«L'ombra lunga della mafia barese si estenderebbe anche su Bitonto»

Lo afferma l'Antimafia secondo cui i Parisi hanno consolidato l'alleanza con i Cipriano, mentre i Capriati si sarebbero alleati con i Conte

domenica 2 ottobre 2022 1.40
A cura di Nicola Miccione
«L'ombra lunga della mafia barese si estenderebbe pure sul territorio di Bitonto, dove il clan Parisi ha consolidato l'alleanza con la compagine Cipriano, mentre il clan Capriati si sarebbe alleato con quella dei Conte». È un passaggio della relazione della Direzione Investigativa Antimafia relativa al secondo semestre 2021.

Per l'Antimafia «la contiguità dell'area urbana con quella metropolitana favorisce l'interazione criminale tra il capoluogo barese ed i comuni della provincia dove attraverso un radicamento "a macchia di leopardo" i sodalizi cittadini tendono ad esercitare la propria influenza su gran parte delle attività delittuose localmente condotte. Lo spaccato analitico - si legge a pagina 187 - si manifesta con una spartizione delle aree di influenza stabilita sulla base del loro rapporto di forza».

Inoltre, «le complesse dinamiche criminali che caratterizzano la città metropolitana di Bari si riverberano inevitabilmente ed inarrestabilmente sui precari equilibri mafiosi di volta in volta raggiunti dai potenti clan che da sempre si contendono il predominio territoriale nel capoluogo pugliese e in quello della provincia di Bari. Il risultato è quello di un perdurante stato di fibrillazione del contesto criminale in alcuni periodi latente» e in altri «accentuato e con manifestazioni violente».

È quanto emerge dalla relazione dell'Antimafia che rimarca come «l'ombra lunga della mafia barese si estenderebbe su Bitonto dove il clan Parisi ha consolidato l'alleanza con la compagine Cipriano uscita dalla sfera protettiva del clan Strisciuglio» che sembrerebbe comunque operare con validi referenti. «Parallelamente il clan Capriati si sarebbe alleato con quella dei Conte recentemente protagonista di un vero sistema di welfare illegale connesso al settore degli stupefacenti».

Inoltre, «la stabilità e la permanenza del vincolo associativo del clan Conte si fonda sulla efferata capacità del suo boss che nonostante la detenzione in carcere riuscirebbe a gestire i propri sodali nelle remunerative attività illecite inserendo nel circuito criminale anche giovani leve». L'analisi fa emergere, inoltre, «numerosi ed efferati delitti che sottendono a decisioni criminali adottate dai potenti vertici dei clan egemoni e che lasciano presagire mutamenti negli assetti criminali».

Come per Bari «anche in provincia gli interessi delle consorterie convergono verso la gestione del mercato della droga e delle estorsioni e si confermano fonte di reddito e strumento d'affermazione di potere sul territorio. Non mancano, infine, le infiltrazioni nel settore della pubblica amministrazione dove i tentacoli mafiosi trovano fertile terreno nella cosiddetta "zona grigia"», rileva l'Antimafia che pone l'accento sui rapporti commerciali tenuti dai clan con i gruppi criminali locali.

L'analisi degli eventi del secondo semestre 2021 a Bari ha «confermato la brama di potere di uno dei gruppi più agguerriti degli Strisciuglio» che «ha portato allo scontro armato con la componente Palermiti», mentre a Bitonto, dove seppur operativo, il gruppo Mercante, risulterebbe aver perso almeno in parte la sua forte operatività, «non si sono avute evidenze - è scritto - circa l'attuale operatività dei Cassano-Di Cataldo legati ai Diomede e dei Modugno affiliati agli Strisciuglio».

«Anche i reati contro il patrimonio e in modo particolare le rapine consumate nei confronti dei portavalori e degli autotrasportatori di generi alimentari - conclude la relazione della Dia - costituiscono un business di interesse per la criminalità locale» che continua a costituire un fattore di grave pregiudizio alla vita comune.