Consorzio ASI Bari: la Corte dei Conti condanna anche Nicola Pice con Emiliano

Con agli altri componenti del Cda è accusato di «licenziamento illegittimo» ai danni di un ex dirigente

lunedì 26 novembre 2018 11.00
Ha colpito anche l'ex sindaco di Bitonto, Nicola Pice, la sentenza della Corte dei Conti che ha condannato il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, a risarcire il consorzio ASI per il licenziamento dell'ingegner Giuseppe Spadavecchia, dirigente allontanato due volte e poi sempre reintegrato. Una condanna che conferma quella inflitta in primo grado e che coinvolge anche gli altri componenti del Cda del consorzio all'epoca dei fatti: l'ex commissario, Raffaele Matera, Paolo Bevilacqua e Giuseppe Rana.

La CdC ha stabilito un risarcimento di 61.618,48 euro, che il governatore e l'ex sindaco di Bitonto dovranno dividere con gli altri condannati per una somma di 15.404,62 euro ciascuno, oltre a 272 euro di spese legali.
La sentenza risale allo scorso 23 maggio, ma soltanto alcuni giorni fa è stata diffusa.

I fatti risalgono al 2007, quando Spadavecchia venne licenziato due volte nel giro di pochi mesi. Oggetto della discorda un appalto per lavori riguardanti la costruzione di alcuni rustici industriali e servizi in zona industriale di Modugno. Il 9 marzo Matera invia la lettera di licenziamento nei confronti di Spadavecchia, a seguito del contenzioso fra ASI e Ati srl Edilizia integrale e Valsie. Il giudice del Lavoro, però, dà ragione al ricorso di Spadavecchia, che viene così reintegrato.

Nel frattempo, Emiliano (allora sindaco di Bari) subentra a Matera alla guida del consorzio ASI, e il 6 agosto il CdA decide il nuovo licenziamento di Spadavecchia, comunicato il 23 dello stesso mese. Stavolta il giudice del Lavoro respinge il ricorso, accolto però dal Collegio, che stabilisce il nuovo reintegro di Spadavecchia, giudicando «Pretestuoso e strumentale» il licenziamento.

Si arriva così alla sentenza di primo grado della Corte dei Conti, datata 23 dicembre 2014. Matera viene condannato per il primo licenziamento a versare 42.233,77 euro, mentre gli altri quattro (compreso Emiliano), vengono condannati per danno erariale a versare il risarcimento di 61.618,48 euro. L'accusa regge anche in secondo grado, e la sentenza di appello conferma quanto stabilito in primo grado.