I dipendenti del Maria Cristina ricollocati in altri enti, ma l’arresto del direttore ASL frena tutto

Damascelli: «Non sia un alibi per accantonare il problema»

domenica 15 luglio 2018 10.13
Il dramma dei 17 lavoratori dell'Azienda di Servizi alla persona, Maria Cristina di Savoia di Bitonto, senza stipendio da 30 mesi, potrebbe essere a un passo dalla soluzione, ma ci vorrà ancora un po' di pazienza. Il 10 luglio scorso, infatti, avrebbero dovuto partecipare alla riunione che avrebbe definito la loro ricollocazione all'interno della ASL di Bari e di altri enti pubblici metropolitani, in base a quanto programmato dalla task force guidata da Leo Caroli, l'ex assessore della giunta Vendola che Michele Emiliano ha voluto alla guida del comitato Sepac (la task force per le crisi aziendali). Purtroppo, l'arresto del direttore ASL, Vito Montanaro, ha bloccato tutto e bisognerà attendere che si chiarisca questa vicenda prima di poter proseguire con le attività previste.

Nel frattempo però, come annunciato dal commissario straordinario dell'ASP, Preverin, da domani i dipendenti non potranno più lavorare al Maria Cristina perché entrati nella procedura di "messa a disposizione": riceveranno l'80% dello stipendio in attesa di un nuovo impiego. Somme che si aggiungeranno alle 30 mensilità che ancora devono essere loro corrisposte e che, forse, potrebbero non rivedere mai.

Su questa assurda situazione è intervenuto anche il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli, che ha lanciato il suo monito: «Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto il direttore generale dell'Asl Bari non siano un alibi per accantonare il problema della ricollocazione dei lavoratori dell'asp Maria Cristina di Bitonto. Il rinvio della riunione prevista per lo scorso 10 luglio non può giustificare la sospensione di un iter che rappresenta l'unica chance di sblocco per i dipendenti dello storico ente bitontino, allo stremo dopo ben trenta mesi senza stipendio».

«La task force regionale – ha chiesto Damascelli – prosegua il suo impegno per trovare finalmente una via d'uscita ad un'odissea occupazionale che si trascina ormai da quasi tre anni, sollecitando gli enti enti coinvolti a fornire risposte concrete in tempi rapidi e a trovare una definitiva soluzione alla vertenza».