I Santi Medici e Bitonto: un culto antichissimo che attraversa i secoli e si rinnova
Anche quest'anno, domenica 19 ottobre, Bitonto tornerà a festeggiare san Cosma e san Damiano
venerdì 17 ottobre 2025
Un legame indissolubile, antico e sempre vivo quello tra Bitonto e i Santi Medici Cosma e Damiano. Anche quest'anno, domenica 19 ottobre, la città degli ulivi si prepara a rinnovare la sua più profonda e sentita tradizione religiosa con i solenni festeggiamenti in onore dei due fratelli medici, vissuti nel III secolo d.C. e martirizzati sotto l'impero di Diocleziano per la loro fede incrollabile.
Secondo le fonti più accreditate, Cosma e Damiano furono fratelli, probabilmente gemelli, noti per le loro straordinarie doti di guaritori. Curavano i malati senza chiedere nulla in cambio, da cui l'appellativo di anàrgiri (dal greco anargyroi, "senza argento"). A Bitonto, il legame con i santi taumaturghi si è consolidato nei secoli anche grazie alla presenza di una preziosa reliquia delle braccia dei Santi Medici, attestata ufficialmente nel 1572 nella visita pastorale di monsignor Cornelio Musso.
Ma le origini del culto nella città pugliese affondano radici ancora più lontane. Le prime testimonianze iconografiche risalgono al XIV secolo, segno di una devozione antichissima che nel corso del tempo si è estesa ben oltre i confini cittadini. Tra Ottocento e Novecento, infatti, il culto dei Santi Medici di Bitonto ha oltrepassato l'oceano, portato con sé dagli emigranti bitontini che ne hanno diffuso l'immagine e la venerazione in America. Oggi, in luoghi come il New Jersey (USA) e La Boca (Argentina), la devozione ai due santi è ancora viva, tramandata di generazione in generazione da chi conserva orgogliosamente le proprie origini pugliesi.
Le prime tracce materiali della venerazione in città sono rappresentate da un dipinto trecentesco, un tempo collocato nel catino absidale della chiesa di San Leucio Vecchio, oggi custodito al Museo Diocesano. Dello stesso periodo è anche un bassorilievo in pietra, raffigurante i santi insieme a devoti in preghiera, originariamente nella cappella della famiglia Rogadeo e oggi conservato nella cripta della Basilica dei Santi Medici. Nel corso del XIV secolo, sorse anche la prima chiesa bitontina dedicata ai santi anàrgiri, nei pressi della chiesa di San Giorgio, nel cuore del centro antico.
Aperta al culto sino al 1631, ospitò le prime statue in pietra policroma dei Santi Medici, oggi visibili nel Museo Diocesano. Dopo la chiusura dell'edificio, il culto si trasferì nell'antica chiesa dei Santi Cosma e Damiano, adiacente alla parrocchia di San Giorgio: un luogo che ancora oggi conserva un forte valore simbolico, poiché la processione delle immagini dei santi vi sosta ogni anno per un momento di intensa preghiera.
L'afflusso crescente di devoti e pellegrini rese, col tempo, necessario un nuovo spazio di culto. Dopo quindici anni di lavori, nel 1973 venne inaugurata l'attuale Basilica dei Santi Medici, in piazza XXVI Maggio 1734, divenuta oggi il cuore pulsante della devozione bitontina. È qui che sono custodite la sacra immagine dei taumaturghi e la reliquia delle loro braccia, simbolo di una fede che continua a rinnovarsi.
Ogni terza domenica di ottobre, Bitonto si trasforma in un fiume di fede. La processione dei Santi Medici, seguita da decine di migliaia di fedeli provenienti da tutta la Puglia e dal Sud Italia, percorre le strade della città per circa dodici ore. Molti devoti portano pesanti ceri votivi, altri camminano scalzi, intonando canti popolari che si tramandano di padre in figlio. È una manifestazione di fede profonda, un rito collettivo che non smette di commuovere e unire. Ogni anno Bitonto rinnova così il suo voto di gratitudine verso i suoi Santi protettori, in un intreccio perfetto di spiritualità, tradizione e identità popolare. Un sentimento che attraversa i secoli e che, anche nel 2025, si conferma come una delle più vive e partecipate espressioni di devozione del Sud Italia.
