Bitonto-Giovinazzo-Terlizzi, il triangolo delle auto rubate

I nascondigli fra Mariotto e Palombaio e in località San Martino. Per gli inquirenti è una vera e propria piaga

domenica 25 aprile 2021 13.18
A cura di Nicola Miccione
Rubate e cannibalizzate nel giro di poche ore. È il destino delle autovetture, occultate fra le campagne di Bitonto, Giovinazzo e Terlizzi, sezionate e smontate. Qui, secondo fonti inquirenti, c'è un nuovo triangolo maledetto in cui le auto, ridotte ai minimi termini, alimentano il mercato clandestino della vendita dei ricambi.

Gli investigatori parlano di una vera e propria piaga del territorio a nord di Bari. Ma da dove arrivano questi ladri? Bande simili, specializzate, provengono spesso dal sud foggiano (Cerignola), dalla sesta provincia (Andria) e dall'area metropolitana di Bari (Bitonto). E una delle piste è che sia così anche in questo caso, come già scoperto durante altre indagini. Le autovetture (i malviventi preferiscono i suv) vengono rubate in base alla precisa richiesta che arriva dei pezzi di ricambio.

Ma se fino alla fine del 2020 le auto venivano condotte attraverso la strada statale 16 bis e la strada provinciale 231 fra il nord barese e il sud foggiano, occultate in particolare nelle campagne di Andria ed infine letteralmente cannibalizzate, adesso sembra che fra i territori ricadenti in un'area compresa tra l'agro di Bitonto, di Giovinazzo e di Terlizzi sia in atto un'attività illecita finalizzata al riciclaggio delle auto rubate. E i continui ritrovamenti, ormai, non fanno neanche più notizia.

Proprio a Bitonto, ad esempio, «il contrasto ai furti di auto - riferiscono dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Bari - è tra gli obbiettivi primari della Stazione Carabinieri che, da inizio anno, è intervenuta in più occasioni. Gli innumerevoli servizi svolti hanno portato non solo all'arresto di diversi soggetti, quattro arrestati in flagranza di reato, ma anche al rinvenimento, nell'agro delle frazioni di Mariotto e Palombaio, di oltre 50 autovetture rubate, restituite ai legittimi proprietari».

Numeri, che oltre a dimostrare l'attività degli uomini della Stazione di Bitonto, a cui si aggiungono quelli del Commissariato di P.S. e i consorzi privati di vigilanza campestre Custodia Campi e La Vigile Rurale, danno anche la misura del vasto fenomeno che quotidianamente le forze dell'ordine fronteggiano. I ladri mirano a suv e crossover, più profittevoli al momento dello smercio di parti usate. Gli stratagemmi usati sono tecnologici e consentono di agire in meno di un minuto.

Non solo Bitonto, però: fra le campagne di Giovinazzo e Terlizzi, nell'area attorno all'estesa località di San Martino, accanto alla strada provinciale 107, in sole due settimane, sono state ritrovate ben 10 autovetture rubate. I controlli, in questo caso, vedono in campo Carabinieri, Polizia Locale e Guardie Campestri, impegnati in serrati controlli in una vasta base divenuta, probabilmente, la nuova base di criminali specialisti che smontano, tagliano, depredano e bruciano auto rubate.

Un fenomeno sempre in fermento che, secondo gli investigatori, vede coinvolte vere organizzazioni criminali al cui interno opera una "squadra operativa" dedita al furto del mezzo, la "squadra dei tagliatori" che seziona le auto e infine una "piattaforma logistica" in grado di ripulire i pezzi nei circuiti dei demolitori compiacenti, utilizzando documentazione apparentemente lecita. Un fenomeno spiegato da Giancarlo Squeo durante una vecchia puntata di "Avamposti", in onda su Nove.

Nella docuserie che ha raccontato la quotidianità di Cerignola, «lo snodo principale del più grande mercato di autovetture rubate del Mediterraneo», il maresciallo in servizio sul Tavoliere delle Puglie, nel corso di una perquisizione in un'autodemolizione, ha detto che Cerignola, «un paese di 60.000 abitanti ha 50 demolizioni dichiarate. E per servirle almeno un'auto al giorno la devi portare?». I ladri, poi, sono veloci: «In un'ora e mezza riescono a smontare le componenti principali».

Ma qual è il destino dei pezzi di ricambio? La merce viene rivenduta attraverso il web, con annunci su siti di e-commerce e sui social network: «Provate a cercare, su un sito di annunci online, i ricambi d'auto - ha raccontato Squeo -. Questi annunci vi porteranno ad aziende che non esistono, in vie che esistono, con un civico di un appartamento di una persona che non c'entra niente e con un numero di telefono intestato a uno straniero a cui ordini il pezzo di ricambio», ha concluso.

Intanto, però, i ritrovamenti di auto, la quasi totalità già irriconoscibili perché cannibalizzate di ogni tipo di componente, rivelano invece che le bande criminali hanno scelto le campagne del triangolo fra Bitonto, Giovinazzo e Terlizzi come officine dove smembrare le auto, prima di ripulire i pezzi attraverso i demolitori compiacenti.