Maria SS Immacolata, Mons. Ciavarella: «Occorrono relazioni fraterne. Questa città è di tutti»

Toccante omelia durante la Messa Solenne celebrata in Concattedrale

giovedì 27 maggio 2021 12.29
A cura di La redazione
Cercare sempre di «non oltraggiare questa città, poiché - secondo le parole che la tradizione vuole siano state pronunciate dalla Vergine quando, nel 1734, fermò il generale spagnolo Montemar - essa è la pupilla degli occhi miei e i cittadini sono figli miei. Io la difenderò!».

È questo forse il cuore dell'omelia pronunciata da Mons. Domenico Ciavarella nella Solennità dedicata a Maria SS Immacolata. Non un messaggio che può perdersi nel tempo, ma di strettissima attualità. Vale per Bitonto, ma vale per quasi tutte le comunità che non sfuggono a violenza, prevaricazione, mancanza di senso civico.

«Se pensiamo alle nostre città - ha detto Mons. Ciavarella - e ai nostri paesi, non sono sempre onorati, rispettati... C'è tanta violenza e prepotenza, c'è tanto clientelismo, c'è tanta sporcizia, anche per le strade a volte, c'è mancanza di rispetto. Non maltrattare questa città - è stato l'ammonimento -. Per questo occorre creare un senso civico, creare cittadini onesti, come diceva San Giovanni Bosco».

Bisogna quindi, secondo il prelato, «cercare di creare relazioni fraterne, di rispetto, di armonia, perché la città è di tutti, non è "mia", è di tutti; cerchiamo di coltivare queste relazioni fra cittadini, socializzando, cerchiamo di educare i figli, i nipoti a questo senso civico. Dobbiamo capire insieme come ricreare questi rapporti di solidarietà, per essere cittadini che rispettano il proprio ambiente, la propria terra, e la amano; amano il proprio territorio, la propria strada , il proprio quartiere, tenendoci tanto».

L'amore e la solidarietà creeranno quell'unione d'intenti che porterà la nostra comunità ad essere migliore, a seguire autenticamente l'insegnamento cristiano.

E quando sentiremo di non farcela, se ci sentiremo talvolta smarriti, non dobbiamo aver paura di perderla quella strada. È accaduto ed accadrà ancora: «Maria - ha sottolineato Monsignore - ci indica in Cristo quella luce di cui abbiamo tanto bisogno in questo tempo di ricostruzione del post pandemia; è una luce, una gioia che non possiamo darci da noi stessi. È un dono. E Maria ci assicura che questo dono materno non ci mancherà.
Questa festa - è stata la chiusura - ci ricorda proprio che abbiamo bisogno, come Lei, di lasciarci guidare dalla luce della Parola che è Cristo, nostro Maestro e Signore!».

Una strada sola, quindi, quella che porta a Dio, che bisogna sempre seguire perché l'uomo possa vivere in piena armonia con il Creato che lo circonda e sia capace di creare comunità accoglienti, senza più contrasti e violenze.