Secondo le fonti più accreditate, Cosma e Damiano furono fratelli, probabilmente gemelli, noti per le loro straordinarie doti di guaritori. Curavano i malati senza chiedere nulla in cambio, da cui l'appellativo di anàrgiri (dal greco anargyroi, "senza argento"). A Bitonto, il legame con i santi taumaturghi si è consolidato nei secoli anche grazie alla presenza di una preziosa reliquia delle braccia dei Santi Medici, attestata ufficialmente nel 1572 nella visita pastorale di monsignor Cornelio Musso.
Ma le origini del culto nella città pugliese affondano radici ancora più lontane. Le prime testimonianze iconografiche risalgono al XIV secolo, segno di una devozione antichissima che nel corso del tempo si è estesa ben oltre i confini cittadini. Tra Ottocento e Novecento, infatti, il culto dei Santi Medici di Bitonto ha oltrepassato l'oceano, portato con sé dagli emigranti bitontini che ne hanno diffuso l'immagine e la venerazione in America. Oggi, in luoghi come il New Jersey (USA) e La Boca (Argentina), la devozione ai due santi è ancora viva, tramandata di generazione in generazione da chi conserva orgogliosamente le proprie origini pugliesi.
Le prime tracce materiali della venerazione in città sono rappresentate da un dipinto trecentesco, un tempo collocato nel catino absidale della chiesa di San Leucio Vecchio, oggi custodito al Museo Diocesano. Dello stesso periodo è anche un bassorilievo in pietra, raffigurante i santi insieme a devoti in preghiera, originariamente nella cappella della famiglia Rogadeo e oggi conservato nella cripta della Basilica dei Santi Medici. Nel corso del XIV secolo, sorse anche la prima chiesa bitontina dedicata ai santi anàrgiri, nei pressi della chiesa di San Giorgio, nel cuore del centro antico.
Aperta al culto sino al 1631, ospitò le prime statue in pietra policroma dei Santi Medici, oggi visibili nel Museo Diocesano. Dopo la chiusura dell'edificio, il culto si trasferì nell'antica chiesa dei Santi Cosma e Damiano, adiacente alla parrocchia di San Giorgio: un luogo che ancora oggi conserva un forte valore simbolico, poiché la processione delle immagini dei santi vi sosta ogni anno per un momento di intensa preghiera.
L'afflusso crescente di devoti e pellegrini rese, col tempo, necessario un nuovo spazio di culto. Dopo quindici anni di lavori, nel 1973 venne inaugurata l'attuale Basilica dei Santi Medici, in piazza XXVI Maggio 1734, divenuta oggi il cuore pulsante della devozione bitontina. È qui che sono custodite la sacra immagine dei taumaturghi e la reliquia delle loro braccia, simbolo di una fede che continua a rinnovarsi.
Ogni terza domenica di ottobre, Bitonto si trasforma in un fiume di fede. La processione dei Santi Medici, seguita da decine di migliaia di fedeli provenienti da tutta la Puglia e dal Sud Italia, percorre le strade della città per circa dodici ore. Molti devoti portano pesanti ceri votivi, altri camminano scalzi, intonando canti popolari che si tramandano di padre in figlio. È una manifestazione di fede profonda, un rito collettivo che non smette di commuovere e unire. Ogni anno Bitonto rinnova così il suo voto di gratitudine verso i suoi Santi protettori, in un intreccio perfetto di spiritualità, tradizione e identità popolare. Un sentimento che attraversa i secoli e che, anche nel 2025, si conferma come una delle più vive e partecipate espressioni di devozione del Sud Italia.