Guerra in Palestina: a Bitonto protestano le "Donne in Nero"
La manifestazione si terrà questa sera in Porta Baresana
venerdì 13 giugno 2025
12.33
Il 13 giugno segna l'arrivo a Bitonto di una forma di protesta che rifiuta la spettacolarizzazione mediatica per abbracciare la persistenza simbolica. Le Donne in Nero, movimento pacifista nato nella città di Gerusalemme nel 1988 durante la prima Intifada, porteranno in Porta Baresana la loro presenza silenziosa, ma inequivocabile.
Non aspettatevi cortei, slogan scanditi o rituali manifestanti tradizionali. Il presidio del movimento delle Donne in Nero rappresenta un paradigma comunicativo alternativo: il corpo come veicolo del messaggio, il nero come codice universale, la costanza come strumento di resistenza. Una grammatica della protesta che privilegia la sottrazione espressiva all'amplificazione retorica.
Il movimento, presente oggi in centinaia di città mondiali, ha elaborato un linguaggio della dissidenza che sfugge alle logiche della ricerca di visibilità tipiche dell'attivismo contemporaneo.
Il silenzio è una scelta: la presenza costante come forma di testimonianza, l'immobilità come atto di resistenza, destinata a durare oltre il momento dell'evento.
Quello che sta accadendo oggi in Palestina non è un problema transitorio, richiede impegno e presenza.
Il presidio di questa sera inaugura una presenza regolare che rifiuta l'intermittenza dell'emotività collettiva. Meno rumore, ma più significato. Meno performance, ma più persistenza.
Il presidio si terrà questa sera, dalle 20 alle 21, in Porta Baresana in piazza Cavour.
Non aspettatevi cortei, slogan scanditi o rituali manifestanti tradizionali. Il presidio del movimento delle Donne in Nero rappresenta un paradigma comunicativo alternativo: il corpo come veicolo del messaggio, il nero come codice universale, la costanza come strumento di resistenza. Una grammatica della protesta che privilegia la sottrazione espressiva all'amplificazione retorica.
Il movimento, presente oggi in centinaia di città mondiali, ha elaborato un linguaggio della dissidenza che sfugge alle logiche della ricerca di visibilità tipiche dell'attivismo contemporaneo.
Il silenzio è una scelta: la presenza costante come forma di testimonianza, l'immobilità come atto di resistenza, destinata a durare oltre il momento dell'evento.
Quello che sta accadendo oggi in Palestina non è un problema transitorio, richiede impegno e presenza.
Il presidio di questa sera inaugura una presenza regolare che rifiuta l'intermittenza dell'emotività collettiva. Meno rumore, ma più significato. Meno performance, ma più persistenza.
Il presidio si terrà questa sera, dalle 20 alle 21, in Porta Baresana in piazza Cavour.