Omicidio Tarantino, scena muta dei presunti killer davanti al gip

Michele Sabba e Rocco Papaleo non rispondono durante l'interrogatorio. Entrambi sono in carcere

giovedì 22 marzo 2018 12.14
Non hanno risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari. Michele Sabba e Rocco Papaleo, i due bitontini di 24 e 38 anni ritenuti i killer dell'83enne Anna Rosa Tarantino, non hanno proferito parola davanti al gip Giovanni Anglana del Tribunale di Bari.

L'interrogatorio di garanzia all'interno del carcere di Bari è durato così una manciata di minuti. Il tempo di annunciare, da parte di entrambi, assistiti dall'avvocato Giuseppe Giulitto, la propria intenzione di non rispondere alle domande del giudice che ha disposto anche il loro arresto e di restare dunque in silenzio. Senza fornire neppure un minimo di collaborazione nelle indagini sull'omicidio dell'anziana di Bitonto, uccisa per errore.

I due, arrestati da Polizia e Carabinieri il 17 marzo scorso ed indagati per omicidio aggravato dal metodo mafioso, sono in carcere con l'accusa di avere esploso i colpi d'arma nei confronti di Giuseppe Casadibari, 21 anni, affiliato ai Cipriano, all'indirizzo del quale furono esplosi vari colpi d'arma da fuoco. E proprio in questa fase, tra gli aggressori e la vittima, venne trovarsi l'83enne Anna Rosa Tarantino, attinta mortalmente da almeno due colpi di pistola.

Uccisa per sbaglio. Colpita a morte perché presa a caso nel corso di una faida tra criminali senza scrupoli che l'hanno tragicamente coinvolta. Lei, la vittima, si è ritrovata coinvolta in una faida criminale che non le ha lasciato scampo. Se n'è andata nel silenzio, la povera 83enne Anna Rosa Tarantino, accompagnata dal dolore dai familiari e dallo sgomento di una cittadina intera ancora sconvolta per quel lutto assolutamente immotivato.

Lo stesso silenzio che ha accompagnato operosità e risolutezza degli inquirenti al lavoro sul caso e che adesso contraddistingue i due presunti killer, rinchiusi nel carcere di Bari, i quali si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari.