Elezioni regionali,la lettera aperta ai bitontini di Antonio Ruggiero
Il candidato di Forza Italia non entrerà in Consiglio regionale
martedì 25 novembre 2025
19.18
«Cara Bitonto,
cara Palombaio, cara Mariotto,
in questi giorni il mio cuore è colmo. 2.378 persone hanno scritto Ruggiero, hanno creduto in me, nella partecipazione, nella possibilità di cambiare le cose.
Questa fiducia è un dono enorme. Grazie, davvero.
Ma accanto alla gratitudine c'è una ferita profonda.
La nostra città, ancora una volta, non avrà una voce in Consiglio regionale.
Molfetta ne avrà tre, altri territori avranno forza e rappresentanza.
Noi no.
Noi restiamo senza.
E questo dolore diventa ancora più grande se pensiamo alla nostra battaglia più urgente: l'ospedale di Bitonto.
Perché quell'ospedale non è un ricordo: è un bisogno.
È la paura di non farcela in un'emergenza, è una madre che deve spostarsi per una visita, è un anziano che rinuncia a curarsi perché non ha come arrivare altrove.
È un diritto negato.
Da anni assistiamo a chiusure, promesse, rinvii, silenzi.
Da anni aspettiamo qualcuno che batta i pugni sul tavolo.
Ma senza un rappresentante bitontino, chi lo farà?
Perché, diciamolo con sincerità e senza rancore:
nessun molfettese, nessun barese, nessun altamurano, nessun altro difenderà fino in fondo gli interessi di Bitonto.
Non perché siano migliori o peggiori di noi, ma perché ognuno tutela la propria comunità, la propria terra, il proprio futuro.
E così rischiamo altri cinque anni di abbandono, di invisibilità, di attese infinite.
E allora non stupiamoci se continuiamo a dire che "qui non c'è niente".
Perché lo vediamo ogni giorno:
un centro storico meraviglioso lasciato cadere,
commercianti che resistono con coraggio e fatica,
un olio straordinario che il mondo meriterebbe di conoscere,
giovani che devono partire per trovare un futuro,
una criminalità che cresce dove lo Stato arretra,
una città che cerca speranza e non la trova.
E quella domanda che fa male al petto:
chi parlerà per noi, se noi non siamo presenti?
Chi difenderà Bitonto quando si decideranno investimenti, sanità, sviluppo, sicurezza?
Questa non è solo una sconfitta elettorale.
È una sconfitta per la città, per la nostra dignità collettiva, per il nostro futuro.
Ma io non mi arrendo.
Io continuo.
Continuerò a lottare per Bitonto, per Palombaio, per Mariotto.
Per l'ospedale, per il lavoro, per i giovani, per la serenità delle famiglie, per la giustizia sociale.
Con o senza un titolo, con o senza una carica.
Perché questa terra la porto nel cuore.
E non smetterò mai di crederci.
Questo non è un addio.
È l'inizio di qualcosa che costruiremo insieme.
Con amore, coraggio e riconoscenza».
Antonio Ruggiero
cara Palombaio, cara Mariotto,
in questi giorni il mio cuore è colmo. 2.378 persone hanno scritto Ruggiero, hanno creduto in me, nella partecipazione, nella possibilità di cambiare le cose.
Questa fiducia è un dono enorme. Grazie, davvero.
Ma accanto alla gratitudine c'è una ferita profonda.
La nostra città, ancora una volta, non avrà una voce in Consiglio regionale.
Molfetta ne avrà tre, altri territori avranno forza e rappresentanza.
Noi no.
Noi restiamo senza.
E questo dolore diventa ancora più grande se pensiamo alla nostra battaglia più urgente: l'ospedale di Bitonto.
Perché quell'ospedale non è un ricordo: è un bisogno.
È la paura di non farcela in un'emergenza, è una madre che deve spostarsi per una visita, è un anziano che rinuncia a curarsi perché non ha come arrivare altrove.
È un diritto negato.
Da anni assistiamo a chiusure, promesse, rinvii, silenzi.
Da anni aspettiamo qualcuno che batta i pugni sul tavolo.
Ma senza un rappresentante bitontino, chi lo farà?
Perché, diciamolo con sincerità e senza rancore:
nessun molfettese, nessun barese, nessun altamurano, nessun altro difenderà fino in fondo gli interessi di Bitonto.
Non perché siano migliori o peggiori di noi, ma perché ognuno tutela la propria comunità, la propria terra, il proprio futuro.
E così rischiamo altri cinque anni di abbandono, di invisibilità, di attese infinite.
E allora non stupiamoci se continuiamo a dire che "qui non c'è niente".
Perché lo vediamo ogni giorno:
un centro storico meraviglioso lasciato cadere,
commercianti che resistono con coraggio e fatica,
un olio straordinario che il mondo meriterebbe di conoscere,
giovani che devono partire per trovare un futuro,
una criminalità che cresce dove lo Stato arretra,
una città che cerca speranza e non la trova.
E quella domanda che fa male al petto:
chi parlerà per noi, se noi non siamo presenti?
Chi difenderà Bitonto quando si decideranno investimenti, sanità, sviluppo, sicurezza?
Questa non è solo una sconfitta elettorale.
È una sconfitta per la città, per la nostra dignità collettiva, per il nostro futuro.
Ma io non mi arrendo.
Io continuo.
Continuerò a lottare per Bitonto, per Palombaio, per Mariotto.
Per l'ospedale, per il lavoro, per i giovani, per la serenità delle famiglie, per la giustizia sociale.
Con o senza un titolo, con o senza una carica.
Perché questa terra la porto nel cuore.
E non smetterò mai di crederci.
Questo non è un addio.
È l'inizio di qualcosa che costruiremo insieme.
Con amore, coraggio e riconoscenza».
Antonio Ruggiero