Disastro aereo Capo Gallo: i responsabili chiedono la grazia

Nell'incidente morì anche il bitontino Enrico Fallacara. Indignati i parenti delle vittime: «Assurdo: nemmeno un giorno di galera»

mercoledì 15 maggio 2019 10.54
Dopo quattordici anni dal disastro aereo in cui morirono 16 persone, fra cui anche il 39enne bitontino, Enrico Fallacara, invece della sentenza di condanna per i responsabili arriva la loro richiesta di grazia. Paradossale risvolto nel processo contro le 7 persone accusate di aver causato l'incidente del 6 agosto 2005 in cui l'Atr72 della Tuninter, partito da Bari e diretto a Djerba, finì il suo volo nelle gelide acque di Capo Gallo al largo della Sicilia. Una ferita ancora aperta per i famigliari delle vittime, che ogni anno continuano a chiedere giustizia per i 16 morti e i 23 feriti di un incidente che poteva essere evitato e i cui responsabili, decretati da una sentenza della Cassazione, non hanno mai scontato la loro pena.
«Apprendo poco fa dall'avvocato Amenduni l'ultima novità nonché "beffa"della nostra assurda vicenda - scrivono dall'Associazione Capo Gallo 6 agosto 2005 - tutti i parenti delle vittime e i superstiti saranno chiamati dal Procuratore generale del tribunale di Palermo per pronunciarsi sulla richiesta di grazia, inoltrata al Presidente della Repubblica italiana dai legali dei 7 responsabili del disastro aereo del 6 agosto 2005 a Capo Gallo».

«Hanno avuto uno sconto notevole di pena - sottolineano - Nessuno ha fatto un giorno di galera, la sentenza definitiva della loro condanna non è stata applicata. Ogni anniversario chiediamo giustizia e certezza della pena alle autorità preposte e questi, o chi per loro, hanno la faccia tosta di chiedere la grazia come se 16 morti e 23 superstiti non contassero nulla».