
Cronaca
Presunti illeciti discarica di Trani: 7 richieste di parte civile
Nell'inchiesta coinvolti anche due tecnici di laboratorio bitontini
Bitonto - mercoledì 18 ottobre 2017
11.33
Ci sono sette richieste di costituzione di parte civile nell'inchiesta sui presunti illeciti alla discarica di Trani che vede coinvolti, tra i 23 indagati, anche due tecnici di laboratorio bitontini. Adesso sarà il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Trani, Angela Schiralli, a doverne valutare, entro il 31 ottobre, l'ammissibilità.
A presentare istanza sono stati il Comune di Trani, Amiu (che al contempo è imputata come persona giuridica), il Comitato Trani Bene Comune, Legambiente, il Comitato Pugliese di Legambiente, il Ministero dell'Ambiente e l'imputato Michele Zecchillo, ingegnere-direttore tecnico dell'impianto di Contrada Puro Vecchio (che nel 2015 finì sotto sequestro) che si ritiene parte lesa per le ipotesi di reato di turbativa d'asta e corruzione contestati a Francesco Paolo d'Amore, presidente del collegio sindacale Amiu dal 2008 al 2014, al direttore generale della Marco Polo Engineering Spa, Loris Zanelli, ed all'architetto barese Michele Lastilla.
Il Ministero dell'Ambiente, inoltre, ha chiesto di esser autorizzato a citare come responsabili civili la stessa Amiu e la società Marco Polo Engineering che avrebbero conseguito vantaggi patrimoniali. Mentre il difensore delle società ha chiesto il non luogo a procedere per la prescrizione dei reati, l'assenza del titolare dell'inchiesta, il Pubblico Ministero bitontino, Michele Ruggiero, il suo sostituito ha deciso di rinviare la decisione al 31 ottobre.
Secondo l'accusa la discarica di Contrada Puro Vecchio, dove ormai da tempo sono stati fermati i conferimenti, sarebbe stata una vera e propria bomba ecologica con possibili gravi conseguenze su ambiente e salute.
«Un inquinamento ambientale, atmosferico e delle acque di falda, che partirebbe da lontano - come riferisce la Gazzetta del Mezzogiorno - dal 2009 al 2014 si sarebbe "realizzato progressivamente", secondo quanto conclusero i consulenti della Procura di Trani, dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) e dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari, "con condotte prevalentemente omissive". Perciò la discarica di smaltimento di rifiuti urbani "non pericolosi" che asserviva il bacino di utenza ATO Bari 1 (dal 3 settembre 2014 risparmiato dai conferimenti per diffida del Servizio Rischi Industriali della Regione) agli inizi del 2015 fu sequestrato».
Per il pm Ruggiero si tratta di «un disastro ambientale di potenza espansiva», per il pm Ruggiero, con «l'incombente e concreto rischio di esplosione della discarica». Accuse mosse a soggetti con diverse funzioni per condotte che molti imputati avrebbero "posto in essere consapevolmente e volontariamente quantomeno con dolo eventuale".
I due bitontini coinvolti, secondo l'accusa, avrebbero rilevato tardivamente «una forte impennata delle concentrazioni di metalli pesanti rispetto ai valori medi registrati precedentemente».
A presentare istanza sono stati il Comune di Trani, Amiu (che al contempo è imputata come persona giuridica), il Comitato Trani Bene Comune, Legambiente, il Comitato Pugliese di Legambiente, il Ministero dell'Ambiente e l'imputato Michele Zecchillo, ingegnere-direttore tecnico dell'impianto di Contrada Puro Vecchio (che nel 2015 finì sotto sequestro) che si ritiene parte lesa per le ipotesi di reato di turbativa d'asta e corruzione contestati a Francesco Paolo d'Amore, presidente del collegio sindacale Amiu dal 2008 al 2014, al direttore generale della Marco Polo Engineering Spa, Loris Zanelli, ed all'architetto barese Michele Lastilla.
Il Ministero dell'Ambiente, inoltre, ha chiesto di esser autorizzato a citare come responsabili civili la stessa Amiu e la società Marco Polo Engineering che avrebbero conseguito vantaggi patrimoniali. Mentre il difensore delle società ha chiesto il non luogo a procedere per la prescrizione dei reati, l'assenza del titolare dell'inchiesta, il Pubblico Ministero bitontino, Michele Ruggiero, il suo sostituito ha deciso di rinviare la decisione al 31 ottobre.
Secondo l'accusa la discarica di Contrada Puro Vecchio, dove ormai da tempo sono stati fermati i conferimenti, sarebbe stata una vera e propria bomba ecologica con possibili gravi conseguenze su ambiente e salute.
«Un inquinamento ambientale, atmosferico e delle acque di falda, che partirebbe da lontano - come riferisce la Gazzetta del Mezzogiorno - dal 2009 al 2014 si sarebbe "realizzato progressivamente", secondo quanto conclusero i consulenti della Procura di Trani, dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) e dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari, "con condotte prevalentemente omissive". Perciò la discarica di smaltimento di rifiuti urbani "non pericolosi" che asserviva il bacino di utenza ATO Bari 1 (dal 3 settembre 2014 risparmiato dai conferimenti per diffida del Servizio Rischi Industriali della Regione) agli inizi del 2015 fu sequestrato».
Per il pm Ruggiero si tratta di «un disastro ambientale di potenza espansiva», per il pm Ruggiero, con «l'incombente e concreto rischio di esplosione della discarica». Accuse mosse a soggetti con diverse funzioni per condotte che molti imputati avrebbero "posto in essere consapevolmente e volontariamente quantomeno con dolo eventuale".
I due bitontini coinvolti, secondo l'accusa, avrebbero rilevato tardivamente «una forte impennata delle concentrazioni di metalli pesanti rispetto ai valori medi registrati precedentemente».