Bambini e ragazzi costretti ad allenarsi per strada: la denuncia della Bitonto Sportiva

A causa dei lavori che stanno interessando il polisportivo "Rossiello", la società prova ad arrangiarsi in più modi

mercoledì 31 dicembre 2025
Un post breve, ironico nei toni ma durissimo nei contenuti, che in poche parole fotografa una situazione sempre più complessa. L'ASD Bitonto Sportiva, società cittadina di atletica leggera, ha affidato ai social una denuncia che riaccende i riflettori sulla carenza di strutture sportive a Bitonto.

«In un parcheggio. Ormai da oltre un anno senza strutture e senza prospettive concrete. Questo ci offre la città ma noi non molliamo. Sappiatelo!». È questo il messaggio pubblicato dalla società, accompagnato da immagini che mostrano atleti – molti dei quali giovanissimi – allenarsi in spazi di fortuna.

Dal febbraio 2024, infatti, il polisportivo comunale "N. Rossiello", sede abituale degli allenamenti del sodalizio - e di tante associazioni sportive locali - è inagibile a causa di lavori di manutenzione che ne hanno precluso l'utilizzo. Da allora, però, non sono arrivate soluzioni alternative strutturate né prospettive certe sui tempi di rientro.

Così, gli atleti della Bitonto Sportiva si arrangiano come possono: allenamenti nel pistino "Franzin", attiguo alla piscina comunale, quando possibile, oppure per strada tra auto in transito, marciapiedi stretti e tutte le difficoltà – e i pericoli – che una simile situazione comporta. Una condizione che mal si concilia con la sicurezza, la crescita sportiva e l'educazione motoria, soprattutto quando a praticare atletica sono bambini e ragazzi.

La denuncia della società non è una resa, ma una dichiarazione di resistenza. E segue il comunicato stampa, diramato alcune settimane fa dalle associazioni sportive locali, con cui le stesse annunciavano una manifestazione pubblica a Palazzo di Città, per ribadire che «allenarsi lontano dalla propria città, in contesti improvvisati e senza certezze, mina il benessere dei giovani atleti, mette in difficoltà genitori e dirigenti, crea problemi logistici e - soprattutto - economici e compromette la fiducia nel valore educativo dello sport. La pratica sportiva ha bisogno di serenità, radici e appartenenza: ha bisogno di casa».

Nel post pubblicato dalla Bitonto Sportiva emerge chiaramente la volontà di non mollare, di continuare a credere nello sport come strumento educativo e sociale, anche in assenza di condizioni adeguate. Un tema che chiama in causa istituzioni e amministratori, perché allenarsi in un parcheggio non può diventare la normalità. Il messaggio della società è chiaro e diretto: la passione e l'impegno non mancano. Ora, però, serve che gli organi preposti facciano la propria parte affinché gli impianti sportivi cittadini possano - presto - tornare ad ospitare atleti e famiglie.