U=U, così si combatte lo stigma dell'infezione da HIV

Presentata a Bitonto una nuova campagna di informazione capillare

venerdì 22 marzo 2024
A cura di Gianluca Battista
U=U ovvero Undetectable=Untrasmittable: tradotto Non rilevabile=Non trasmissibile. Ha toccato Bitonto e la Terra di Bari l'ennesima tappa della campagna di informazione che vuol eliminare lo stigma dell'infezione da HIV. Al progetto aderiscono ANLAIDS ETS, ARCIGAY APS, ASA MILANO ODV, C.I.C.A, CIRCOLO DI CULTURA OMOSESSUALE MARIO MIELI, LILA ONLUS,MILANO CHECK POINT ETS,NADIR ETS,NPS ITALIA APS,PLUS APS , patrocinata da SIMIT, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali e promossa daI CAR, la Conferenza Italiana sull'Aids e la Ricerca Antivirale.

Il messaggio è chiaro: chi ha una carica virale bassa non trasmette il virus. Ed il virus viene trasmesso solo attraverso scambio ematico o rapporti sessuali non protetti con persone con carica virale alta. Altrimenti anche le coppie con un partner positivo ma che si sottopone a terapia non avranno problemi.

Un messaggio chiaro, ripetuto nella sala conferenza della Fondazione Santi Medici mercoledì 20 marzo dalla presidente LILA, Giusi Giupponi e da tanti relatori, primo fra tutti il dott. Pierpaolo Congedo, dirigente Malattie Infettive e responsabile dell'Ambulatorio HIV dell'Ospedale "Vito Fazzi" di Lecce. I passi da gigante fatti nella terapia permettono dunque a tutti i pazienti che la seguono di avere una vita "normale", senza problemi di sorta. Nel mondo sono circa 650mila i morti di AIDS ogni anno, ma si tratta di persone che non hanno avuto la possibilità di accedere a terapie in tempo.

Nessuno stigma, dunque, ma un'attenta analisi della situazione con una raccomandazione a testarsi in tempo. La diagnosi precoce aiuta a fornire tutti gli strumenti per avere una vita il più normale possibile ed il test è gratuito su tutto il territorio nazionale. Le relazioni di Ilaria Ulgharaita dell'Arcigay Salento, di Arnaldo Santoro dell'Università Ca' Foscari di Venezia, della dott.ssa Virginia Casigliani e del dottor Antonello Agostini dell'Università di Pisa hanno focalizzato l'attenzione dei presenti sul linguaggio ancora utilizzato troppo spesso sui media che si occupano raramente ed anche in maniera approssimativa della condizione delle persone positive all'HIV. Un'analisi corroborata dagli interventi di Laura Supino dell'ufficio stampa LILA e da Vincenzo Branà, suo omologo dell'Arcigay.

A Filippo De Bellis (CICA), a capo della Casa Alloggio "Raggio di Sole" di Bitonto, il compito di accendere i riflettori sull'importanza del sostegno a queste strutture che si occupano anche di coloro i quali (sempre più stranieri e poveri) sono in AIDS, l'immunodeficienza derivata da una mancanza di trattamenti per l'HIV. Al Sud Italia resta tanto da fare in questo senso, dislocando in più regioni case di accoglienza che rendano meno sole le persone colpite dalla malattia.

Il virus dell'HIV, va ribadito con forza, viene trasmesso dunque unicamente per via sessuale o per scambio di liquido ematico e la trasmissione non riguarda, come colpevolmente si pensava quaranta o trenta anni fa, solo determinate categorie di cittadine e cittadini: omosessuali, prostitute, lavoratori del sesso e tossicodipendenti. La nuova proliferazione tra fasce di giovanissimi ed over 50 eterosessuali mostra una volta di più come l'HIV si diffonda senza guardare censo, gusti, stili di vita e tendenze delle persone. Un appello senza mezzi termini, giunto da Bitonto anche grazie a Nicoletta Frattini di Asa ODV.

Dal 1996 ad oggi, da quando cioè l'avvento delle terapie antiretrovirali si sono affermate, sono cambiate tante cose. Non esiste ancora una cura, ma esistono le terapie che, grazie a farmaci sempre più efficaci, frenano il virus ed in tantissimi casi lo rendono sostanzialmente innocuo. U=U, uno slogan da tenere a mente, uno slogan che combatte pregiudizi e cattiva informazione.

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