Bitonto in cammino per ricordare Anna Rosa Tarantino a otto anni dall'omicidio
Ieri, 30 dicembre, la cerimonia per commemorare la bitontina uccisa dalla mafia nel 2017
mercoledì 31 dicembre 2025
Otto anni dopo quel tragico 30 dicembre, Bitonto continua a ricordare la sua concittadina Anna Rosa Tarantino, vittima innocente di mafia, colpita a morte in un vicolo del centro antico durante uno scontro a fuoco tra clan rivali. Ieri, la città si è stretta nel ricordo della donna rinnovando la "Marcia cittadina della memoria": un appuntamento che è diventato simbolo di impegno civile e responsabilità collettiva.
L'iniziativa è stata promossa dall'Amministrazione comunale insieme al presidio locale di "Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie". Dopo il raduno in piazza Caduti del Terrorismo, a pochi passi dal luogo dell'efferato omicidio, e la lettura dei quattordici articoli che compongono la "Carta della pace della città di Bitonto", il corteo silenzioso ha attraversato il cuore del centro antico, coinvolgendo studenti, associazioni, parrocchie, cittadini, rappresentanti delle forze dell'ordine e delle istituzioni.
Un cammino silenzioso, ma colmo di significato, vissuto come un gesto collettivo di memoria. Al termine della marcia, nella Cattedrale, è stata celebrata una messa in suffragio di Anna Rosa Tarantino, presieduta dal parroco rettore don Marino Cutrone.
Nel corso della cerimonia di commemorazione, a cui hanno preso parte anche il vicario del Questore di Bari Mario Marcone e la comandante della Compagnia dei Carabinieri di Modugno Giovanna Bosso, il sindaco Francesco Paolo Ricci ha sottolineato il valore della partecipazione: «Essere qui significa voler dare un segnale serio e concreto. Associazioni, parrocchie, cittadini, istituzioni e forze dell'ordine camminano insieme perché la comunità ha intrapreso una strada precisa e continua a inseguirla. Dire no alla mafia non è un gesto simbolico: significa essere protagonisti ogni giorno, con i nostri esempi, della crescita della nostra città».
Parole forti anche da parte di don Angelo Cassano, portavoce regionale di Libera, che ha espresso la vicinanza alla famiglia Tarantino: «Questo è un cammino che nasce dalla rabbia e dal dolore, ma oggi siamo una piazza di speranza. Bitonto siete voi, che dite "ci siamo" e non vi fate sottomettere da minacce e intimidazioni. Come dice don Luigi Ciotti non basta commuoversi: dobbiamo muoverci, metterci la faccia, costruire insieme un percorso vero».
Presente anche Pinuccio Fazio, padre di Michele, ucciso dalla mafia il 12 luglio 2001 a Bari vecchia, che ha rivolto un messaggio diretto ai più giovani: «A Bitonto mi sento a casa. Questa è una città bellissima e non deve essere lasciata nelle mani dei criminali. Il nostro sorriso è la rabbia della mafia. Tocca a voi, ragazzi, portare avanti le nostre storie e custodire questa bellezza».
L'iniziativa è stata promossa dall'Amministrazione comunale insieme al presidio locale di "Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie". Dopo il raduno in piazza Caduti del Terrorismo, a pochi passi dal luogo dell'efferato omicidio, e la lettura dei quattordici articoli che compongono la "Carta della pace della città di Bitonto", il corteo silenzioso ha attraversato il cuore del centro antico, coinvolgendo studenti, associazioni, parrocchie, cittadini, rappresentanti delle forze dell'ordine e delle istituzioni.
Un cammino silenzioso, ma colmo di significato, vissuto come un gesto collettivo di memoria. Al termine della marcia, nella Cattedrale, è stata celebrata una messa in suffragio di Anna Rosa Tarantino, presieduta dal parroco rettore don Marino Cutrone.
Nel corso della cerimonia di commemorazione, a cui hanno preso parte anche il vicario del Questore di Bari Mario Marcone e la comandante della Compagnia dei Carabinieri di Modugno Giovanna Bosso, il sindaco Francesco Paolo Ricci ha sottolineato il valore della partecipazione: «Essere qui significa voler dare un segnale serio e concreto. Associazioni, parrocchie, cittadini, istituzioni e forze dell'ordine camminano insieme perché la comunità ha intrapreso una strada precisa e continua a inseguirla. Dire no alla mafia non è un gesto simbolico: significa essere protagonisti ogni giorno, con i nostri esempi, della crescita della nostra città».
Parole forti anche da parte di don Angelo Cassano, portavoce regionale di Libera, che ha espresso la vicinanza alla famiglia Tarantino: «Questo è un cammino che nasce dalla rabbia e dal dolore, ma oggi siamo una piazza di speranza. Bitonto siete voi, che dite "ci siamo" e non vi fate sottomettere da minacce e intimidazioni. Come dice don Luigi Ciotti non basta commuoversi: dobbiamo muoverci, metterci la faccia, costruire insieme un percorso vero».
Presente anche Pinuccio Fazio, padre di Michele, ucciso dalla mafia il 12 luglio 2001 a Bari vecchia, che ha rivolto un messaggio diretto ai più giovani: «A Bitonto mi sento a casa. Questa è una città bellissima e non deve essere lasciata nelle mani dei criminali. Il nostro sorriso è la rabbia della mafia. Tocca a voi, ragazzi, portare avanti le nostre storie e custodire questa bellezza».