marijuana, hashish e cocaina. Droga, sempre e solo droga, da sempre motore trainante dell'economia criminale locale. Ed è proprio attorno al controllo dello spaccio di droga che si è nuovamente scatenata la guerra, sintomo di una rivalità mai sopita tra i Conte ed i Cipriano.