Il comitato Ambiente è Vita si costituisce in giudizio nel ricorso della Fer.Live sulla discarica

Nei prossimi giorni una raccolta firme a Terlizzi e Sovereto

domenica 15 aprile 2018 10.20
Resta alta l'attenzione sulla discarica Fer.Live, il deposito di stoccaggio e trattamento di rifiuti ferrosi che potrebbe essere realizzato in contrada Colaianni, nel territorio di Bitonto, ma a poche centinaia di metri dal confine comunale di Terlizzi e dalla sua frazione di Sovereto. Merito anche del comitato cittadino "Ambiente è Vita", un gruppo di liberi cittadini attivi, apartitico, che si batte per la tutela dell'ambiente e della salute pubblica. Il comitato ha infatti ufficializzato la costituzione di parte civile «nel giudizio relativo al ricorso al Consiglio di Stato adito dalla società Fer Live che aveva impugnato la Sentenza del TAR Puglia», come spiegano gli attivisti in una nota stampa.
«Com'è noto -si legge nel comunicato - il TAR Puglia aveva accolto le ragioni del diniego, formulato anche dal Comune di Bitonto, per l'insediamento in zona agricola E1, in contrada Selva della città, di un mega impianto industriale per il trattamento e il recupero di materiali ferrosi. Il Comitato ha pertanto dato ampio mandato di rappresentanza all'Avv. Rossella Chieffi riconfermando piena e totale fiducia nella professionista terlizzese in virtù della sua lunga esperienza in campo ambientale.
In supporto alle azioni legali, continueranno anche le azioni di sensibilizzazione sulle criticità ambientali nel nostro territorio. Tra queste la raccolta firme sul territorio e in sinergia con il territorio di Terlizzi e Sovereto tramite le associazioni locali e in ultimo con l'aiuto del Comune di Bitonto».
Prosegue intanto il lavoro del comitato anche in ambito locale visto che una sua delegazione, nei prossimi giorni, «chiederà un incontro con il Sindaco e con l'Assessore all'Ambiente, per avere notizie circa la mozione votata al termine del Consiglio monotematico tenutosi il 15 gennaio u.s.. Mozione che prevedeva un atto di giunta relativo al successivo provvedimento della Città Metropolitana che di fatto aveva rimesso in gioco la procedura di V.I.A..».