Colpo alla Sicurtrasport: chiesti 14 anni per il bitontino Pasquale Pazienza

Processo per il colpo a Catanzaro. Il pm ha avanzato richieste pesantissime: l'uomo fu arrestato a Giovinazzo, dove si nascondeva

martedì 30 aprile 2019 08.00
Chieste pene dai 2 ai 14 anni di carcere per i 9 imputati, giudicati con il rito abbreviato, accusati di aver assaltato il caveau dell'istituto di vigilanza Sicurtransport ubicato nella zona industriale di Caraffa alle porte di Catanzaro. I banditi si impossessarono di circa 8 milioni e mezzo di euro.

Un fatto di cronaca eclatante, avvenuto nel dicembre 2016. Ieri, dinanzi al gup del Tribunale di Catanzaro, Claudio Paris, il pm Paolo Sirleo ha invocato un totale di 113 anni e 4 mesi di reclusione per la banda. In particolare, per Alessandro Morra e il bitontino Pasquale Pazienza, il primo considerato la mente del gruppo, l'altro un suo sodale, i due latitanti scovati il 7 agosto 2018 in una masseria nelle campagne di Giovinazzo, 14 anni a testa.

La banda fu sgominata nell'ambito dell'operazione "Keleos" (aprile 2018), quando la Polizia di Stato eseguì l'arresto di 6 calabresi e 3 cerignolani, uno dei quali contiguo al clan di Cerignola, Piarulli, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di rapina, realizzata con schemi di tipo paramilitare, aggravata dal metodo mafioso, nonché dal possesso e detenzione di armi e munizioni da guerra, di furto e ricettazione dei veicoli.

Il commando armato, composto da almeno 15 persone, nella serata del 4 dicembre 2016, svaligiò il caveau attraverso un'azione da film. Le indagini disvelarono la stretta sinergia tra consorterie pugliesi e calabresi, finalizzata ad agevolare la 'ndrangheta del catanzarese e del crotonese. La rapina sarebbe stata pianificata da molto tempo. Non tutti, però, furono arrestati immediatamente.

Solo ad agosto 2018, gli agenti delle Squadre Mobili di Bari, Foggia, Catanzaro e del Servizio Centrale Operativo con il supporto dei Reparti Prevenzione Crimine e del Reparto Volo, nell'ambito di un'attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale di Catanzaro, catturarono dopo due anni, proprio a Giovinazzo, il capo della banda, il cerignolano Alessandro Morra, e il braccio destro Pasquale Pazienza.

Erano gli ultimi due ricercati per il maxi furto. Tutti e due si nascondevano in una masseria in località Casino della Principessa. Per loro l'accusa ha chiesto 14 anni di reclusione. Il giudice ha aggiornato l'udienza al prossimo 21 giugno, giorno in cui inizieranno le arringhe difensive.