Piepoli, presidente Fiva Confcommercio, chiede il rinvio del canone unico patrimoniale

I commercianti, dopo il flop della fiera di S. Leone, chiedono un ultimo sforzo all’amministrazione

lunedì 4 aprile 2022 8.09
A cura di Federica Monte
Si è conclusa, ieri, domenica 3 aprile, la fiera di San Leone, registrando una ripresa molto lenta degli acquisti. Il presidente della FIVA Confcommercio, Luigi Piepoli, chiede un ultimo sforzo all'Amministrazione: il rinvio del pagamento delle tasse per l'occupazione del suolo pubblico e per la spazzatura il cosiddetto canone unico patrimoniale, che dovrebbe ripartire dal 1 aprile.

"In occasione dell'antica fiera di San Leone abbiamo assistito ad un fenomeno assai curioso, da un lato il successo per l'affluenza di gente che si è riversata lunghe le strade dell'evento fieristico, complice anche il bel tempo dall' altro la magra giornata in termini di vendite" ha dichiarato Piepoli, che di domanda, insieme agli altri operatori che cosa non abbia funzionato.

"Vorrei comunque ringraziare il commissario capo Silvana Dimundo, della polizia locale, il maresciallo Francesco Schiraldi e il maresciallo Franco Di Gioia, per la pazienza, per il duro lavoro e le capacità che mettono in campo per incastrare le nostre bancarelle sulle strade centrali della nostra città" ha affermato Piepoli prima di domandarsi il perché del calo delle vendite.

"Fino ad ora il calo delle vendite lo abbiamo attribuito all'emergenza pandemica, ma adesso cosa sta succedendo? - ha continuato - il cittadino italiano medio ha perso il potere d'acquisto! I ristori, gli esoneri e gli aiuti del governo e delle regioni indirizzati ai commercianti, sono serviti a compensare l'aumento spropositato del carburante e dei costi di gestione delle attività quindi nessuna liquidità di conseguenza nessuna ripartenza".

È questo insieme di fattori a preoccupare i commercianti, che chiedono ad alta voce che venga prolungato agli ambulanti l'esonero del canone unico patrimoniale fino al 31 dicembre 2022.

"Questo passo significherebbe avere veramente a cuore le sorti della propria città con tutto il suo tessuto produttivo, che rischia il collasso" ha concluso Piepoli.

La somma di questi fattori comporterebbe il collasso del tessuto produttivo delle micro imprese a conduzione familiare, con conseguente chiusura di tante attività commerciali che offrono un servizio al territorio, arricchendolo solo di nuovi nuclei familiari precari.
Noi, come federazione ma ancor prima come commercianti e cittadini, questo non vogliamo che accada!
Questo passo significherebbe avere veramente a cuore le sorti della propria città con tutto il suo tessuto produttivo.