La mensa scolastica alle stelle e la supercazzola dell'assessore Salierno

Bitonto Riformista e Psi attaccano l'aumento. Per l'assessore Salierno sono «aumenti lievi». Ma l'esempio è sulle famiglie a reddito zero

lunedì 5 ottobre 2020 11.50
A cura di Vito Schiraldi
«No, no, no, attenzione! Noo! Pàstene soppaltate secondo l'articolo 12, abbia pazienza, sennò posterdati, per due, anche un pochino antani in prefettura».
«Senza contare che la supercazzola prematurata ha perso i contatti col tarapìa tapiòco».


Il Perozzi e il conte Mascetti lo sapevano bene: basta usare un paio di termini tecnici in ordine sparso per dare l'idea a un interlocutore sprovveduto di possedere con pienezza una materia e ridurlo addirittura alle scuse.
E l'impressione che qualcuno ci abbia provato da Palazzo Gentile in questi giorni è davvero forte. L'argomento è l'aumento vertiginoso dei costi per la mensa scolastica a Bitonto, che subiranno un'impennata all'incirca del 30%.
A renderlo noto, in un articolo, è stata la testata giornalistica di BitontoViva, riportando semplicemente i dati della delibera di giunta con cui dal Comune sono stati ratificati gli aumenti.
Sulla questione si sono poi lanciate altre testate giornalistiche e il gruppo consiliare Bitonto Riformista, in cui è confluito anche il PSI, secondo cui «l'aumento della tariffa per il confezionamento dei pasti, ancorché giustificato dalla diversa somministrazione delle porzioni alimentari, non appare giustificato e, comunque, ha fatto apparire (e speriamo solo apparire!) debole un'Amministrazione, che si dichiara attenta ai bisogni della cittadinanza, nei confronti della ditta appaltatrice. Tanto più che la stessa ha chiesto, e ottenuto, il differimento del termine contrattuale proporzionato alla sospensione anticipata del servizio. Scegliere di aumentare le tariffe è un esercizio fin troppo semplice che non ci si aspetta da chi vuol praticare la "buona Politica"».
Punti di vista. In quanto tali sempre e comunque rispettabili.

A lasciare interdetti è, invece, la risposta dell'assessore alla Pubblica Istruzione, Marina Salierno, che per giustificare gli aumenti si è esibita in un'articolata risposta (ai giornalisti? All'opposizione?), diffusa a mezzo social (perchè alla redazione di BitontoViva nulla è stato recapitato. E l'Ufficio Comunicazione di Palazzo Gentile che fine ha fatto? Perchè un assessore della giunta in carica salta l'ufficio preposto e si cimenta col "fai da te"?), in cui motiva la scelta della giunta. La risposta – condita di tecnicismi, codici e richiami di determine, già impegnativi per gli addetti ai lavori, figurarsi per l'utente medio di facebook in cerca di risposte - è, in realtà, il copia e incolla di alcuni brani della delibera di giunta, già tutti riportati, peraltro, nell'articolo di BitontoViva. In coda ai quali la Salierno aggiunge un esempio, dal suo punto di vista, chiarificatore.

«Gli alunni consumeranno i pasti all'interno delle aule – scrive la Salierno - i pasti saranno serviti in vaschette monouso con coperchio e gli ambienti saranno sanificati prima e dopo l'espletamento del servizio mensa. È altresì necessario rammentare che l'aumento previsto, pari ad € 1,39, inciderà lievemente sul bilancio delle famiglie in quanto il suindicato importo non è totalmente a carico delle stesse ma al contrario sarà ripartito tra queste ultime ( la spesa a carico delle famiglie sarà calcolata sulla base delle dichiarazioni ISEE prodotte) e l'Ente Comunale. Quindi alla luce delle nuove tariffe, se un nucleo famigliare ha un isee pari a 500 euro, pagherebbe per 21 pasti € 13,44 anziché € 10,50 ( l'aumento è di € 0,14 a pasto!)». Già: solo 14 centesimi a pasto. Ma per le famiglie con ISEE pari a 500 euro, ovvero con reddito ZERO, cioè ben al di sotto della soglia di povertà. Per tutte le altre, che sono la stragrande maggioranza, l'aumento sarà proporzionato alla propria fascia di reddito. La restante parte sarà messa dal Comune. Cioè dai contribuenti, sempre gli stessi.
Anche le famiglie a reddito zero, in ogni caso, a fine anno, dovranno sborsare circa 30 euro in più (60 se hanno due figli, 90 se ne hanno tre), per assicurare ai bambini il pasto quotidiano. Quindi 30 euro all'anno (o 60, o 90) che si sommano alle bollette di luce e gas (su cui ci saranno altri aumenti), agli affitti, alle spese quotidiane e a tutti quei piccoli e grandi contributi di cui ha bisogno un figlio in età scolare.

«C'è chi agisce e chi invece, senza documentarsi attacca – dice la Salierno - noi preferiamo agire per la nostra comunità». Ha ragione l'assessore: documentarsi è di fondamentale importanza. Ed essere al corrente di quanti salti mortali siano costretti a fare, tutti i giorni, i genitori di questi bambini per rincorrere anche quei 14 centesimi a pasto per far fronte a tutte le spese che aggrediscono il sempre più risicato bilancio familiare - siano esse famiglie con ISEE 500 euro o 20mila euro - sarebbe il modo migliore per l'assessore di documentarsi e conoscere con maggiore accuratezza la comunità che durante il suo mandato sta avendo il privilegio di guidare. Evitando nel contempo di giudicare "lievi" ostacoli che per tantissimi sono insormontabili.
Le supercazzole, invece, meglio lasciarle ai film di Monicelli.