Damascelli risponde all'ASL Bari: «Nessun medico disposto a subentrare per pochi mesi»

Nuova nota del leader del centrodestra bitontino sulla carenza di personale sanitario per le esigenze dei cittadini

martedì 20 maggio 2025 15.40
Domenico Damascelli, leader del centrodestra bitontino, non ci sta e risponde all'ASL Bari sulla situazione dei medici di base a Bitonto, ormai al collasso. Nonostante le rassicurazioni dell'Azienda Sanitaria Locale (qui la nota), l'esponente di Fratelli d'Italia rincara la dose e spiega in un nuovo comunicato la sua verità. Ecco il testo integrale.

«In merito alle dichiarazioni della ASL Bari sulla situazione della Medicina generale a Bitonto, è necessario fare chiarezza sui numeri e sulle responsabilità.
Ad oggi, i medici di Medicina generale andati in pensione nel 2025 sono quattro, ai quali va aggiunto uno (dott. G.F.L.) andato in pensione nel 2024, mai sostituito e non considerato nelle zone carenti dello scorso anno. Pertanto, i medici venuti meno sono ormai cinque e non quattro, come invece sostenuto dalla ASL.
Nonostante la ASL affermi che siano stati contattati altri medici, la verità è un'altra: tali professionisti non avrebbero mai accettato gli incarichi. Nessun medico è disposto a subentrare solo per pochi mesi, dovendo sostenere da solo i costi di apertura e gestione di uno studio privato: affitti, utenze, software, arredi, attrezzature, segreteria per incarichi di brevissimo periodo, senza alcuna certezza di continuità e con un carico burocratico e gestionale non indifferente.
Quale medico accetterebbe di lasciare un'attività lavorativa per affrontare una sostituzione temporanea onerosa?
La situazione è destinata a peggiorare: entro l'estate andranno in pensione altri due medici massimalisti (dott. V.A.G.S. e dott. M.A.), ciascuno con circa 1.500 assistiti, lasciando dunque altri 3.000 cittadini senza medico di base.
Il rischio concreto è che circa 9.000 bitontini rimangano privi di assistenza primaria.
Inoltre, superare i massimali di 1.500 pazienti per medico non garantisce certo la qualità del servizio, limita la libertà dei cittadini di scegliere il medico di fiducia e non tiene conto dei diritti dei medici, che non sono dipendenti ma liberi professionisti convenzionati e, come tali, possono scegliere quanti pazienti prendere in carico, per lavorare con qualità e serenità.
Infine, l'unica esperienza concreta di Ospedale di Comunità nella provincia, ovvero l'Unità di degenza Territoriale (UDT) di Bitonto, non è mai stata riaperta dopo la chiusura per il lockdown del marzo 2020: una decisione scriteriata e immotivata.
E oggi, nonostante si parli di PNRR e Case della Comunità, nessuno di questi progetti è operativo sul territorio di Bitonto.
Chiediamo alla Regione e alla ASL risposte serie, impegni concreti e soluzioni strutturali, non semplici rassicurazioni mediatiche che puntualmente non trovano riscontro nella realtà. Lo ribadisco per l'ennesima volta: sulla salute non faremo mai un passo indietro!».