Ponte sulla 231 ancora fermo. Damascelli: «Sei anni per un'opera da finire in sei mesi»

Abbaticchio: «Qualcuno ne parla per nascondere le reali responsabilità»

venerdì 7 giugno 2019 9.34
Avrebbe dovuto funzionare da "cerniera" tra la Strada Provinciale 231 e l'autostrada A14, per evitare che il traffico, soprattutto pesante, attraversasse la città di Bitonto, ma si è trasformato in un altro dei tanti monumenti italiani alle opere incompiute. Si tratta del ponte sulla Poligonale di Bitonto che avrebbe dovuto scavalcare la Strada Provinciale 231, nel tratto verso Terlizzi, ma che da 6 anni è ormai solo un cantiere aperto.
Sulla vicenda si sono confrontati il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli, e il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio. Il primo per avvisare di aver chiesto un'audizione in Regione per verificare lo stato dell'arte. Il secondo per relazionare su quanto fatto in questi anni nel tentativo di dirimere il contenzioso sorto tra l'azienda individuata dall'allora Provincia di Bari per completare l'opera – la RGN Costruzioni di Bitonto - e la Città Metropolitana di Bari.

«Sei anni – scrive Damascelli in una nota stampa - sei lunghi anni per realizzare un'infrastruttura fondamentale per il territorio che, però, non solo non ha ancora visto la luce ma è addirittura sospesa».
Damascelli ricorda di come si tratta di un'opera «la cui durata era inizialmente prevista di sei mesi: ad ottobre 2013 veniva infatti battezzato il cantiere e annunciata la consegna del ponte ad aprile 2014. Si tratta di un'arteria importante per decongestionare il traffico urbano ed innalzare la sicurezza stradale. Ma la funzionalità del ponte è strategica soprattutto per liberare dall'isolamento le imprese della zona artigianale che rivendicano infrastrutture attese da anni, e per consentire agli agricoltori di risparmiare tempo per spostarsi da un'area all'altra del territorio rurale, visto che sono costretti ad attraversare la città con i mezzi da lavoro e a compiere un lungo giro per raggiungere terreni separati da poche decine di metri ma non collegati fra loro». «Considerato il lungo periodo intercorso dall'avvio dei lavori – dice il forzista - c'è il rischio che le strutture finora messe in piedi possano deteriorarsi e divenire obsolete, vanificando quanto già realizzato e compromettendo il completamento di un'opera fondamentale e molto attesa. Urge un punto sulla situazione, con un rapporto di dettaglio sullo stato di avanzamento dei lavori, che metta in chiaro i passaggi già compiuti e gli step da eseguire affinché il ponte sia portato a termine e consegnato alla collettività. Per questo ho chiesto di convocare in Regione i rappresentanti istituzionali e tecnici del Comune di Bitonto e della Città Metropolitana di Bari, alla presenza dei rappresentanti del Comitato Zona Artigianale di Bitonto, in modo che venga stilato un verbale e siano messi nero su bianco gli impegni dei due enti pubblici per porre fine a questa odissea burocratica».

«Non vorrei che, come tutti i grandi problemi di questa Città (risolti ed irrisolti), si parli nel chiasso generale per nascondere le responsabilità reali – gli ha fatto però eco il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio - mentre magari qualche cretino (tipo lo scrivente ed alcuni cittadini del Comitato zona artigianale ) ci perdono il fegato da anni. La realizzazione del ponte di via Terlizzi è stata affidata dalla allora Provincia di Bari, all'inizio del mio mandato, ad una azienda».
«Il rapporto giuridico tra Provincia e azienda è stato supportato finanziariamente con una quota dedicata dal Comune di Bitonto – spiega il primo cittadino - l'azienda ha lavorato e, a un certo punto, ha bloccato l'opera per problemi che la Città metropolitana di Bari contesta nell'unica persona che, per legge, può e deve controllare la realizzazione. Ovvero, il dirigente metropolitano addetto alla viabilità. Secondo quest'ultimo l'impresa deve concludere l'ultima parte dell'opera senza se e senza ma, alle condizioni del contratto».
«Tutte le carte sono state messe a disposizione – precisa il Sindaco - il dirigente suddetto ha incontrato, su mia richiesta, tutti i politici ed il comitato stesso che hanno voluto verificare, dando piena soddisfazione. E continuerà a farlo, ma una cosa è certa: o l'impresa conclude il suo lavoro, o si dovrà rifare una gara ad avvenuta rescissione contrattuale per finire questo intervento che sta costando tempi, soldi e dolore. Altri argomenti o proposte, in regime di lavori in corso, non sarebbero, per legge, legittimi. Sarebbero solo delle prese in giro».