Due tentati omicidi durante la lotta tra clan: due arresti

In manette Nicola Lorusso e Giuseppe Rocco Cassano. Riconosciuta l'aggravante mafiosa

giovedì 7 dicembre 2017 14.08
Arrestati dalla Polizia di Stato, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, i pregiudicati Nicola Lorusso, di 20 anni, e Giuseppe Rocco Cassano, di 39 anni, già detenuto per altra causa.

I due sono ritenuti responsabili, a vario titolo, della commissione a Bitonto di due tentativi di omicidio e di porto illegale di armi da fuoco, con l'aggravante di aver commesso i reati con l'utilizzo del metodo mafioso.

Dalle indagini svolte in sinergia dalla Squadra Mobile di Bari e dagli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Bitonto, è emerso che Giuseppe Rocco Cassano, il 17 agosto 2015, aveva attentato alla vita di un noto pregiudicato bitontino, non esitando ad esplodere numerosi colpi d'arma da fuoco tra la gente, fra via Saracino e via Piepoli (una zona solitamente frequentata da esponenti del clan Conte, nda), all'indirizzo dell'obiettivo che solo per un puro caso riuscì a scampare all'attentato mortale.

Il secondo episodio vede protagonista Nicola Lorusso che, il 18 ottobre 2015, durante i festeggiamenti in onore dei SS. Medici Cosma e Damiano, nei pressi del Luna Park affollato di gente, anch'egli non aveva esitato ad esplodere numerosi colpi d'arma da fuoco attentando alla vita di un altro pregiudicato bitontino (Vito Antonio Tarullo, conosciuto alle forze dell'ordine come guardia del corpo di uno dei pezzi da novanta del gruppo criminale che fa capo a Mimmo Conte, nda), attinto da numerosi proiettili.

Nella circostanza uno dei colpi esplosi aveva provocato anche il ferimento, fortunatamente lieve, di un passante. Solo il pronto intervento delle forze di polizia presenti in loco aveva consentito di scongiurare un ben peggiore esito dell'evento criminoso che aveva creato non poco panico tra folla, messa in fuga dalla sparatoria.

Per quest'ultimo episodio, ad agosto dello scorso anno, furono colpiti, da analogo provvedimento cautelare, tre pregiudicati del posto, ritenuti responsabili a vario titolo di due tentati omicidi e di porto e detenzioni di armi da fuoco, il tutto aggravato dalle condizioni previste dall' art.7, cioè aver agevolato un clan mafioso. Le manette scattarono ai polsi di Luigi Tropeano, 23enne, Vincenzo Surriano, 33enne e Francesco Nartilla, 36enne.

Le immediate indagini seguite agli eventi, in un clima omertoso per la pericolosità dei soggetti e le loro spiccate propensioni criminali, hanno permesso di fare luce sugli accadimenti attribuendo specifiche responsabilità agli autori di tali gravi fatti inquadrati in un più ampio contesto mafioso.