Marijuana nella ex stalla: sul mercato avrebbe fruttato 1 milione di euro

Sequestrati oltre 900 chilogrammi, in manette due bitontini. Si cercano i contatti locali dei due arrestati, quasi certamente del luogo

sabato 20 agosto 2022 8.40
A cura di Nicola Miccione
Oltre novecento chilogrammi di marijuana nascosti in una stalla abbandonata nelle campagne di Ruvo di Puglia. Una parte già pronta per essere trasportata altrove, altre da preparare.

Perché il 48enne M.R. e il 44enne Francesco Bernardi - entrambi di Bitonto, residenti rispettivamente nelle frazioni di Mariotto e di Palombaio, e adesso nuovi inquilini del carcere di Bari perché accusati di detenzione, aggravata dall'ingente quantitativo, ai fini di spaccio, di sostanze stupefacenti - avevano tutto l'occorrente per farlo, compreso l'immancabile materiale per il confezionamento delle singole dosi. E per riempire le piazze di spaccio del barese. Se immessa sul mercato, la droga avrebbe fruttato oltre un milione di euro.

È uno dei più grossi sequestri di marijuana degli ultimi tempi. Arriva in un momento in cui l'attenzione sul territorio è molto alta. Tutto si è svolto nella giornata di giovedì quando i poliziotti della Squadra Mobile sono stati impegnati in specifici servizi finalizzati al contrasto della diffusione delle sostanze stupefacenti, realizzando dei veri e propri rastrellamenti nell'area della Murgia, zona poco frequentata e quindi «potenzialmente utilizzata - secondo gli inquirenti - per la realizzazione dei traffici illeciti».

Durante uno di questi controlli gli agenti della Questura di Bari hanno notato fra le campagne di Ruvo di Puglia, al confine con il territorio di Bitonto, un muretto a secco. Siamo nel punto in cui la strada provinciale 36 interseca la 151, formalmente, sulle mappe. In pratica un'area in mezzo al nulla, difficile anche da scovare. Dicevamo di quel muretto a secco. Era occultato dalla vegetazione e celava una stalla abbandonata: un particolare che ha insospettito gli investigatori. Qui crescono gli alberi d'ulivo e si coltivano i frutti della terra, ma per gli agenti baresi "germogliava" anche altro.

Scattata l'irruzione, i poliziotti, diretti dal primo dirigente Filippo Portoghese, hanno sorpreso i due individui (il più grande incensurato, l'altro, invece, con precedenti), colti nella flagranza di reato mentre - secondo gli agenti, che si sono avvicinati con molta prudenza all'obiettivo - stavano pesando, stoccando e infine confezionando numerosi cartoni di marijuana, pronti per essere portati via.

L'immediato intervento, che ha permesso di bloccare i due bitontini, ha consentito agli agenti di riscontrare come nell'intera area fosse stata allestita una vera e propria base logistica di confezionamento e di smistamento dello stupefacente: oltre 900 chilogrammi di marijuana, di cui, una parte era stata già ripartita in vari scatoloni, mentre ammassato al suolo vi era ulteriore stupefacente che doveva essere lavorato.

Il 48enne è risultato incensurato, mentre l'altro, arrestato nel 2008 nell'ambito della faida fra i clan Strisciuglio e Mercante che cercavano di imporsi su Bitonto mettendo le mani sui malaffari cittadini, era latitante da giugno: sul 44enne, infatti, pendeva un'ordinanza di custodia cautelare per i reati di ricettazione e di resistenza a pubblico ufficiale.

Non si esclude, infatti, che l'uomo avesse trovato proprio nella stalla (lunga circa 70 metri), dove è stato scoperto il deposito della droga, un nascondiglio perfetto. Tanto che all'interno era presente un giaciglio che consentiva ai due di dormire lì, svolgendo, eventualmente, anche attività di guardiania della sostanza illecita.

All'interno della struttura è stato sequestrato anche materiale per il confezionamento quali macchinari per porre le buste sottovuoto, bilance, cassette, generatori elettrici e strumenti atti alla stessa finalità, mentre i due bitontini, espletate le procedure di rito, sono stati portati in carcere, a Trani, a disposizione della locale Procura della Repubblica.

Le indagini degli inquirenti, che nelle prossime ore ascolteranno i due indagati nel corso degli interrogatori di garanzia, su cui si addensano nuove e più grosse ombre di quelle prodotte da qualche spinello di cannabis, sono adesso concentrate sulla provenienza di quell'ingente quantitativo di droga e sulla destinazione.

Alla mente si affollano molte idee, tante quante sono le ipotesi. Si cercano, infatti, i contatti locali dei due arrestati, quasi certamente individui del luogo.