Tir rapinati e sequestrati. A capo della banda un 48enne di Bitonto

Operazione dei Carabinieri: in manette anche Michele Carrara, già ai domiciliari. Obbligo di dimora per un 52enne di Bitonto

giovedì 16 ottobre 2025 10.35
A cura di Nicola Miccione
Uno scenario di guerra e due rapine ad altrettanti tir, una delle quali non andata a buon fine per la presenza a bordo del figlio minorenne dell'autista sequestrato. E ora, dopo oltre un anno di indagini dei Carabinieri del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani, hanno un nome e un volto i presunti autori di quei due colpi.

L'operazione "Long Vehicle" ha portato ad emettere un'ordinanza cautelare verso sei persone: per quattro di loro, su ordine del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Domenico Zeno, è stato disposto il carcere. Si tratta di Michele Carrara, 48enne di Bitonto, Riccardo Guglielmi, 57enne di Andria, di Michele e Agostino Di Nanni, di 66 e 55 anni, di Bisceglie e di Trani. Due obblighi di dimora per Riccardo Di Nanni, 53enne di Barletta, e Nicola Salesio, 52enne di Bitonto.

Sono ritenuti appartenenti, a vario titolo, ad un sodalizio criminale dedito alle rapine con sequestro di persona, ricettazione e l'uso delle armi. Carrara, già finito al centro di una precedente inchiesta su un altro assalto avvenuto sulla strada provinciale 231 (ha patteggiato una pena di 4 anni) è il marito di Carmela Germano, ex assessore ed attuale consigliere comunale che sostiene la giunta del sindaco Tommaso Minervini subentrata nel 2022 con la lista civica Molfetta al Centro.

Gli arresti sono giunti a poco più di un anno di distanza dai due tentati assalti avvenuti sulla strada provinciale 238, a Corato. Le indagini, coordinate dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Francesco Tosto, hanno consentito agli inquirenti di arrivare agli indagati, i quali facevano parte di «una banda stabile e gerarchicamente organizzata», ha detto il colonnello Massimiliano Galasso al punto da riuscire ad isolare l'obiettivo dei colpi e ad agire in tempi brevi.

Come accaduto il 21 maggio 2024 sulla 238 a Corato e due giorni dopo, sulla 231, quando il colpo non andò a buon fine a causa della presenza a bordo del figlio minore dell'autista sequestrato. Il modus operandi era sempre lo stesso: un membro individuava i tir da colpire e li segnalava ai complici. Questi ultimi, a bordo di una Volvo S40 costringevano l'autista a fermarsi e lo sequestravano. Dopo aver preso possesso del veicolo, i rapinatori liberavano il conducente e si fuggivano.

L'indagine ha permesso di documentare l'attività del gruppo. Attraverso intercettazioni, pedinamenti, perquisizioni e sequestri, gli investigatori hanno individuato anche un covo situato tra Molfetta e Bisceglie, utilizzato come base logistica della banda, una cassa comune, un parco veicoli e le targhe di provenienza illecita.