Rivolta nel carcere di Melfi: 11 arresti. Coinvolti tre bitontini

I fatti risalgono al 2020, gli indagati sono 44: agenti e personale sanitario furono sequestrati per 9 ore

domenica 19 settembre 2021 10.18
Per la rivolta nel carcere di Melfi del 9 marzo 2020, in cui oltre agli uomini di Polizia Penitenziaria furono sequestrati per ben 9 ore nelle celle anche il personale medico e infermieristico del penitenziario, sono state arrestate 11 persone, di età compresa tra i 49 e i 28 anni, in indagini coordinate dalla Procura di Potenza.

In quei giorni vari moti di protesta contro le misure per il contenimento del Covid-19 si tennero in tutta Italia. In tutto gli indagati sono 44, ma per 33 «si è in attesa - dice la Distrettuale Antimafia - degli sviluppi dei ricorsi per Cassazione proposti dai rispettivi difensori». Tra i detenuti coinvolti tre bitontini: Michele Cassano e Mario D'Elia (pluripregiudicato, elemento di spicco del clan Conte), arrestati nell'operazione "Pandora", e Giovanni Stellacci, coinvolto in una retata antiracket.

Le indagini sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Ricostruite la dinamica e le fasi della protesta che hanno permesso di risalire, a livello di gravità indiziaria, all'identità dei partecipanti. Gli ostaggi furono liberati dopo una lunga trattativa durante la quale i fautori della sommossa avevano provveduto anche alla stesura di alcune richieste. Per tutti i partecipanti alla rivolta, la Dda ha ipotizzato i reati di sequestro di persona a scopo di coazione e devastazione.

L'ordinanza di custodia per gli 11 arrestati è stata emessa dal Riesame di Potenza che ha accolto un appello interposto dalla Dda contro il rigetto della richiesta cautelare. Inizialmente, il giudice per le indagini preliminari di Potenza, aveva rigettato la richiesta cautelare ritenendo che non ci fossero le esigenze cautelari.